La svolta

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La svolta

Il discorso di Daryl aveva lasciato tutti ammutoliti, con la coda tra le gambe si diedero da fare a sistemare il cortile per il pranzo senza dire una parola mentre lui aveva fatto aprire il cancello e se n’era andato con la moto.
-Ma torna, non è vero?- aveva chiesto James a Carol.
Poco dopo il cancello si aprì un’altra volta. James cacciò un urlo e provò a correre dietro alla sorella ma lei aveva agito in fretta, era già in groppa a Welles.
-Non puoi andare da sola Leah!- urlò Rick. Si girò verso Maggie e le puntò un dito contro, -perchè hai aperto?-
-So dov’è andato Daryl, saremo in due- urlò Leah oltre l’inferriata che divideva la prigione dall’esterno.

Leah arrivò alla casa dopo un’ora di trotto, con la moto ci avevano messo molto meno. Entrò nella villetta e si portò dietro il cavallo per non lasciarlo fuori; fece così tanto rumore che Daryl scese dalle scale con la balestra in mano.
-E’ già la seconda volta che mi punti quella cosa in faccia in due giorni.-
Daryl l’abbassò e Leah posò il suo arco.
-Che ci fai qui?-
Leah alzò le spalle, - pensavo l’avessi capito.-
Daryl scosse la testa, - non ci capisco proprio niente.-
Leah si avvicinò, Daryl rimase immobile sull’ultimo scalino e la guardò avvicinarsi. Lei gli prese la mano e lui si lasciò condurre al piano di sopra. 

-Ragazzina ti sei fatta l’idea sbagliata.-
Leah sorrise, si sedette a gambe incrociate sul tappeto polveroso della camera matrimoniale e attese che Daryl facesse lo stesso. Lui rimase in piedi, guardava fuori dalla finestra con la balestra ancora in mano ma sapeva che nessun azzannatore sarebbe riuscito a superare le siepi alte che circondavano la villa.
-Forse anche tu ti stai facendo un’idea sbagliata delle mie intenzioni,- disse lei.
Daryl rise, -io non ho proprio nessuna idea sul motivo per il quale tu mi sia corsa dietro.- Esitò un altro pochino e poi si stese anche lui sul tappeto, -non devi sentirti in dovere verso di me per essere stato attento a tuo fratello.-
La ragazza sbuffò, -non è per questo che sono qui.-
-Sei qui perchè Rick ha preferito coltivare il suo bel giardinetto piuttosto che starti dietro?-
-Uhm forse mi sono persa un passaggio, non eri tu quello che è scappato dalla prigione dopo avermi difeso davanti a tutti?- 
Un briciolo di nervosismo nella voce di Leah graffiava l’aria mentre Daryl si lasciò sfuggire un ghigno, si stava divertendo? Il cuore gli batteva a mille, sentiva tutti i muscoli tesi e aveva una gran voglia di prendere a pugni qualcosa per sfogare tutta quell’adrenalina che gli stava circolando in corpo. Si, quella conversazione faceva tanto incontro di wrestling. Si alzò in piedi e la ragazzina sobbalzò.
-Beh cosa sei venuta a fare allora? Non sono Merle, non sono tanto perspicace.-
Leah si stava innervosendo, non capiva se quello era solo uno scambio di battute o se sotto sotto ci fosse della vera rabbia. Aveva paura di dire la cosa sbagliata e in fondo non sapeva neanche quale fosse la cosa giusta. Perchè era corsa dietro Daryl?
-Non voglio sentirti fare discorsi strappalacrime, - aggiunse Daryl approfittando del silenzio. Non riusciva a tenere a freno la lingua. 
Aveva paura di dire qualcosa che l’avrebbe ferita? Si.
Avrebbe saputo rimediare? No.
Nonostante questo non riusciva a stare zitto. 
Si era sentito inadeguato per troppo tempo, aveva bisogno di stare da solo e lei lo aveva raggiunto; da quando aveva visto la ragazza alla fine delle scale le domande che lo tormentavano si erano triplicate.
-Non sono il tipo da discorsi strappalacrime,- Leah lo fulminò con lo sguardo.
-Mi vuoi dire perchè accidenti sei venuta qui?- urlò.
La ragazza si alzò a sua volta, Daryl era arrabbiato e in fondo lei non lo conosceva affatto; non sapeva cosa sarebbe potuto succedere. Sentì montare la rabbia perchè ancora una volta era stata così stupida da cascarci, si era davvero presa una stupida cotta da ragazzina per Daryl Dixon? Ancora, nonostante l’apocalisse?
-Vuoi che me ne vada?- strillò con le lacrime agli occhi.
-Faresti meglio.-
Leah uscì dalla stanza sbattendo la porta, corse giù dalle scale e uscì in giardino. Sfogò la sua rabbia sul piccolo capanno degli attrezzi, con una pedata la porta di legno venne giù.
Il vagante che per mesi era rimasto chiuso lì dentro fu più veloce di lei, le si fiondò addosso e le strappò un lembo della giacca. Leah urlò.

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