On the road

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On the road

La primavera era alle porte e i vaganti pure.
Daryl fece scattare la balestra e una freccia si schiantò nell'occhio di uno zombi, il sangue imbrattò i pantaloni di Leah.
- Erano nuovi! - gemette la ragazza. Daryl sorrise.
Lui, Carol, Leah, Carl, Michonne e Meggie si erano divisi il perimetro delle recinzioni e dopo aver ripulito la sua parte si era ritrovato ad aiutare la ragazza.
Nessuno, tranne forse Merle, l'additava più come la nuova ragazza ma i pettegolezzi erano ancora vivi sul suo conto. La sua vicinanza a Rick faceva ancora molto discutere.
- Come stai oggi?-
Leah parve sorpresa da quella domanda, si girò verso il suo aiutante e lo fissò per un attimo prima di uccidere un altro vagante.
- Sto bene. -
Aveva superato la crisi o almeno era quello che dava a vedere. Leah era diventata un membro fondamentale della comunità, si dava da fare ovunque servissero dei lavori manuali, partecipava spesso alle spedizioni fuori dalla prigione; le serviva a distrarsi.
Non era molto socievole quando si trattava di stare in gruppo, si chiudeva in sé e rispondeva a monosillabi ma c'erano momenti in cui era tranquilla e la si poteva avvicinare senza sentirsi di troppo.
Daryl la osservava ogni giorno, senza farsi troppo vedere, e sapeva che quello era uno dei momenti in cui Leah era aperta alla socializzazione.
- Abbiamo trovato due roulotte bruciate nella spedizione di ieri, - le disse Daryl e si fermò.
Leah alzò il suo arco e prese in pieno l'ultimo azzannatore della sua parte di perimetro, andò a riprendere le frecce. Si fermò a pochi passi da Daryl e alzò lo sguardo su di lui.
- Senza Mark quel gruppo era troppo debole per proseguire, saranno tutti morti.-
Daryl annuì, Leah fece per andarsene ma lui la prese per l'avambraccio; il sangue nero degli zombi annullò l'attrito e la mano di Daryl scivolò su quella della ragazza.
- Rick mi ha chiesto di dirtelo, se vuoi andare a cercare quelle persone e portarle quà possiamo organizzare una spedizione.-
Leah guardò la mano di Daryl stringere la sua, sentiva il cuore accelerare i battiti. Da quanto tempo non si rifugiava nell'abbraccio di un uomo?
Aveva sempre avuto una figura maschile al suo fianco, aveva bisogno di sentirsi protetta, amata, completa. Mark aveva spazzato via anche quella parte di lei, non le serviva nessun uomo adesso per essere completa ma dovette ammettere a se stessa che la sensazione di essere amata le mancava. Quella mano che stringeva la sua adesso le piaceva.
- Si, possiamo organizzare.-
Si allontanarono e salirono allo spazio comune da due punti differenti del campo.

- Ho detto di no James! Non ce n'é bisogno, andremo io e Daryl.-
- Se andate voi due devo venire anche io! - ulrò il ragazzo.
Leah cominciava a sentirsi a disagio. Le persone del gruppo che erano nel cortile esterno stavano iniziando a preoccuparsi, qualcuno allungò il collo per vedere meglio di cose si trattasse, le solite ragazze di Woodbury alzarono gli occhi al cielo.
- Strano che sia ancora lei a creare confusione,- ridacchiò Amanda mentre stendeva la maglietta di suo padre alla staccionata. Carol le lanciò un'occhiataccia.
Rick raggiunse James e Leah con Carl che si avvicinò all'amico.
- James, dovresti lasciarli andare..torneranno prima che tu te ne accorga,- gli disse.
James si fece scuro in volto, - Carl non mi trattare come un bambino. Né io né te lo siamo più da tanto tempo.-
Leah e Rick si guardarono poi Daryl azionò il meccanismo d'apertura del cancello e accese la moto.
- Andiamo, - prese la mano di Leah e la trascinò dietro di lui poi si rivolse a James, - non ti preoccupare, te la riporto tutta intera.-
James non fece in tempo a seguirli che il cancello era già chiuso.

Rick sedeva nella torretta di guardia in attesa che Daryl e Leah tornassero con delle novità. Michonne era davanti a lui e lo fissava insistentemente.
- Credi davvero che sia ancora in giro? É per questo che mandi Daryl a cercare il gruppo della ragazza?-
Rick annuì.
- Merle non é certo che il Governatore sia morto nell'attacco all'armeria. Tu stessa dici di non aver trovato il corpo, dobbiamo evitare che si avvicini ad un altro gruppo e che soprattutto metta le mani su quel carro armato!-
La donna storse la bocca quando Merle entrò nella torretta di guardia.
- Allora, hai lasciato uscire mio fratello con la tua puttanella. Ti fidi di lei?-
Michonne strinse la mano sulla Katana, - devi smetterla di parlare così dei membri della nostra comunità.-
Rick si alzò, - tu perché non ti fidi di lei?-
Merle sghignazzò, - se venisse nel mio letto in una di queste notti di solitudine mi fiderei eccome!-
- Perché pensi questo di lei?-
Michonne si alzò in piedi a sua volta, - perché é uno stronzo.-
Rick la fermò con un braccio.
- Mi stai dicendo, sceriffo, che non te la sei goduta neanche un po'? Nemmeno una scopatina?-
-  Adesso basta Merle, chiuditi la bocca e mettiti a fare la guardia.-

Leah esitò un attimo poi strinse la mano intorno al fianco di Deryl.
Lui si girò e rallentò, - Che c'é?-
- Fermati un attimo.-
Erano nel mezzo di un piccolo agglomerato urbano, alla loro destra si ergeva una villa maestosa di epoca vittoriana con un bel giardino circondato da alte siepi incolte.
A Leah ricordava moltissimo la casa in cui era cresciuta.
- Entriamo.-
Daryl prese la ragazza per mano, aveva capito che era l'unico modo per mettere in pausa un attimo quella sua testa avventata.
Leah infatti si fermò e lo guardò in attesa di una replica.
- Vado prima io, potrebbe essere pericoloso.-
Leah si lasciò andare ad un risolio, - non ho bisogno di gesti galanti.-
Strinse il sul coltello e tirò un calcio al cancello che si aprì cigolando.
Chiuso il cancelletto alle spalle Daryl seguì Leah verso il maestoso ingresso della casa. Guardò la ragazza salire piano gli scalini e tirare un colpo alla porta, aspettarono nel silenzio che eventuali azzannatori uscissero sul portico.
Leah aveva una camicia scollata e il sudore faceva brillare la pelle diafana, aveva una cicatrice poco sotto la spalla sul quale teneva l'arco. Spalancò gli occhi quando si fece avanti il primo zombie.
Daryl non aspettò che uscisse fuori, tirò fuori un coltello dalla cintura e glielo piantò tra naso e occhio poi si girò a guardare Leah. La ragazza era scossa ma di nuovo sull'attenti.
Quando furono certi che non ci fossero altri mangiapelle entrarono.
Daryl era agitato, seguì Leah in tutte le stanze e l'aiutò a sistemare nei sacchi le provviste che trovarono. La ragazza sparì nel bagno e Daryl si spostò ad occuparsi della camera patronale.
Era una casa gigantesca, l'arciere si trovò a pensare ai vecchi conquilini di quella villa e a quanto la loro vita dovesse essere spettacolare prima che il mondo andasse a puttane.
Aprì una porta interna alla camera con un calcio e si ritrovò davanti Leah che urlò.
Si guardarono per un attimo e scoppiarono a ridere, la tensione si sciolse. Respiravano a fatica, non riuscivano a smettere di ridere di nervosismo e si accasciarono entrambi sul pavimento della cabina armadio. Quella stanzetta piena di vestiti aveva due ingressi, uno dal bagno e l'altro dalla camera da letto da cui era passato Daryl.
- Guarda che abito meraviglioso, - sussurrò Leah quando le risate cessarono.
Daryl alzò lo sguardo sull'abito che aveva catturato l'attenzione di Leah: più che un abito sembrava una sottoveste di seta, celeste con un pizzo bianco a coprire la scollatura; ma di quei tempi sembrò ad entranbi il più bel vestito che avessero mai visto.
Daryl si girò verso Leah che adesso si fissava le mani tristemente, pensò che quel vestito fosse perfetto per quei suoi occhi azzurri.
- Provatelo, - le disse in un sussurro.
Leah si girò a guardarlo, erano così vicini che le loro armi giacevano una sopra l'altra abbandonate lì quando avevano visto che ad attenderli nell'altra stanza non c'era un nemico ma un amico.
- Cosa?-
Daryl si alzò,prese goffamente il vestito dall'appendiabiti e lo porse a Leah.
- Provatelo.-
La ragazza agì in fretta, posò il vestito sul davanzale della finestra; si sganciò la cintura e la gettò a terra, si sbottonò la camicetta e se la lasciò scivolare alle spalle.
Daryl deglutì, si soffermò brevemente con lo sguardo sul seno della ragazza fasciato nel reggiseno bianco e poi si girò.
Si allontanò ed uscì dalla stanza.
Leah si girò verso lo specchio rotto della cabina armadio,crepato in più punti, sudicio e pieno di ragnatele agli angoli. Pulì solo la parte necessaria per potersi specchiare e si osservò: era molto più magra dell'ultima volta che si era vista allo specchio della roulotte di Mark; si sciolse i capelli e li sistemò a coprirsi le spalle, entrò nella sottoveste celeste e si lasciò fuggire un lamento.
- Tutto bene? - chiese Daryl dall'altra stanza. Fece per bussare alla porta della cabina armadio quando si aprì e Leah uscì di fretta senza guardarlo negli occhi.
Indossava una nuova camicetta, pulita, e dei jeans di una taglia più grande. Con la coda dell'occhio Daryl vide la sottoveste stracciata sul pavimento della stanza.

Tornarono alla prigione che era notte inoltrata. Rick li accolse sul tavolo del cortile esterno per controllare i loro zaini.
- Abbiamo preso dei vestiti nuovi, - Daryl lanciò uno sguardo verso Leah. - E abbiamo trovato anche del cibo in scatola.-
La ragazza si stese sulla panca e alzò le gambe al cielo, chiuse gli occhi per rilassarsi; le faceva male un polso per uno zombie che aveva opposto resistenza quella mattina.
Rick le si avvicinò, - avete preso un sacco di cose. Adesso andate a riposarvi.-
Leah scosse la testa, - vado in torretta a dare il cambio.-
Rick provò ad opporsi ma Leah era già scappata. Aveva bisogno di stare sola.
Arrivò in torretta, fece per aprire la porta quando Amanda, una delle ragazze di Woodbury, ne uscì pulendosi la bocca. Merle al suo interno si stava rimettendo i pantaloni.
- Beh? Che hai da guardare? - Amanda la guardava disgustata. - Non fare la santarellina, sappiamo tutti cosa sei capace di fare tu.-
Se ne andò ridacchiando, lasciando Leah senza parole. Cosa era capace di fare lei?
- Ho forza ancora per un'altra scopata, ragazzina.-
Leah portò la mano sul coltello, - vattene Merle. É il mio turno di guardia.-

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