IV Charlotte

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Appena arrivo al castello mi accorgo delle guardie che mi osservano come se fossero sollevati nel vedermi.
Mia madre avrà fatto un putiferio per il mio ritardo ingiustificato. Vedo Max scendere dal cavallo e prendere anche il mio per poi avvicinarsi a me.
"Principessa fa meglio ad andare, credo che questa volta non ve la caverete con un semplice scusa" sorride e sorrido anche io, anche alcune guardie lì vicino sentendolo ghignano. Conoscono tutti la regina, farla arrabbiare è come risvegliare un drago dal suo sonno. Max si allontana.
Quando siamo soli o con le ragazze, si rivolge a me in modo informale, mentre quando siamo in presenza di altri mi da del 'lei'. Sa che odio usare tutti queste convenzioni, ma le regole sono regole, e a corte bisogna rispettarle. Per mia fortuna in palestra e in battaglia tutti questi convenevoli spariscono, solo nelle occasioni come questa, l'incoronazione o altre cerimonie, tutti tendono a seguire il bon ton.
Salgo le scale di marmo per arrivare all'entrata secondaria del castello. Appena entro mia madre e le sue dame si girano a guardarmi. E che sguardo! Stavolta l'ho proprio combinata grossa. Arrivare in ritardo alla mia incoronazione non è sicuramente una cosa da niente, fossero solo 10 minuti, ma sono arrivata in ritardo con la bellezza di quasi di un'ora. Faccio un leggero sorriso dolce "Buonasera" dico educata mentre osservo l'orologio appeso in corridoio.
"Sei in ritardo" dice mia madre, poi appoggia una mano sulla mia spalla e fa uno di quei sguardi che ti fa pensare che diventare prigioniera di un nemico sia il posto più sicuro della terra. Io deglutisco spostando lo sguardo dalla mano appoggiata alla mia spalla sinistra ai suoi occhi. "Ti voglio bene" dico soltanto. Mia madre ignora quel inutile tentativo di salvezza. "Ti sembra un comportamento adeguato? Ti sembra forse giusto arrivare in ritardo alla tua incoronazione? Abbiamo dovuto ospitare quasi tutti i nostri ospiti. Ti rendi conto di questo problema.." poi abbassa la voce, si osserva intorno con discrezione, e continua "dobbiamo controllarli....ma è più difficile del pensabile. Abbiamo dovuto chiamare delle truppe esterne." dice stringendo di più la presa sulla mia povera spalla.
"Ora vai a cambiarti e non voglio sentire lagne,  indosserai ciò che ho scelto per te. Avresti potuto scegliere tu il tuo abito, ma dato l'immenso ritardo e l'estremo imbarazzo, non possiamo permetterci di aspettare oltre, intesi?" dice tutto questo lasciando la mia spalla e incamminandosi verso le scale che portano ai piani superiori.
"Un'altra cosa: oggi quei vampiri, che tu definisci animali, comunicheranno una cosa importante. Stai lontana da loro, non farti riconoscere, e sopratutto fatti accompagnare  sempre dalle guardie, ho già dato l'ordine" dice continuando a salire le scale.
"Sai che posso mettere ko chiunque si avvicini senza il minimo sforzo." Sorrido toccandomi il mio pugnale nascosto nel reggiseno che sotto il seno ha una fodera che protegge la mia pelle dalla lama.
Il ticchettio dei tacchi di mia madre si ferma, si volta " Lo so, proprio per questo, voglio evitare morti inutili, ma sopratutto voglio evitare il tuo possibile incontro con ... lui" dice riprendendo a camminare e io confusa la seguo. Lui chi?Raggiungiamo un altro corridoio e al termine di questo vi è a sinistra un'altra rampata di scale che portano alle camere dei reali, tutte sorvegliate.
"Lui " dico quasi non curante, cercando di immaginare chi possa essere.
"Vestiti in fretta" dice. Poi mi posa un bacio sulla fronte e mi abbraccia "Anche io ti voglio bene" dice accarezzandomi la guancia.
Strano, di solito me lo dice solo quando parte per un viaggio o quando .... ho quei strani sogni. Chissà, forse dopo l'incoronazione partiranno per qualche giorno. Alzando le spalle mi dirigo verso le mie stanze.
Grazie all'aiuto delle sarte e delle mie dame, riesco a prepararmi . Non che io non sappia vestirmi da sola, ma immaginatevi mettersi quei vestiti tutti complicati, con corsetti che bisogna stringere da dietro, sottogonne e gonne da applicare, è un inferno con tutto quel saltare per entrare nella parte inferiore, strettissima in vita. Poi c'è chi mi trucca, chi mi acconcia i capelli e anche chi mi infila il seno che sborda dal corsetto. Tutto questo è troppo.
"Basta, fermatevi, non c'è la faccio più ..." dico esausta e stressata con tutte queste donne che parlano e parlano e parlano e parlano... si agitano e mi agitano.
Loro si bloccano e io aggiungo "Fuori tutte!" dico seria, è un ordine più che chiaro. Loro sconvolte e preoccupate escono. Poi guardo le mie dame dallo specchio "Anche voi, il trucco e i capelli sono già fatti" dico.
Loro si guardano e sospirano.
"Se fai quello che pensiamo i tuoi genitori ti ammazzano ancor prima che tu possa spartire il tuo primo ordine." dicono mantre escono.
Io guardandomi con quel vestito mi sentivo stretta. Oggi volevo essere più che a mio agio.
Bene deciso, mi dirigo alla cabina armadio e cerco l'abito che avevo fatto fare tempo fa alle mie sarte. Mia madre non mi ha mai permesso di metterlo, ma oggi è il mio giorno. Sorrido sapendo che la mia fine è giunta, se faccio questa cosa i mei genitori non me lo perdoneranno. Saltello come una bambina indecisa "Maledizione, che faccio?" dico ritornando in camera a guardami allo specchio. "Lo devo fare, devoooo" dico convinta, abbasso la testa pensando alle conseguenze.
"Dannata a vita, queste saranno le mie conseguenze" dico sospirando. Poi faccio un sorriso "Non ricordi? Lo sei già" dico a me stessa ridendo con gusto. Con questa ironia ritorno nella cabina armadio e recupero il vestito che avevo adocchiato prima e tolgo quella specie di morsa dal mio corpo. Se mi presentassi con l'uniforme di battaglia sarebbe perfetto, ci sono anche i vampiri e voglio mettere le cose ben in chiaro. Ma  così combinerei un guaio, quindi faccio un favore ai miei genitori, a me e a tutto il mio regno e indosso il vestito. Metto le scarpe e sono pronta. Esco dalla mia camera e fuori trovo mio padre con le sue guardie fedeli. Tutti mi guardano inizialmente increduli, poi sorpresi, e infine preoccupati. Già mia madre me la farà pagare.
Mio padre sorride "Che delusione figlia mia, pensavo avresti messo le vesti che usi in battaglia" dice con un finto tono offeso.
"Per una volta non volevo andare contro l'etica" dico ridendo.
"Meglio che tua madre ti veda insieme agli ospiti almeno la tua vita si allungherà fino a quando rimarrai in quella sala" dice sottolineando il fatto che appena sarò sola patirò la furia di mia madre.
"Tranquillo papà, oggi non scappo, se non mi viene data regione per farlo" lui annuisce preoccupato e ordina ad una guardia " dirigiti dalla regina dille di accomodarsi sul trono per placare gli animi." Dice , il soldato s'inchina prima nella direzione di mio padre e poi nella mia.
"Pronta splendore mio" dice porgendomi il braccetto.
"Si" rispondo sicura con un sorriso stampato in faccia. "Intendevo se sei pronta a non uccidere gli ospiti"
"Lo so, e la mia risposta rimane invariata" ridiamo insieme e poi lui dice
"Quindi non hai armi nascoste?" iniziamo a caminare con i guerrieri che ci affiancano.
"Papà mi conosci, non scendo dal letto senza un'arma in mano" dico
"Fortunatamente non sei nata con la spada in mano" dice e ci fermiamo per il fatto che stiamo ridendo troppo, e quando alzo lo sguardo vedo qualche guardia che si si sta contenendo dal ridere capendo l'ironia.
Io le guado poi mio padre fa lo stesso e in fine ci fermiamo a ridere tutti assieme. La maggior parte di queste guardie mi hanno allenato, in vari ruoli in battaglia, mi hanno fatto mangiare la polvere così tante volte, perché il non facevo altro che disubbidire e sfidarli, quindi mi davano delle belle lezioni facendo un duello chi corpo a corpo e chi con un'arma a mia scelta. Fino a che non ho iniziato a fargli io il culo a strisce, da allora fino ad oggi non si permettono più di sfidarmi in una di quelle lotte, riconoscendomi loro superiore, così mi sono guadagnata il rispetto dei superiori. Mio padre non ha mai detto nulla, anzi era sempre lui a volermi vedere combattere con loro. All'inizio finivo sempre in infermeria, poi ho iniziato a diventare brava e allora i guerrieri hanno iniziato a combattere a pieno dei loro poteri, letteralmente, tutti loro hanno poteri diversi. Una volta ho dovuto lottare contro tutti loro, fortunatamente ho potuto combattere con i miei di poteri, ovviamente ho vinto. Mia madre era presente e fu l'unica volta che a fine lotta lei ad applaudire e sorridermi con fierezza, mentre mio padre era sconcertato.

Tornado alle nostre risate, ci raddrizziamo io e mi padre e iniziamo a caminare con sicurezza .
" oggi sarà dura per tutti noi" dice mio padre
"Perché?" Chiedo, lui mi guarda solo. Arriviamo davanti ad una porta gigante alta quasi due piani. Io guardo la porta dall'alto al basso, è la prima volta che la noto sul serio.
" perché ... lunga storia, credo tu sia grade abbastanza per capire quando è un dovere" dice ormai serio.
"Questo è un obbligo e dovere" aggiungo continuando ad osservare la porta
"già....figlia devi promettermi che ascolterai il tutto, e poi non ucciderai nessuno"
Io rido.
"Ascoltare, è ok, uccidere dai non mi dare una ragione per farlo e io non lo farò..." dico ovvia. " purtroppo oggi ne avrai molte di ragioni" dice stavolta sento un qualcosa che colpisce il mio interno,( sono intuitiva molto intuitiva) questa volta so c'è sotto qualcosa di più di una semplice incoronazione.....
"Non mi dire c'entra con quel tizio del lago..." dico a bassa voce, avevo già l'impressione che lo avrei rivisto, ma non che fosse colpevole pure di future mie frustrazioni .... sospiro .
"Che tizio?" dice mio padre , aggrottando la fronte.
"Entriamo, ci aspettano" dico facendo un passo e il re mi segue. Facciamo pochi passi poi le porte si aprono.
Bhe, se devo affrontare tutte ste sfighe, affrontiamole, penso ormai arresa al mio destino.

La sposa ribelle : revisionato!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora