IX. Charlotte

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"Max" lo chiamo, ma lui non alza nemmeno lo sguardo. È seduto su una panchina vicino alla fontana che c'è nel giardino reale.
Ho il fiato corto dopo aver fatto la rampata di scale di corsa. Sto impazzendo e vorrei scoppiare, distruggere tutto, ma non posso usare i miei poteri.
Tutto questo auto controllo mi sta sfinendo, sento il sangue scorrere velocemente nelle vene, sento i mei poteri che viaggiano insieme al mio sangue, e questo mi provoca un tremendo bruciore alle vene.
Ho caldo, tanto caldo.
"Max .... perdonami " ripeto stavolta provando ad avvicinarmi di più per poter posare una mano sulle sue spalle ricurve.
"Io lo sapevo già, sono la vostra guardia, la mia vita è stata generata solo per la vostra protezione. Siete voi a dovermi perdonare."
Io mi blocco e mi raddrizzo ... facendo cadere la mia mano lungo il fianco.
"Smettila" dico. Non è un ordine, sembra più una supplica.
"No, per favore fatemi finire. Io vi amo, non c'è dubbio, ma voi siete troppo per poter essere anche solo ammirata." dice con un sorriso tranquillo e sereno, quasi si fosse liberato alle parole 'vi amo'.
Io non ho reagito e dopo quelle parole è caduto il silenzio.
"Voi non mi amate e già lo sapevo. Desideravate solo liberarvi da qualcosa che provate, ma quel qualcosa non è per me."
"Non dire assurdità! Io non l'ho mai visto quel pezzo di morto."  Dico quasi gridando in preda al panico. Non può pensarle davvero le parole che ha appena detto!
"Si, lo avete conosciuto .... e voi eravate così sorridente quando tornavate dai vostri incontri"
Mi blocco, immagini sfocate e un po' confuse ritornano alla mia mente...

Dei guanti azzurri che raccolgono una rosa caduta dal mio bouquet che porto in mano, il mio petto è piatto e le mie mani sono piccole ... ho circa 6 anni e appena alzo la testa vedo un bosco. Ascolto bene la melodia della natura che suona dolce e tranquilla.
Mi ricordo dell'estraneo e quindi mi volto per vedere il proprietario della mano che portava i guanti azzurri ...
"Grazie..." dico con un sorriso dolce. Guardo la figura alta e ben vestita: è un ragazzo con cappelli scuri ma quando arrivo ad osservare il volto, vengo accecata dal sole. Il sole diretto che arriva ai miei occhi mi provoca dolore e così abbasso lo sguardo e poggio la mia piccola mano sugli occhi per diminuire il fastidio. Sento un movimento e riapro gli occhi sbattendoli più volte. Il ragazzo si abbassa alla mia altezza, lo guardo meglio ma il suo viso rimane ancora sconosciuto. Riesco a vedere molto bene uno splendido sorriso. Ha i canini ma non sembro spaventata, anzi incuriosita. Lascio cadere i bouquet e con la mano gli tocco la guancia e poi con un dito tocco il canino. Lui sorride di più, poi mi toglie la mano dai suoi denti e mi porge la rosa precedentemente caduta e raccoglie il bouquet.
" non avvicinarti..." dice quella voce. La riconosco ma ... poi sento tutto ovattato, il resto della frase non la sento ma vedo le sue labbra muoversi.

"Non avvicinarti" questa volta la voce non è dolce bensì minacciosa. Ritorno alla realtà e davanti ai mei occhi non c'è più il sole ma la luna e al posto di quel ragazzo c'è Max.
"Mi sono stufato di questa situazione" dice, e questa volta riconosco perfettamente chi è il proprietario di tanta arroganza .
"Vattene" dico a quello stupido principe.
"Vorrei accontentarti mia principessa ma no. Temo che ti piacerei troppo se facessi quello che vuoi."
Mi volto per la stupidità delle sue parole. Una volta girata il suo sorriso non è divertito come quello del ragazzo, ma è un sorriso tirato infastidito. Senza accorgermene faccio lo stesso gesto che ho fatto da bambina nel mio ricordo. Alzo la mano e gli tocco la guancia. Lui sembra sorpreso, quanto me d'altronde. Poi con un dito mi avvicino sempre di più alle sue labbra mentre mi concentro su quei denti appuntiti. Era lui nel sogno? Quello stupido era nel mio ricordo?

Realizzo quello che sto facendo e riprendendomi lo guardo negli occhi. Lui mi fissa stupito ma noto che gli piace. Corrugo la fronte e poi prendo l'occasione per fare ciò che avrei voluto fare da tanto. Sposto la mano sulla sua fronte spostandogli i cappelli che sono caduti sul davanti, sorrido e cogliendo l'occasione e i mei occhi iniziano a schiarirsi, sorrido.
"C'è tanto che mi devi dire...ma per ora mi accontenterò di sapere che sei un vero rompi palle" detto ciò gli punto il dito sulla sua fronte e con una piccola spinta lui prende il volo. Una spinta fantasma lo lancia lontano fino a farlo arrivare alle scale del balcone. Solo mentre la sua figura si allontana da me vedo mio padre, mia madre e quel accompagnatore dell'asino volante.
Max si alza "Cosa hai fatto?" e nel dirlo sorride. Io mi volto verso di lui.
"Max basta così. Credo che l'amicizia che ci legga sia troppo importante da metterla in pericolo per niente. Non è una situazione favorevole per me e ho bisogno delle persone giuste al posto giusto, di stabilità almeno nelle mia amicizie." Detto ciò gli poso un bacio sulla guancia.
Sento l'aria che viene tagliata. Sorrido, quanto ti è prevedibile! Metto una mano al mio lato poggiandola sul petto di quell'asino.
"Ora vai. Domani dobbiamo parlare di alcune faccende legali" dico parlando con Max .
"Ti ammazzo mortale" ruggisce il vampiro fermo con la mia mano sul petto.
Max manda giù la saliva, fa un inchino e si avvia passando vicino al vampiro, che io prontamente afferro per il braccio facendogli capire che deve stare fermo.
Appena il mio consigliere è abbastanza lontano da non sentirci  lascio il braccio di quella creatura che tanto non sopporto e mi siedo proprio dove prima c'era Max.
"Perché lo hai fatto?" Mi chiede. Alzo lo sguardo notando che sul suo volto c'è del sangue ma nessuna ferita. Gli afferrò la mano tirandola per far sì che si metta alla mia altezza e lui si inginocchia.
Prendo il lembo del mio abito e strappo un pezzo della stoffa di seta interna.
Mentre gli sto pulendo il viso dal sangue noto che i suoi occhi sono rivolti sulla mia gamba scoperta e velocemente la ricopro.
"Sei irritante, quindi è da un po' che volevo farlo"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 16, 2021 ⏰

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