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La vecchia automobile di mia madre percorre la strada che si inerpica lungo la collina. Ad ogni curva mi tornano su gli spaghetti con il tonno che ho mandato giù dieci minuti fa. La mamma ha insistito perché si sbrigassi. Ha sempre una fretta del diavolo quando dobbiamo andare a lavoro. È colpa della signora Teresa, la matrigna di Beverly. Se ritardiamo anche solo di un minuto, ci mangia vive.

Vorrei vivere come una normale diciassettenne. Mi piacerebbe dedicarmi di più allo studio, leggere un sacco di libri, persino scrivere un romanzo solo che non ne ho il tempo. Invece di fare shopping o andare al cinema, trascorro i pomeriggi a scrostare fornelli, passare l'aspirapolvere o stirare. Uno stipendio in più, tuttavia, fa comodo nella nostra situazione.

Dopo aver parcheggiato la macchina, entriamo nella grande villa in stile barocco. Mi ricordo ancora la prima volta che l'ho vista nonostante siano passati anni. Rimasi a bocca aperta davanti a tutti quei stupendi affreschi, raffiguranti i miti dell'antica Grecia, e ai sontuosi soffitti a cassettoni, decorati con l'oro. Adesso, invece, non ci faccio quasi più caso. Ormai sono abituata a tutto quello sfarzo.

Teresa se ne sta seduta sul divano, fasciata da una vestaglia di raso nero, con il cellulare in mano. Da quello che dice, capisco che sta pianificando alcuni affari finanziari della massima importanza. "Goditela finché puoi" penso. Tra un anno, Beverly diventerà maggiorenne e l'intero patrimonio tornerà nelle sue mani, come stabilito nel testamento del padre.

Angela, la sorellastra di Bev, invece, è impegnata nel soppesare tutte le calorie che ingerisce. Cosa inutile: ci servirebbe la mano di un chirurgo plastico per migliorarla un po'. In effetti, non è bella: ha le spalle larghe e mascoline, il seno enorme ma sceso, la vita ultrasottile, i fianchi larghi, il sedere piatto e le gambe storte. Manca di grazia, di stile ed è antipatica e acida. Io e Beverly la chiamiamo Frankestein. Non mi spiego ancora come abbia fatto Teresa a farla fidanzare con il figlio di due ricchi imprenditori.

Mi sento stranamente sollevata quando Teresa fà cenno a mia madre di seguirla in un'altra stanza. Quella donna non mi piace per nulla. Ha qualcosa di cattivo nello sguardo.

Come ogni giorno, alla villa ci sono mille cose da fare. Non so se troverò dieci minuti per parlare con Beverly. Ho deciso di raccontarle tutta la verità su ciò che è accaduto con William la sera prima e del fatto che me lo sono ritrovato come compagno di classe. In fondo, è la mia migliore amica e deve capirmi. Chissà, magari mi darà anche qualche consiglio. In fatto di ragazzi, ha sicuramente più esperienza di me. Ne cambia uno a settimana, come se fossero abiti. Io, invece, non so da che parte cominciare.

Teresa torna nel salone mentre sto meticolosamente passando l'aspirapolvere. Cerco di non pensare a William e alla festa quando le passo accanto. Mia madre sostiene che quella donna è capace di leggere nel pensiero. Io non ci credo a queste cose però rimane il fatto che Teresa sa sempre tutto. In casa non accade nulla senza che lei ne sia al corrente.

Mi accorgo che segue con attenzione ogni mio movimento e la cosa la innervosisce. Sembra che muoia dalla voglia di dirmi qualcosa di spiacevole ma stia soppesando attentamente le parole. «Ti è piaciuta la festa ieri sera?» dice infine.

Il mio cuore comincia a battere all'impazzata. «Quale festa?» chiedo fingendo stupore.

«Le domande qui le faccio io, carina.» afferma la donna con un tono così freddo che mi fà venire i brividi.

«Credevi di averla fatta franca? E invece no. Io sapevo tutto del vostro piccolo complotto. Andare ad una festa per ricchi! Quale assurdità! Credevi forse che qualcuno potesse innamorarsi di te?» ride. «Come sei ridicola! Chi la vorrebbe una ragazzina povera, meticcia e brutta come te!»

DannatoWhere stories live. Discover now