CAP 12

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Il rumore del cellulare mi sveglia dal sonno in cui finalmente ero sprofondato.

Ma non è la solita musica che accompagna i miei risvegli già da un po' di tempo, è una suoneria diversa, che non riesco a distinguere....

Con la mente ancora annebbia dal sonno e un occhio mezzo aperto afferro il cellulare e finalmente capisco cosa sta succedendo.

-Pronto? Dico con una voce ancora visibilmente impastata dal sonno che mi fa parlare come se fossi un ubriacone capace di mettere insieme solo poche consonanti.

Dall'altra parte del cellulare arrivano solo suoni sconnessi per quanto possa essere presente a me stesso, dopo qualche secondo riesco finalmente a capire chi c'è dall'altra parte...Michele!

Ero in super mega ritardo agli allenamenti e il mio amicone di merende mi aveva coperto con il mister dicendogli che ero rimasto fermo in panne con la macchina e stavo aspettando il carro attrezzi per la macchina è un taxi per me che mi avrebbe accompagnato al palazzetto.

Un genio, Michele Fedrizzi, era decisamente il mio nuovo idolo.

Su di lui potevo sempre fare affidamento, mi copriva quando ce n'era bisogno e io facevo viceversa per lui.

Un'amicizia che era nata grazie alla pallavolo e che sarebbe resistita anche quando il mondo della pallavolo non avrebbe più fatto parte delle nostre vite.

Entrambi abbiamo sempre avuto tante passioni in comune che abbiamo sviluppato assieme.

Dalla palla ronda a spicchi fino ad arrivare alla musica.

Le serate a mixare a casa suo o mia con i compagni di squadra erano all'ordine del giorno.

Da quanto non ne facevano una? Troppo tempo!

Mi resi conto solo in quel momento di aver trascurato i miei amici di sempre ed aver focalizzato la mia attenzione solo su Giulia e quello che le era successo.

Forse era arrivato il momento di raccontare anche ai ragazzi la mia piccola o forse grande disavventura che inaspettatamente si era trasformata in qualcosa di positivo.

Fortuna che il borsone per gli allenamenti era già pronto davanti all'ingresso di casa...

Ginocchiere, scarpe, maglia, calze, boxer, pantaloncini, tuta e accappatoio....

Un piccolo ripasso generale prima di chiudermi alle spalle la porta di casa e dirigermi verso la macchina parcheggiata a pochi passi dalla mia abitazione.

In pochi minuti ero già davanti all'ingresso del palatrento con il borsone in spalla e un fiatone da cartone animato che se mi permetteva di respirare era già anche troppo!

Entrai e mi scusai con il mister che mi fece un mezzo sorrisetto sgembo.

Quell'uomo aveva capito tutto, era troppo furbo!

1000giri di corsa non me li avrebbe tolti nessuno.

Mi cambiai alla velocità della luce, e corsi in campo e mettendomi a fare gli esercizi con i ragazzi che erano già impegnati sotto rete.

Pensavo di averla scampata anche per questa volta...

Ma il mister mi aveva richiamato a rapporto per una ramanzina con i fiocchi.

Zitto e con lo sguardo che puntava il pavimento ascoltavo ogni singola sillaba pronunciata da quell'uomo che sembrava volesse farmi sentire peggio che uno schifo.

"Due giorni dall'inizio del campionato!

Come pensi di poterti meritare il campo se non sei nemmeno in grado di arrivare in orario?

La Mia Serenità Sei TuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora