CAP 6

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Un'altra settimana era passata e per Giulia nessuna novità.

Sua madre ed io ormai si poteva dire che avessimo fatto amicizia, ci incontravamo nei corridoi

di quell'ospedale che doveva essere diventata una seconda casa per quella donna...

Si scambiavano due chiacchiere davanti alla macchinetta del caffè che era diventata il nostro punto d'incontro.

Mi aveva perfino lasciato sul comodino da parte al letto di Giulia un libro, con su un bigliettino...

"Io glielo leggo sempre, i medici mi hanno detto che potrebbe sentire, quindi la tengo al passo con quello che fanno a scuola.

Si sa mai che si svegli prima della maturità!

Grazie Filippo!"

Che grande forza che aveva la signora Germana, così si chiamava la mamma di Giulia...

Non aveva smesso nemmeno per un secondo di credere nel recupero totale delle capacità della propria figlia.

E quel suo piglio positivo, diciamocelo aveva contagiato pure me.

Dovevo essere triste per la situazione, ma non ce la facevo.

Non prendetemi come un insensibile, ma mi veniva spontaneo pensare positivo e credere in un risvolto altrettanto bello.

Ad allenamento rendevo di più, ero più concentrato e diligente.

Cosa che aveva insospettito e non poco i miei compagni di squadra...

Le solite chiacchiere da spogliatoio.

Si vociferava che Filippo Lanza si fosse fidanzato.

Ed invece non si sarebbero immaginati minimamemte dove andavo finito di allenarmi e come passavo le miei giornate quando non ero al palazzetto con loro.

Con le gambe incrociate una sull'altra per crearmi un appoggio per quel libro che pesava più di me, mi ero messo a leggere da dove avevo trovato un orecchietta.

Sicuramente fatta dalla sua mamma.

Storia.

-Salve signorina, oggi la professoressa di storia non c'è, abbiamo un supplente nuovo...

Piacere mi chiamo Filippo Lanza, e praticamente da due secondi sono diventato un professore...

Lo so, lo so.... Sono precoce come ragazzo, non deve dirlo, lo so di per me.

Iniziamo la lezione, niente più distrazioni.

Come ogni volta le avevo preso la mano, come se quel contatto creasse un collegamento tra di noi.

Come se attraverso quel contatto così diretto, lei potesse capire meglio quello che le dicevo senza troppi problemi.

-Quindi penso di essere stato chiaro... Se non ha capito qualche passaggio, ricevo nel primo pomeriggio.

-Sei stato chiaro! Fin troppo.....

Sognavo?

Chi aveva parlato? In stanza c'ero solo io, a parte Giulia....

Appunto Giulia?

Giulia aveva parlato?

........

- E no anche qui non mi meritavo di seguire le lezioni come se fossi a scuola!

Questa era un'ingiustizia divina! Ero già in ospedale, come punizione non poteva bastare?

La Mia Serenità Sei TuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora