CAP 5

270 17 1
                                    

CAP 5

Ero diventato un abitué del reparto di rianimazione.

Le infermiere mi salutavano come se mi conoscessero.

Ormai era passato un mese e Giulia non accennava a svegliarsi, ma io non demordevo.

Ogni qualvolta avevo un momento libero passavo a trovarla.

Le raccontavo cosa mi capitava durante la giornata, di come mi sentivo io e di come desideravo che di risvegliasse.

Parlare con lei era diventata una valvola di sfogo per sviare alla quotidianità dalla mia vita.

-Ciao Giulietta, come va oggi?

Sapevo che non avrebbe risposto.... Ma mi andava di chiederglielo comunque.... Come facevo tutte le volte che iniziavo una conversazione con lei....

-Sai devo confessarti una cosa, i monologhi non mi sono mai piaciuti... Ma con te sto facendo un sacco pratica lo sai?

Oggi ad allenamento mi sono preso il solito cazziatone dal mister che mi ha beccato parlare con un mio compagno di squadra....

Parlavo senza mai fermarmi, sembravo una macchinetta impazzita!

-Ti rendi conto che sai più cose tu, compromettenti su di me, che mia madre?

Questa cosa non va affatto bene...

Mi sa che dovrò ridimensionare il tono delle nostre chiacchierate....

Oggi l'allenamento è stato non faticoso di più, ti dico solo che ho dovuto cambiare 3 maglie perché erano fradice.

Però non ti preoccupare non puzzo come una capra, prima di venire qua mi sono fatto una doccia.....

Intanto avevo appoggiato il giubbotto sul tavolo della stanza nuova dove l'avevano portata.

Un singola tutta per lei.

-Non credere che mi sia profumato per te, ahahahahah

Mi sono lavato, perché io tengo al mio igiene.....

Solo per quello... Ahahajaj

Fra un mesetto nizia il campionato, sono già in tensione adesso....

Spero ti possa svegliare così ti faccio l' abbonamento e diventi la mia tifosa numero uno....

In fondo me lo merito... No?

Parlavo parlavo con lei come non avevo mai fatto con nessuno in vita mia.

Neanche con mia mamma.

La sua espressione mi sembrava mutare ogni tanto, ma sicuramente era solo frutto della mia immaginazione.

Come può cambiare l'espressione del viso di una persona in coma?

Ovvio che non sia possibile.

Però vero o non vero a me dava quella sensazione.

I dottori non si pronunciavano...

Si aspettava solo il suo risveglio....

Il giorno prima avevo incrociato nel corridoio che portava in reparto il padre di Giulia.

Un uomo chiuso rispetto alla moglie.

Avevo capito il suo carattere, mi sembrava di vedermi più grande.

Si vedeva che dentro era in tumulto, ma che fuori non voleva far capire al mondo intero quello che gli era capitato.

Mi ci rivedevo molto in lui.

Poche persone conoscevano Filippo Lanza la persona.

Però molti sembrano conoscere Filippo Lanza il giocatore.

Quello spavaldo che entra in campo come se tutto gli fosse dovuto, come se giocare fosse un passatempo con il quale divertirsi.

Ecco la gente che spuntava sentenze senza aver capito chi in realtà io fossi.

A me poco interessava tutto questo, a me l'unica cosa che mi è mai interessata è scendere in campo e dare il massimo di quello che potevo offrire, sempre e comunque!

Le poche persone che mi conoscevano bene lo sapevano . .

E a me bastava quello....

.........

La sua visita era la cosa che aspettavo sempre.

Per me non era facile capire bene in quale parte del giorno mi trovassi.

Insieme ai miei genitori era una di quelle persone che mi faceva piacere che mi venissero a trovare.

Non mi trattava come un'ammalata, come una costretta in un letto in uno stato vegetativo.

Avevo capito di essere in coma ma non in pericolo di vita.

Almeno così dicevano i dottori che ogni giorno venivano a visitarmi .

Lui, lo chiamo così perché non sono ancora riuscita a capire quale sia il suo nome.

So così tante cose di questo ragazzo, ma sbadato com'è non si è ricordato di presentarsi.

Fra un po' so quante volte va in bagno e non so come si chiama.....

Possibile?

A quanto pare si....

Come ogni volta che arriva mi chiede come sto....

E solo Dio sa quanto io voglia rispondergli, ma proprio non ci riesco.

Le parole non vengono, si sono come perse chissà dove....

Vorrei rispondergli va bene, non vedo l'ora di aprire questi fottutissimi occhi e ritornare alla mia vita normale, quella di adolescente incasinata, pronta a sostenere la maturità....

Ma niente....

Lui parla ed io posso solo che ascoltare.

I suoi racconti mi tengono compagnia, ed ogni giorno mi dice qualcosa di nuovo...

Si confida e mi racconta la sua giornata.

Ieri è inciampato durante l'allemento e mi è venuto da ridere....

Per un brevissimo attimo mi sembra che i muscoli del mio viso si siano tirati quasi a formare una specie di sorriso....

Ma deve essere stata solo una mia impressione.

Lui non ha detto nulla, se fosse successo lo avrebbe detto subito....

Stare inchiodata su questo letto mi sta mandando al manicomio, ma a tenermi su ci sono loro. I miei genitori. E lui.

Non so quale possa essere il suo aspetto fisico...

Min basta la sua voce a tenermi compagnia.

Sicuramente se gioca a pallavolo, da quello che mi aveva raccontato di certo non doveva essere poi così tanto basso....

E poi non di sicuro gracile.

Durante le ore si educazione fisica avevamo visto dei filmati sulla pallavolo per imparare la tecnica di gioco, così la professoressa ci aveva detto....

E quelli su quel DVD erano dei pezzi di MarcaAntonio mica male....

Alti, palestrati... Veramente proprio dei bei ragazzi

.

La voce non mi faceva capire molto bene come potesse essere fisicamente, ma mi faceva capire perfettamente come era di carattere....

Sensibile, dolce, impacciato, testardo....

Quello lo avevo capito da subito....

E quello mi bastava per aspettarlo ogni giorno, e aspettare i suoi racconti.

Le sue confidenze mi facevano bene.

Lui mi faceva bene.

La Mia Serenità Sei TuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora