Capitolo 3

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Mi sveglio di soprassalto a causa del campanello, sbuffo, mi alzo dal letto e vado ad aprire la porta

<<Buongiorno signorina>> mi saluta Sophia porgendomi un bicchiere enorme di caffè e una scatola con due ciambelle

<<Buongiorno>> sbadiglio

<<Perché ha dormito vestita? Non si è neanche sciacquata il viso? Ha residui di mascara, si roviner->>

<<Oh Sophia ti prego, sembri mia mamma>> mi dirigo verso il bancone della cucina e mi siedo in uno sgabello iniziando a mangiare mentre la mia assistente chiude la porta e rimane in piedi

<<Puoi sederti eh, non mangio mica e poi smetti di darmi del "lei">>.

Sorride per poi ascoltarmi

<<Ti ricordo che tra un'ora devi recarti alla Vogue per l'intervista, hai già letto la trama del film?>>

<<Ehm...si?>>

<<Lo immaginavo quindi l'ho fatto io>>

<<Ecco perché sei la mia assistente, allora cosa dovrò fare stavolta?>>

<<Sei una ragazza con problemi economici che perde i genitori da piccola e rivede dopo tanto tempo il tuo amore del liceo che è un avvocato ricco che ti aiuterà a ripagare i debiti di tuo padre>>

<<Oh mamma, reciterò in un solito polpettone rosa e poi...>> scoppio a ridere ricordandomi dell'aspetto del coprotagonista <<quell'energumeno non sembrerà proprio un avvocato è pieno di tatuaggi>>

<<Starà al regista decidere>>

<<Beh il regista dovrebbe proprio cambiare mestiere>> affermo dirigendomi al piano di sopra <<sarò pronta tra alcuni minuti>>.


<<Sei sicura?>> Chiede Sophia

<<Sì, non sono mica una bambina, posso andare anche da sola>>

<<Mi raccomando ricorda la trama e rispondi solo alle domande che vuoi, educatamente per favore>>

<<Cara Sophia, tranquilla non strapperò i capelli a nessuno sta volta sempre se quel vichingo non mi faccia arrabbiare>> le faccio l'occhiolino per poi indossare gli occhiali da sole e uscire dall'auto.

Entro nel grattacielo con la scritta sul davanzale "Vogue" in nero e lo sfondo bianco per poi raggiungere la hall spaziosa ed elegante

<<Te l'ho detto amico, non sono molto convinto, è di Jade Evans che stiamo parlando, è una snob psicopatica e non intendo avere a che fare con lei, figurati passarci ore per registrare un cazzo di film!>>

Mi volto a sentire quelle parole e vedo un ragazzo molto alto con i capelli castani al telefono e girato di spalle con una canottiera nera attillata che lascia intravedere dei tatuaggi: Aaron Wesley.

Ricontrollo i messaggi di Stewart dove mi riconferma l'appuntamento all'undicesimo piano ed entro nel primo ascensore che si ferma al piano terra quando il vichingo Wesley mi raggiunge entrando a sua volta, mi sorpassa col corpo per premere il pulsante dell'ascensore e mi inizia a fissare con i suoi grandi occhi verdi senza nascondere l'analisi a cui mi sta sottoponendo

<<Anche tu vai all'undicesimo?>> Chiede con un accento inglese

<<Sì>>

<<Sei di poche parole eh>> sorride maliziosamente <<allora ci rivedremo altre volte>>

<<Sfortunatamente sì>> sbuffo

<<Chi sei? Me lo dici almeno il tuo nome?>> Chiede curioso

<<Sono la snob psicopatica di cui parlavi prima>> dico levando gli occhiali per poi uscire dall'ascensore e lasciandolo a bocca aperta

<<Sei Jade? Jade Evans?>> Dice seguendomi

<<Già>> continuo a camminare

<<Non volevo dire quello che ho detto>>

<<Oh io penso proprio di sì e sai una cosa?>> Chiedo girandomi <<non me ne importa, anche io non voglio avere a che fare con te, sei un vichingo, neanche ti conosco e soprattutto non ho mai ascoltato nessuna tua canzone, ti sto solo aiutando perché ti sei rovinato la reputazione inesistente che ti ritrovi quindi ti chiedo almeno un poco di riconoscenza>>

<<Oh cara Jade Evans, ascoltami sarai anche un'attrice di successo con milioni di fan, una famiglia perfetta, un centinaio di ragazzi e mille amiche, ma se le persone ti conoscessero davvero, si accorgerebbero che sei solo un'egocentrica stronza>>

<<Ragazzi, siete pronti per l'intervista?>> Chiede una ragazza con i capelli rossicci interrompendoci <<la giornalista vi sta aspettando dentro>>. La seguo e mi ritrovo in una stanza con una donna snella, con i capelli neri e l'aria autoritaria che ci sorride

<<Ciao ragazzi, piacere mi chiamo Cristina sono la giornalista di Vogue che vi intervisterà, tu sei Jade Evans giusto?>>

Annuisco

<<Mentre tu dovresti essere...>>

<<Aaron Wesley>> si intromette il cavernicolo

<<Oh sì giusto, lo avevo dimenticato>>

Mi esce una risatina così mi siedo in una delle poltroncine bianche cercando di rimanere seria

<<Non è affatto divertente>> commenta

<<Oh invece sì>>

<<Quando siete pronti incominciamo l'intervista>>.

Option 4 series: UnbreakableDove le storie prendono vita. Scoprilo ora