Capitolo 9- Presentazioni

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Non smettevo di pensare a ciò che era successo la sera precedente. Sfidavo chiunque a non pensarci.

La sensazione che mi procurava quando mi tornava in mente il modo in cui si divoravano era come aver ricevuto un pugno nello stomaco ed io stavo subendo le conseguenze di quella bella batosta.

E per condire il tutto c'era quel bacio mancato.

Come poteva aver baciato e scopato con quella e poi pensare di baciare me come se non fosse successo nulla.

Non c'erano dubbi, lui reincarnava il perfetto prototipo del puttaniere.
Ero talmente concentrata da questi pensieri da non essermi nemmeno resa conto che l'acqua della doccia era diventata gelata.

Uscì dalla doccia e indossai il mio accappatoio, l'orologio segnava le sei e quarantasei.
Mi asciugai con calma e dopo aver applicato uno strato generoso di crema corpo al caramello e aver reso i miei capelli decenti, mi adoperai alla scelta del mio outfit.

Optai per una gonna a vita alta nera che arrivava poco sopra al ginocchio, una camicetta di raso grigia al quale sopra avrei abbinato una giacca nera e le mie classiche décolleté.
Scelto anche cosa indossare mi precipitai giù in cucina per mangiucchiare qualcosa, non che avessi tutto questo appetito ma non volevo stare a stomaco vuoto.

Trovai un post-it firmato da tutti e tre che mi dicevano che erano andati a correre prestissimo e che dopo essersi docciati erano corsi a lavoro ognuno per delle emergenze.

Nonostante i miei tentativi di rendermi presentabile, il mio umore influenzava anche il mio aspetto e ringraziai la mia buona stella, perché ogni tanto evidentemente si ricordava della mia esistenza.

Bevuto il succo e l'orario segnava le sette e un quarto.
L'azienda in cui avrei fatto la buffonata che tutti chiamavano stage si occupava della costruzione di yacht e imbarcazioni di lusso, settore completamente opposto al mio. Non so proprio come ragionasse il mio consiglio di amministrazione né se avessero intenzione di farmi uscire di testa.
Nel pomeriggio avrei avuto anche gli allenamenti di krav e avrei incontrato i simpaticoni. Per essere fratellastri si somigliavano molto caratterialmente.

Entrambi con quel ghigno che ormai era il loro marchio distintivo e quell'aria da "possotuttograziealmiosplendidofaccino". Seh come no.

Anche se Andrea era molto bello, belle spalle e un tocco inconfondibile.
Aspetta un secondo! Ora sì che era ufficiale, stavo perdendo sul serio la testa. E tutti ci stavano mettendo il loro contributo.
Ricontrollai l'ora e dovevo darmi una mossa, l'azienda distava mezz'ora da casa mia traffico escludendo.
Per tutto il tragitto la morsa allo stomaco sembrava aumentare, mi veniva quasi da vomitare, specialmente quando arrivai al parcheggio.
L'edificio era molto grande, e svettava su quattro piani.

Entrata nell'edificio la prima cosa che notai era l' insegna sopra al bancone della reception, un'ancora che sfumava in diverse tonalità di blu con sotto due iniziali L.C.
L'intero complesso era su diverse tonalità di blu compresi gli arredi, ma una voce mi destò dal mio rimuginare sui colori scelti per l'arredo

<<Signorina, si sente bene posso esserle utile?>> mi chiese la receptionist, di cui la prima cosa che notai erano le gambe chilometriche e il corpo fasciato da un completo blu scuro.

<<Si la ringrazio, sono la signorina Riva delle industrie Greco>>

<<Venga con me, la stanno aspettando in sala riunioni>> a quella informazione il mio stomaco cominciò a contrassi ancora di più. Odiavo non avere il controllo di me stessa, ma riuscì a sorridere e seguire la receptionist che mi guidò verso il corridoio fino alla sala riunioni.
Bussò per poi fammi entrare.

La prima cosa che vidi fu un uomo sulla cinquantina, capelli brizzolati è un bel sorriso che mi ricordò qualcuno, e se la mia vita non fosse di per sè una tragedia il mio sguardo si posò proprio sulle mie nemesi.

Marco e Andrea seduti fianco a fianco in completo elegante, Marco con un completo blu scuro mentre Andrea aveva un completo gessato. Era perfetto anche vestito elegante.
Ci fissammo un secondo che parve durare ore, ma mi ricomposi subito portando la mi attenzione sull'uomo poco distante da me. Ma sentivo i loro sguardi addosso accompagnanti dal solito ghigno, che cazzo ci fanno loro qui?
A dare un freno alle mie domande fu proprio quell'uomo

<<Benvenuta signorina Riva, sono Leonardo Cavalcanti, proprietario delle industrie Cavalcanti è un piacere averla con noi>> si presentò. Aspetta un secondo " Leonardo Cavalcanti" non sarà mica.

<<Vorrei presentarle i miei figli con cui avrà modo di lavorare, loro sono Marco e Andrea>> e con quelle parole tornai a guardarli e gli sguardi che mi lanciavano, potevano significare solo una cosa: guai in vista cara Elena.

-Spazio Autrice
Scusate l'assenza ma ho avuto qualche piccolo problema ma sono felice di essere tornata.
Per Elena niente sembra andare per il verso giusto. Che le stelle si siano davvero messe di traverso per lei? Vedremo come andrà a finire.
Alla prossima piccole mezze lune 🌙

2 Souls on Fire (TEMPORANEAMENTE SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora