Capitolo 12- Obbiettivi

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Mentirei se dicessi che il bacio di Andrea non mi abbia toccata minimamente e mentirei ancora di più se dicessi che non vorrei succedesse ancora.
Il modo in cui ha lambito le mie labbra in modo così prepotente e così dolce allo stesso tempo, il suo modo di toccarmi, di farmi aderire completante a lui, non avrei mai creduto di poter provare emozioni simili.

Detto da una ventenne suona così malinconico e stupido.

Mi sono data malata il giorno dopo perché sebbene volessi dimostrarmi forte, sapevo che appena Andrea mi avrebbe anche solo detto buongiorno mi sarei sciolta come neve al sole. Che metafora sdolcinata, ma dove sono finita?

Io sono una combattente. DA SEMPRE, E NIENTE MI FERMA O MI FERMERÀ MAI!
Ecco ciò che mi dico allo specchio, come discorso motivazionale prima di prepararmi per lo stage, dove vedrò quel batterista di cui so così poco e di cui conosco già a memoria le labbra. Basta!
Mi do un'ultima occhiata e mi ritengo soddisfatta di ciò che vedo davanti allo specchio, prendo la borsa e scendo nella hall dell'albergo dove il concierge mi saluta con un cenno e mi augura buona giornata.

I miei fratelli pur sapendo non so come dove io alloggi non sono venuti, così almeno posso non preoccuparmi di qualcosa.

Arrivata in ufficio mi butto su delle pratiche che mi sono state consegnante al mio arrivo e mi metto al lavoro non notando che si è fatta ora di pranzo, ma anche se non ho per niente fame mi concedo cinque minuti per bere un sorso d'acqua e alzarmi un po' dalla sedia.

Dalla finestra vedo la bella giornata di oggi, mi godo quei piccoli raggi che filtrano dal vetro e mi colpiscono il viso quasi a volermi donare forza, rigenerarmi.

Scaduti i cinque minuti mi rimetto a lavoro e poco prima del primo pomeriggio ho finito.
Non avendo altre mansioni posso andare ma prima lascio le pratiche alla segretaria in modo che possa archiviarle.
Prendo il cellulare che non ha mai smesso di vibrare e trovo tre messaggi da Filippo, due chiamate da Alessandro e una da Niccolò, non smettono mai di chiamare o di scrivere sebbene io non risponda.

Butto il cellulare in borsa e vado alla ricerca delle chiavi che ogni volta trovano un nuovo nascondiglio all'interno della mia borsa.

Sono letteralmente concentrata dalla ricerca delle chiavi che vado a sbattere contro qualcosa di duro, sto per scusarmi quando incontro gli occhi che infestano i miei sogni.
Le mie terminazioni nervose scattano sull'attenti all'istante e l'aria mia abbandona.

Non so quanto tempo rimaniamo così a fissarci, i nostri corpi che si sfiorano appena ma tanto basta a far si che il mio cuore batta più del normale.
Riesco a distogliere lo sguardo e a pescare quelle benedette chiavi, gli passo di fianco prima che la sua mano prenda la mia. Mi blocco all'istante.
Sono ancora girata di spalle quando parla.

<<Come stai? Ieri non sei venuta>>

<<Non mi sentivo bene, nulla di grave>> mi limito a rispondere, nella speranza che sia sufficiente e fargli lasciare la presa che ha sul mio polso. Voglio andare via.
Mi gira e ci ritroviamo faccia a faccia.

<<E ora come ti senti?>>

Mi esce un verso strozzato che dovrebbe corrispondere a un bene, ma al momento non sono sicura.
Mi studia, passa a rassegna tutti i dettagli del mio viso. Lo vedo alzare l'altra mano e toccare il piccolo neo che ho sotto l'occhio sinistro per poi sfiorarmi la guancia in una carezza veloce.

<<Bene>>

Mi sento risucchiare ogni minuto che sono così vicino a lui e mi guarda a volermi scavare dentro. Cosa cerca?
A rompere i nostri sguardi è un verso che dovrebbe passare per un colpo di tosse.

Alzo lo sguardo e mi ritrovo il ghigno del moro davanti, guarda le stretta del fratello o del fratellastro.
Scioglie la presa e senza perdere un secondo mi volto verso la mia auto.
Faccio tutto meccanicamente e cerco di sembrare tranquilla quando non lo sono affatto.

Solo quando mi ritrovo in albergo ed entro in camera mia, riprendo a respirare in modo quasi normale. Il cellulare continua a trillare e manca poco che non lo lanci contro la parete. Cammino avanti e indietro senza riuscire a placare questa fame d'aria.
Mi spoglio velocemente e mi butto sotto la doccia.

L'acqua prende a scorrermi lungo il corpo e spero che si porti giù nello scarico anche tutte le mie angosce.
Porto istintivamente la mano verso il mio tatuaggio e cerco di trarne coraggio. Ricordo il giorno in cui lo feci, falsificai la firma di mia zia sul modulo da presentare al tatuatore. Non che ci abbia creduto ma con cinquanta dollari in più riuscii anche a strappargli un sorriso.
Ecco è proprio questo che devo ricordare. La mia tenacia.
Ho sempre perseguito i miei obbiettivi, nulla mi ha mia fermata dall'ottenere ciò che volevo.
"Ci saranno sempre persone pronte a farti del male, a credere di averti in pugno. Lasciaglielo credere e poi farli ricredere. Bambina mia dolce non hai idea di quanta forza ci sia in te" le parole di mia madre mi rimbombano nella testa.
Se non per me devo farlo per lei, dimostrare che lei ci aveva visto giusto anche se solo in parte. Che sua figlia può renderla davvero fiera e così sarà.
Con questa consapevolezza mi metto a letto sperando che i rari momenti in cui chiudo gli occhi due paia di occhi mi stiano quanto più lontano possibile.

-Spazio Autrice
Abbiamo un po' tutti qualcuno che la brutta abitudine di sottovalutarci, no?
Ma Elena con tutto ciò che sta passando ci riuscirà davvero a dimostrare quanto vale e quanto sia forte?
Alla prossima piccole mezze lune 🌙

2 Souls on Fire (TEMPORANEAMENTE SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora