Noa

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Noa aveva sempre etichettato suo cugino come un asociale.

Se ne stava perennemente per i fatti suoi e non aveva neanche un amico.
Da piccolo aveva anche provato a farci amicizia ma l'altro non l'aveva neanche guardato in faccia e anche se Noa avrebbe continuato a provarci, i suoi genitori sapendo del trauma del nipote gli dissero che aveva bisogno di stare da solo e di lasciarlo in pace.

Quindi quando quest'ultimo venne in camera sua, spalancando le finestre e canticchiando qualche canzone di Elvis Presley si domandò come fosse possibile tutto ciò.

- Forza dormiglione dobbiamo andare a scuola -

- Drew, è presto perché minchia mi hai svegliato!? - Mugugnò Noa mettendo la faccia sotto il cuscino.

- Perché siamo sempre in ritardo, quindi se ci svegliamo prima possiamo finalmente arrivare in anticipo -

- ...Guarda che sei tu quello che arriva perennemente tardi, io mi sveglio prima - Rispose Noa spegnendo la sveglia che di lì a poco avrebbe iniziato a suonare.

- Pensala come vuoi, ma ora dobbiamo sbrigarci -

- ...Va be', ci rinuncio - disse iniziando a prepararsi.

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- Ragazzi mi sono accorta che molti di voi parlano durante la lezione con il proprio compagno di banco, così ho deciso di cambiare i posti -

Alle parole della professoressa ci fu un mormorio generale.

Noa guardò il suo vicino affranto da questa cruenta decisione.

Strinse le mani dell'amico nelle sue, poi prese un fazzoletto e iniziò a sventolarlo come a imitare le mogli dei soldati quando salutano il proprio marito nel momento della partenza in guerra.

Doveva ammetterlo, un po' si era innamorato di quel sorriso che vedeva tutte le mattine, forse anche un tantino dei suoi capelli castano chiaro che alla luce del sole sembravano quasi biondi e può darsi che quella sua voce angelica avesse fatto esplodere il suo cuore al solo udirla, ma non lo avrebbe mai detto ad anima viva.

Aveva troppa paura.

Paura per la reazione degli altri;
Paura di essere bullizzato dai suoi compagni;
Paura di venire non solo rifiutato ma anche insultato dal suo amico;
Paura di essere cacciato di casa dai suoi genitori;

Paura di rimanere solo.

Per questo non aveva detto a nessuno della sua omosessualità.

Lui le persone gay non le definiva normali, in una società dove sin da piccolo ti raccontavano di Adamo ed Eva, di principi e principesse e di marito e moglie era difficile per lui avere dei gay la stessa opinione che aveva per gli etero.

Per quel paese non c'era posto per lui né per gli altri diversi.

Era solo un malato di mente, lo sapeva e si odiava per questo ma non poteva farci niente.

- Bacuzzi - Disse qualcuno.

- Bacuzzi - Ripeté

- Noa Bacuzzi - Urlò destandolo dai suoi pensieri - vedi di non sognare più a bocca aperta, tanto non ti metto vicino a qualche bella ragazza - Lo prese in giro la professoressa ignara di cosa gli fosse passato per la testa un attimo prima.

Qualunque cosa sarebbe accaduta nel suo Stato si sarebbe parlato solo di maschio e femmina.

- Costella e Cibin - Niente

- Mai e Pizarro - Sarebbe

- Ulisse e Bacuzzi - Cambiato

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Asuka, il profumo del domani | yaoi and yuri storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora