Ethan era stufo di essere trascinato da un vicolo all'altro.
Ormai gli ultimi minuti di intervallo erano giá passati, questo significava solo una cosa, avrebbero saltato la lezione e a lui questo non andava di genio.- Ma si può sapere dove mi stai portando? - Disse accorto di fiato, non era abituato a correre.
- Fra poco lo capirai - Rispose l'altro con fare misterioso.
Ad essere sinceri, in quei pochi giorni nei quali era riuscito a stringere amicizia con Drew lo aveva sempre trovato un personaggio un po' misterioso, ma allo stesso tempo affascinante.
Sembrava che il rosso volesse diventare suo amico nello stesso modo in cui lo voleva lui, ma c'era qualcosa che lo bloccava.
Come se avesse creato una sorta di barriera tra loro due così da non avvicinarsi più del dovuto mostrando così un velato distracco.Ethan cercava di non pensarci autoconvicendosi fossero soltando delle sue paranoie, ma ogni volta che l'altro marcava anche solo di poco quella sorta di mistero che circondava la figura di Drew, non riusciva a smettere di pensarci.
- Hai detto la stessa cosa due minuti fa! - Esclamò allora scacciando quei suoi inutili pensieri.
- E tu allora hai fatto la stessa domanda cinque minuti fa, abbi pazienza - Drew gli rivolse un sorriso così allegro e spiensierato, mettendo in mostra quelle sue fossette tanto carine e i suoi occhi da cucciolo, che alla vista di ciò Ethan ebbe un tuffo al cuore e si ritrovò ad arrossire senza motivo mettendo fine alla conversazione e sprofondando nell'abisso dei suoi pensieri.
- Siamo arrivati - Disse finalmente Drew lasciando il polso di Ethan e iniziando a frugare nelle tasche.
- Un palazzo? - Domandò l'altro confuso.
- Sì, questa è casa mia - Rispose l'altro maneggiando con l'oggetto che tanto cercava, le chiavi.
- ...Ma non mi ci potevi portare alla fine delle lezioni? - Ormai si era autoconvinto che aver marinato la scuola non fosse servito a niente.
- Na' - Fu l'unica risposta che ricevette.
Infondo non c'era un vero e proprio motivo, aveva solamente lasciato che le sue gambe lo portassero in un posto lontano da quei bulli e gli era venuta in mente casa sua.
Tutto qui.Ethan sospirò sconfitto : - Finiremo nei guai - Iniziò a entrare nell'abitazione insieme all'altro - Perchè l'ho seguito!? Perchè!? - Esclamò infine rivolto al cielo.
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- Questa è la mia stanza -
Il giapponese si ritrovò in una camera color prato.
I mobili che l'abbellivano erano antichi e di arte povera non adatti né al colore della stanza, né alla persona che la possedeva, ma più a una sala per gli ospiti.
Forse all'inizio fungeva proprio a quello, ma con l'arrivo dell'americano magari visto che l'appartamento era molto piccolo avevano dovuto ridipingere la camera degli ospiti ribattezzandola come proprietá di Drew, ipotizò Ethan.
Appena entrati nella stanza si sentiva un forte aroma di ciliegia, lo stesso che Ethan aveva sentito in mensa il fatidico giorno del loro incontro e i giorni a venire, era il suo profumo e Ethan lo adorava.
Quell'aroma gli ricordava la primavera : il periodo nel quale sbocciano i primi fiori dell'anno, dove le piogge lasciano spazio al sole e tutto diventa più colorato.
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Asuka, il profumo del domani | yaoi and yuri story
DragosteDicono che ognuno ha un posto speciale. Un luogo dove non vorresti mai andartene e nel quale ti senti accettato. Questo viene chiamato Casa, ma con essa non si intende l'immobile che serve per garantirci un tetto sicuro. Casa sono le persone che ti...