Nothing's real | Part 2

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17 maggio | Parte 2

18.35

"Entra pure"

Eleonora aveva aperto la sua porta di casa ad Edoardo, il quale era arrivato in motore ed aveva ancora in testa il casco. Gli si intravedevano quegli occhi che dal marrone passavano al verde scuro nel giro di un sguardo.

Si avviarono verso lo stanzone che univa cucina e salotto e che dava sulla via principale di Anzio.

"Volevo parlarti di quello che è successo.. mi dispiace." Edoardo interviene dopo che si era tolto il casco e si era sistemato i riccioli. "A volte Giovanni si comporta da vero stronzo."

Continua quasi in imbarazzo.

"Edo io..." Eleonora tentò di dare una risposta alle parole di Edoardo ma in realtà erano poche quelle da dire. Gli occhi di Eleonora incontrano quelli di Edoardo, i due non si dissero nulla ma riuscirono a capirsi. Eleonora riesco a percepire il dispiacere e la richiesta di perdono.

"Se non te la senti più di venire a lavoro io lo capisco." Sbottò Edoardo mentre appoggiò il casco sul pavimento il quale rotola verso il divano per poi fermarsi.

"Avevo bisogno di metabolizzare la cosa."  Eleonora risponde in cerca di un punto da fissare fuori dalla finestra. "Non sapevo come comportarmi con Giovanni così ho preferito evitare." Le braccia erano incrociate sul petto quasi come difesa.

"Ele.." Edoardo si alza dalla testata del divano al quale era appoggiato per avvicinarsi ad Eleonora. "Mi dispiace per l'accaduto." Ora erano vicini, quasi si sfioravano. Edoardo tocca delicatamente la guancia di Eleonora lì proprio dove stava scendendo una lacrima.

Un lacrima di stress che piano piano stava andando via, del mancato sonno della notte passata e dell'adrenalina che era salita durante quel brutto episodio.

Eleonora si odiava quando si mostrava vulnerabile e fragile davanti alle altre persone ma purtroppo non era riuscita a trattenersi. Il tocco rassicurante di Edoardo l'aveva fatta liberare del tutto e si era lasciata andare in un pianto liberatorio.

Edoardo la stringeva forte a sè, quasi come a cullarla. Le accarezzava i capelli mentre lei si asciugava le lacrime dal viso arrossato. Inevitabilmente si era sentita a casa ma soprattutto libera di mostrasi per quella che era tra le braccia di Edoardo, si era quasi immaginata di vedere il cielo libero di nubi tanto quanto lo era lei in una stanza, proprio quella di casa sua.

Un ironia che la sorte le aveva tirato, Edoardo si staccò un attimo e la prese per mano accompagnandola a sedersi insieme a lui sul divano rosso di tessuto che dominava la stanza.

Continuò ad abbracciarla e tenersela stretta a sè finchè Eleonora si calmò.

I due si guardarono mentre Edoardo accarezzava i capelli di lei.

Non si sa esattamente quanto tempo passarono seduti su quel divano, silenziosi ma che dentro strabordavano di parole. Le luci fuori si erano accese e il sole ormai aveva tramontato già da un bel po' di tempo.

Lo stomaco di Edoardo inziò a far rumori strani dettati dalla fame.

"Pizza?" Esordì guardando Eleonora con gli occhi affamati di cibo.

Eleonora si limitò semplicemente ad annuire accennando un sorriso.

Il cielo in una stanza | Skam ItaliaFFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora