Tu devi essere quella nuova | Cap. 1

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Mercoledì 1 Maggio 13.32

La sveglia rimbomba nella stanza facendo sobbalzare Eleonora dal letto, stava sognando qualcosa di brutto, una litigata con uno sconosciuto che a fatica riusciva a vedere in faccia, le succedeva spesso di sognare persone alle quali non riusciva mai a dare un'identità ben precisa e durante questo sogno si era ritrovata a piangere.

Il tutto le sembrava così reale e nitido tanto che la sveglia aveva scollegato per sempre quella realtà secondaria sentendosi stordita.

Il libro dei sogni della nonna le aveva sempre detto che quando sognava di piangere le sarebbe successo qualcosa di bello, era un segno di fortuna e allegria, ricordandole che i sogni vanno sempre interpretati con il loro significato contrario.

Erano le 9 del mattino e oggi avrebbe iniziato il lavoro al bar, si sentiva agitata come ogni volta che doveva intraprendere una strada nuova, il fatto di iniziare un'esperienza diversa le portava ansia e quella strana adrenalina che non riusciva mai a comprendere.

Gli occhi verdi riflettevano nello specchio mentre Eleonora si lavava i denti, delle lievi occhiaie le segnavano il viso e i capelli arruffati le davano un aspetto trasandato.

I raggi del primo sole passavano attraverso i buchi della tapparella, le prime giornate estive iniziava a farsi strada insieme al caldo insopportabile fin dal mattino.

-

"E' sempre bello" di Coez passava in radio mentre Eleonora canticchiava qualche parola qua e la, il navigatore interrompeva a tratti la canzone dando indicazioni dettagliate.

"La tua destinazione è sulla destra" le parole erano scandite perfettamente.

La gente sembrava impazzita, c'è chi voleva caffè e chi preferiva prendersi un bicchiere di prosecco in modo da iniziare bene la giornata.

"Eleonora! Grazie al cielo sei arrivata!" Eleonora sobbalzò e riconobbe la voce di Giovanni, il ragazzo con il quale aveva scambiato due parole per accordarsi sul contratto e altre fesserie burocratiche.

Aveva avuto fin da subito una buona impressione di lui, con il suo accento romano le infondeva gioia e allegria pensando che avrebbe riso tanto alle sue continue battute.

"Allora, tu mi stai dietro e prepari da mangiare per gli aperitivi. Se hai bisogno io sono in giro a gestire i tavoli, perchè qui stanno tutti impazzendo! Ma sai cosa significa questo? MONEYYYYY!!" La voce di Giovanni era elettrizzante, contento che in queste giornate di festa i clienti si erano tutti spostati ad Anzio per trascorrere qualche ora al mare.

Così Eleonora con impegno trascorse le prime ore di lavoro accompagnata dalla musica diffusa nelle casse che si proiettavano verso l'esterno. La giornata di sole prometteva bene e tutto sommato si sentiva bene, l'impatto era stato positivo e quel posto se lo sentiva già un po' suo.

Il sacco che trasportava pesava quasi certamente più di lei, infatti a fatica riusciva a sollevarlo da terra così con grande slanciò riuscì ad alzarlo per poi lanciarlo nell'apposito contenitore, mentre strofinandosi le mani in modo da pulirsele non si sa come probabilmente assorta nei suoi pensieri Eleonora si ritrova quasi per terra e tra le braccia di un ragazzo più alto di lei.

"Attenta a dove metti i piedi!" La voce quasi divertita e abbastanza imbarazzata la sveglia da quel suo distacco mentale con il pianeta Terra che aveva avuto per qualche frazione di secondo.

Le sue braccia erano strette a sè e il suo profumo era così riconoscibile in quanto lo stesso che una lei ma su di lui era molto più enfatizzato e quasi dava fastidio da quanto era prepotente a livello olfattivo.

Eleonora preferì non rispondere tanto era imbarazzata, così si limitò ad aggiustarsi i capelli in una pseudo coda e con lo sguardo basso prese la discesa che portava all'entrata del bar.

"Tu devi essere quella nuova"Continuò il ragazzo alto che ora Eleonora era riuscita a vedere meglio, soffermandosi sui suoi ricci scuri che gli cadevano sulla fronte.

"Si, scusami per esserti caduta praticamente addosso. " 

Fa una pausa.

"Piacere Eleonora."

La voce faceva trasparire così tanto imbarazzo che Eleonora non riuscì a guardalo in faccia. Odiava fare questo tipo di figure, soprattutto il primo giorno di lavoro. 

Infatti sperava con tutto il suo cuore che il ragazzo dai capelli perfetti non fosse il capo che aveva in gestione il bar in quanto ancora non non lo aveva conosciuto ed aveva sempre e solo parlato con Giovanni, compagno fidato del "presunto" capo.

"Tranquilla, può succedere! Hai per caso avuto un giramento di testa? Ti ho visto perdere l'equilibrio così ti sono venuto a salvare. Ora sono il tuo salvatore."

Ride.

"Ah, comunque io sono Edoardo." 

Il suo viso si rilassando dando spazio ad un largo un sorriso, lieve ma c'era.

L'imbarazzo era aumentato ed Eleonora era pronta a scavarsi una fosse nella sabbia di Anzio, ma non sapeva come rispondere ad Edoardo-capelli-perfetti perchè non sapeva nemmeno lei che cosa le era successo, forse sì, era stato un piccolo giramento di testa o semplicemente era l'ansia accumulata nei giorni precedenti che le aveva mandato un segnale.

Così rispose semplicemente: "Ma no, sono inciampata in uno dei fili sotto ai bidoni, nessun giramento di testa!" Eleonora fingeva la voce e la riadattava per quella che ci ironizzava sù, chissà se aveva avuto successo agli occhi di Edoardo.

"Edoooo, fratè stiamo facendo i big money, non puoi capì zì!" Giovanni rompe quella bolla che Eleonora ed Edoardo si erano creati per quei pochi minuti, facendoli voltare quasi sincronicamente verso la voce squillante del collega. 

Eleonora proseguì verso la sua postazione dietro al bancone ed Edoardo rispose con qualche intercalare romano, i due si si ritrovarono poi seduti in uno dei tavolini fuori a discutere con in mano alcuni fogli.

Eleonora cercò di sentire le loro parole ma non ci riuscì, così si chiese se era veramente lui il capo. Se avesse appena fatto una delle sue peggiori figure davanti al suo titolare che per giunta era un figo pazzesco con dei capelli perfetti.

Non riusciva a non pensare quanto sarebbe stato bello toccare quei riccioli scuri. 

Così pensò bene di bersi un bicchiere d'acqua smettendo di pensare a cose alle quali probabilmente non sarebbero successe e quindi ritornare a dove era rimasta continuando a concentrarsi sul suo nuovo lavoro.

Il cielo in una stanza | Skam ItaliaFFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora