•8•

117 33 5
                                    

Pov's Aiden


Oggi è stata una giornata davvero di merda.

L'unica cosa che mi aiuta a renderla migliore è rilassarmi anche se siamo nel pieno della notte

Prendo il mio pacchetto di sigarette appoggiato sulla scrivania e ne estraggo una, la incastro tra le mie labbra e prendo dalla tasca del mio zaino nero un piccolo accendino rosso.

Apro la finestra della mia stanza e l'aria pungente della notte mi colpisce la pelle facendomi leggermente rabbrividire.

Mi siedo nell'angolo del mio balconcino e mi accendo la sigaretta iniziando ad aspirare la nicotina e lasciando uscire una grande nuvola grigiastra.

Il mio balcone è distanziato da pochissimo centimetri da quello di Haley e quindi la vedo seduta sulla sua comoda poltroncina bianca a leggere chissà quale dei suoi libri preferiti.

Ricordi molto bene quando ci siamo conosciuti;

Un giorno ero all'ospedale ed è arrivata questa piccola bimba con dei lunghi capelli castano scuro, si vedeva che era molto spaventata non sapeva bene cosa le sarebbe successo ma era così bella.

Gli assegnarono il letto nella mia stessa stanza, avevo sentito dire che avevamo la stessa malattia.

Quella sera quando tutti andarono a dormire fu la prima volta che parlammo.

"Ciao"le dissi io con tanto timore e lei mi sorrise,

con tutti i problemi che avevamo lei riusciva comunque a sorridere, io non lo facevo da così tanto.

"Vuoi venire a giocare con me?" mi chiese con tanta enfasi.
"Ma è tardi non possiamo giocare" le risposi un po' spaventato dalla sua strana idea, lei mi guardo ridacchiando e mi chiese se avevo paura e fu lì che capii di dover rischiare.

mi alzai lentamente dal mio lettino portando con me la mia flebo.

"Allora non sali?" mi chiese facendosi più in là per farmi spazio e sulle mie labbra nacque un dolce e vero sorriso.

Quel piccolo gesto era riuscito a farmi sentire di nuovo come tutti gli altri, lei non aveva paura di me come tutti gli altri bambini, lei era come me.

"Guarda io sono davvero brava a disegnare" disse mostrandomi un disegno molto colorato che ritraeva tre persone.
"Lei è la mia bellissima mamma, questa sono io e questo è il mio papà!" e sorrise osservando il suo disegno.

Passammo tutta la serata a disegnare, giocare e ad inventare tante canzoncine.
Quando l'infermiera ci trovò a dormire nello stesso letto con disegni e giochi sparsi ovunque non la prese molto bene.

E fu così ogni giorno fino a quando all'età di cinque anni non si aggiunse un nuovo bambino nella nostra stanza.
Cody era davvero un giocherellone, anche più di me e Haley.
Ci faceva divertire come matti, non pensavamo neanche più alla nostra malattia.

Eravamo come tre fratelli inseparabili.

All'età di sette anni Haley sparì e restammo solo io e Cody e tutti i ricordi che avevo con Haley rimasero rinchiusi in questa piccola stanza bianca di un vecchio ospedale.

"Non riesci a dormire?" sento dire e alzo lo sguardo verso Haley che mi risveglia dai miei pensieri, mi guarda con area interrogativa affacciata al suo piccolo balcone.

"No" risposi abbassando lo sguardo.
Lo rialzo nel sentire dei movimenti strani e un secondo dopo Haley è sul mio balcone.

"Lo ricordavo più difficile" dice sorridendo osservandomi e non avendo nessuna reazione da parte mia si siede al mio fianco.

"Me ne dai una?" dice osservando il pacchetto di sigarette che è vicino alla mia gamba
"Sai che non puoi" le rispondo rimproverandola.
"Oh ma dai e perché tu lo fai?" mi risponde a tono.
"Perché io non ci tengo a me" rispondo guardandola dritta negli occhi e posso notare un leggero rossore sulle sue guance.

Con un veloce scatto allunga il braccio e prende il pacchetto che poco prima era vicino a me.
"Che vuoi che faccia un tiro" dice sorridendo e nel mentre estrae una sigaretta dal pacchetto.

"L'hai almeno mai fatto prima d'ora?" le chiedo facendo un piccolo sorriso nel vedere la sua faccia offesa dalla mia presa in giro.
"Ah-ah-ah simpatico, credi di star parlando con una bambina?" chiede mettendo le braccia sui fianchi e alzando le sopracciglia in un modo buffo.
"E se non è la tua prima volta perché la stai tenendo dalla parte sbagliata?" dico prendendomi gioco di lei che prende subito un colore rosso sulle guance.
"Dai dammi qua" e le prendo la sigaretta che poco prima era stratta tra le sue lunghe e magre dita.

La incastro tra le mie labbra e afferro l'accendino che si trova nella mia tasca.
Metto la mano davanti la sigaretta evitando che il vento la spenga e prendo un lungo tiro.
Alzo lo sguardo e Haley mi sta guardando cercando di imparare i movimenti che dovrà copiare, quasi mi viene da ridere a vedere la sua faccia tanto attenta ad osservare ogni mio movimento.

"Com'è andata la vita lì?" chiedo continuando ad aspirare nicotina.
"Le cose sono state complicate, ma ho conosciuto Molly, una ragazza fantastica che è diventata la mia migliore amica e ci sentiamo tutti i giorni."dice abbassando lo sguardo sulle sue ciabatte nere.
"Perché complicate?" domando cercando di attirare la sua attenzione che sembra ormai concentrata ad osservare le sue ciabatte.

"Non ero io quella che doveva provare?" chiede portando l'attenzione sulla sigaretta stretta tra le mie dita.

Avendo capito che di quel discorso non vuole più parlarne le allungo la mano in modo tale che lei possa afferrare la sigaretta.

"Mi raccomando non aspirare troppo o tossi-" non faccio neanche in tempo a finire la frase che incomincia a tossire e il suo viso si fa completamente rosso.
"Che schifo" dice tra un colpo di tosse e l'altro e la spegne per terra e nel mentre io ridacchio nel vederla così impacciata.
"davvero ma come si fa a fumare quella roba, fa proprio schifo!" Continua a dire mentre cerca di ricomporsi.
"Fidati, se ti piace poi non smetti più e ti aiuta molto quando sei arrabbiato o nervoso."dico giocherellando con il pacchetto.
"Sai che non dovresti vero?" e ha quel viso dolce che mi fa venir voglia di abbracciarla e dirle che non vorrei fumare, non vorrei bere, non vorrei fare nessuna delle tante cazzate che faccio ma che ormai è l'unica cosa che non riesce a farmi pensare a tutta la merda che mi circonda.
"Si, lo so" rispondo semplicemente.

Senza dire altro si alza scavalca il balcone e atterra sul suo e va dritta senza voltarsi neanche una volta in dietro fino a quando non sta per varcare la soglia della finestra, si gira e mi dice
" io ci tengo a te" si rigira ed entra senza dire altro.






Spazio autrice 🚀

Questo è stato un po' un capito di passaggio per farvi capire come si sono conosciuti, anche perché ci servirà molto nella storia sapere che tutti e tre erano malati.
Non credo di voler fare un libro banale come tutti con un lieto fine quindi preparatevi a tutto in futuro ;). Come la state trovando la storia?

💕💕💕

ALTHOUGHDove le storie prendono vita. Scoprilo ora