Capitolo 11

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Sono passati due giorni da quella sbronzata atomica, alla fine i miei genitori vennero a saperlo, quel coglione di Claude non se ne stà mai zitto, e mio padre si è arrabbiato un sacco, mentre mamma Selene ridacchiava.
Ma a parte ciò mi sono resa conto di essere una ritardata mentale assurda.
Dopo quasi due settimane mi sono resa conto di non aver chiesto spiegazioni a Xavier e della sua storia come ragazzo incappucciato. Mentre quel coglione si è goduto tutta la mia storia io della sua ne so solamente una parte... e dire che aveva giurato che ci saremo raccontati a vicenda tutta la storia di ognuno senza tralasciare nulla.

Stamattina l'ho chiamato dicendogli tutto ciò e lui ridacchiando mi ha invitata a casa sua questo pomeriggio per parlarne.

Ho appena finito di prepararmi e sono terribilmente in ansia, dovrei calmarmi, non mi mica detto che aspettiamo un bambino insieme... anche se vorrei volentieri sentirmelo dire, da lui naturalmente... no ok, ritorno seria.

Mi sono fatta mandare la posizione di casa sua e tra poco esco di casa. Come spesso ormai, non c'è nessuno, i miei genitori sono a lavoro.

Dopo essermi avviata, seguo tutte le indicazioni fino ad arrivare davanti a una grande villa. Cavolo penso di essermi persa.
Decido di chiamare Xavier, al massimo viene a prendermi lui.

《Xavier mi sono persa.》 dico sbuffando appena risponde al telefono.

《Ma ciao anche a te Sam, dai dimmi dove sei che ti vengo a prendere.》

《Sono davanti ad una grossa villa in collina, con poche case attorno, altrettanto grandi.》 cerco di essere il più chiara possibile.

《Ok, leggi il cognome al citofono della grande villa davanti a te, poi ti dirò il resto. 》

Faccio come dice e leggo... Foster.

《Porca puttana, non pensavo vivessi in una villa del genere.》 dico sbalordita, casa mia in confronto è una cagatina.

Ad accogliermi è una delle cameriere che cordialmente mi accompagna da Xavier, che si trovava in un piccolo salotto accanto a camera sua.
Questo qua ha addirittura un salotto per se, quando io non ho manco un bagno per me.

Rimango altamente colpita da come tutte si rivolgono a Xavier. È vero, è normale, ho letto in molto libri i modo in cui loro si rivolgono ai propri "padroni", ma dal vivo è tutta un'altra storia.

Quando siamo rimasti solo noi due, lui scoppia a ridere per la mia espressione sconvolta.

《Dai vieni ad abbracciarmi.》 dice ridacchiando attirandomi a se. Quel contatto. Le sue grandi mani che premono contro la bassa parte della mia schiena, mi mandano in tilt.
Appena ci stacchiamo, mi butto di peso su uno di quelle poltroncine a sacco, morbide come cuscini.
Ho sempre desiderato farlo.

Inizialmente cerco di rimanere composta, ma poi me ne fotto e mi sdraio su Xavier, con la mia testa sulle sue gambe.

Inizia a parlare.

《Come hai potuto notare ho una casa grande, e questo è frutto del lavoro di mio padre, come grande imprenditore.》 intanto inizia a giocherellare con i miei capelli facendomi massaggi alla testa di tanto in tanto.

《Questa parte della mia storia è molto simile alla tua. Essendo il figlio di un importante esponente nel mondo del lavoro, dovevo essere il ragazzo perfetto, ma a me tutto quello non piaceva, e come te ho iniziato a frequentare, come faccio tutt'ora, amici e gironi del genere.》 io mi sistemo meglio in modo da guardarlo negli occhi dal basso, lui nota ciò e mi sorride dolcemente per poi darmi un bacio sulla punta del naso.
Bisogna sapere che io non arrossisco, ma cresce una bella bufera di emozioni dentro di me che mi fa fare cose di cui potrei pentirmi.

《Io al contrario tuo ero proprio arrabbiato a causa delle etichette che dovevo subire, quindi questi gironi illegali me li sono proprio cercato, come per fargliela pagare a mio padre.》

《E per non farti riconoscere, giri la notte per la città con il cappuccio alzato.》 continuo al posto suo provocando un sorriso da parte sua.

Mi alzo dalle sue gambe e avvicinandomi di più gli prendo la testa tra le mani, premendo contro le sue guancia.

《Sai che sei proprio carino.》 come non detto, non chiudo mai questa cazzo di bocca.

Lui in risposta fa un ghigno divertito ma allo stesso tempo perverso.

《Dov'è finita la frase "Non farti chissà quale idea per il momento" eh?》 dice ripetendo la stessa frase che gli ho detto, mentre mi accompagnava a casa, dall'esperienza con King e Kira.

《Ma cosa vai a pensare... ho solo detto che sei carino, niente di che..》 dico io bofonchiando cose incomprensibili.

《Va bene, allora vedremo quanto riuscirai a resistermi.》 dice facendomi l'occhiolino e io rispondo con un "tsk". Tanto ho già perso la testa per lui, è inutile, ma ovviamente resisterò.

Sento il telefono squillare...

𝓻𝓸𝔂𝓪𝓵 𝓼𝓸𝓾𝓵 °𝔁𝓪𝓿𝓲𝓮𝓻 𝓯𝓸𝓼𝓽𝓮𝓻.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora