Capitolo 12

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La ragazza riuscì a distinguere il bagliore della luna negli occhi chiari del ragazzo. Rimase incantata davanti alla finestra a chiedersi perché fosse lì.
Proprio davanti a lei, quando poco prima aveva promesso a se stessa che non l'avrebbe più rivisto e pensato. Era quasi ironica come cosa, pensò.
Ethan accennò ad un sorriso, guardando il viso di Eve, poi abbassò lo sguardo facendole capire che doveva ancora aprirgli.
Lei capì e come se l'avesse letto nel pensiero aprì la finestra, lasciandolo sgattaiolare nella stanza.
Appena entrò il ragazzo fu invaso dal profumo di rose che spesso aveva avuto modo di annusare quelle volte che si avvicinava ai capelli biondi di lei. Inspirò bramosamente quel profumo socchiudendo gli occhi, per poi riaprirli velocemente e sperando che Eve non se ne accorgesse. Restò qualche minuto ad osservare la stanza della ragazza.. constatò che ci fossero davvero tante finestre, per la grande passione che Eve aveva per osservare i paesaggi, immagino'.
Le tende color panna in Pendant con le pareti Bordeaux rispecchiavano la personalità della ragazza, delicata e fine ma allo stesso tempo passionale e romantica.
Si soffermò sullo specchio e sul letto a baldacchino che si trovava al centro della camera, ornato con rifiniture delicate sullo schienale bianco. Le lenzuola morbide color grigio avvolgevano tutto il letto con i cuscini panna che richiamavano le tende. Dopo un attento studio della stanza cercò il contatto avvicinandosi cauto alla ragazza con l'intenzione ed il desiderio di toccarla, di stringerla, non sapendo però come avrebbe reagito. Infatti Eve, indietreggiò prendendo sempre più le distanze da lui.

In quel momento provava sentimenti davvero contrastanti. La parte di cervello irrazionale le disse che avrebbe dovuto corrergli addosso, abbracciarlo, toccarlo ovunque, sentirlo. Un frenetico impulso di farlo le attraversò tutto l'esile corpo. Era davvero irresistibile quel ragazzo, nonostante non fosse vestito elegante. Infatti si presentò con una camicia bianca in contrasto con i capelli neri, dei pantaloni leggeri neri e degli stivali da cavallo in pelle marroni. Dovette reprimere quell'impulso subito, guidata dalla parte di cervello razionale.
-"Perché sei qui?"- chiese cercando di non mangiarselo con gli occhi (o almeno cercando di nasconderlo).
-"Nemmeno il benvenuto mi dai?"- Ethan simulo' un finto broncio facendo il becchetto.
-"No perché non lo sei."- rispose secca la ragazza squadrandolo.
Poi d'un tratto si accorse del mezzo sorriso malizioso che aveva il ragazzo stampato sul volto, segui' lo sguardo di lui cercando di capire cosa stesse guardando, o meglio, ammirando.
I brividi le pervasero il corpo. Dopo una sensazione di gelo, l'avvolse un'onda di calore, le guance cominciarono ad ustionarsi. L'imbarazzo prese il sopravvento. Era in vestaglia da notte, la sua preferita, che era di un delicato color crema e di un tessuto praticamente trasparente.
Corse verso il letto velocemente, prese il lenzuolo e se lo avvolse intorno alle spalle, coprendo tutto ciò che poteva solleticare l'immaginazione di Ethan.
Perché i maschi dovevano essere così pervertiti? Bastava vedere una ragazza in veste da notte, per creare in loro quel tipo di reazione?
-"Non serve che ti copri, tanto ho già avuto l'onore di vedere tutto."- sorrise pienamente. -"...e toccare."- aggiunse.
Eve spalancò gli occhi. Come si permetteva? Innanzitutto trattarla come un giocattolo, di cui si vantava di aver visto gli ingranaggi. Ma cosa più importante: ricordarle ciò che era successo tra di loro quel pomeriggio quando lei stava cercando con tutte le forze di resettare il cervello per cercare di eliminarlo dalla sua testa ma soprattutto dal suo cuore?
Eve impazzì e gli si scagliò contro. Non per l'affermazione appena fatta, ma per tutto il contesto.
Penso' ai suoi zii ed a quanto la disprezzavano. Pensò ad Ali ed al fatto che se fosse venuta a conoscenza di quel segreto probabilmente non le avrebbe più rivolto la parola e l'avrebbero cacciata di casa.
Quindi oltre a perdere il proprio amore avrebbe perso tutta la sua famiglia, o per lo meno ciò che ne rimaneva.
Non potergli stare vicino la faceva infuriare, come il fatto che lui da lì a poche settimane si sarebbe sposato (con sua cugina) e per il fatto che fosse moralmente, razionalmente e sentimentalmente sbagliato ciò che avevano fatto e che provavano.
Sapeva che lui aveva la colpa in parte, dato che erano complici e che facevano le cose in due, infatti la colpa era anche della ragazza che spesso si era lasciata andare, spinta dalla passione.
Ethan l'accolse in un abbraccio cercando di non stringerla troppo per non farle male.
Lei cominciò a tirargli dei pugni sulle costole facendogli praticamente il solletico data la sua stazza e la sua statura.
Dopo un po' quando Eve esausta si fermò e termino' lo sfogo, finalmente Ethan ebbe l'occasione di avercela tra le braccia.
La strinse leggermente.
Eve infilò la testa nell'incavo del collo del ragazzo. E ricambio' l'abbraccio.
-"Cosa stiamo facendo?"- sussurro' con le labbra sul collo del ragazzo, immersa nell'intenso profumo di pino e menta di lui.
Lui sollevo' una mano dalla sua schiena e l'appoggio' sui capelli dorati, accarezzandole la testa.
-"Vivendo."- rispose lui in un leggero fiato, osservando lo specchio davanti a loro che li ritraeva abbracciarsi.
Un sentimento gli brucio' nello stomaco e la strinse di più a se.
Voleva stringerla così per sempre.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 23, 2019 ⏰

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