Vagante

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Ultimamente non esco molto, non so dare una spiegazione a ciò.
La mia vita purtroppo, nel paese in cui vivo è monotona.
Non ci sono svaghi, nè alternative. Solo droga e alcol per le strade, per i vicoli e nelle piazze.
I ragazzi dai 12-13 anni fino ai 25, spendono il loro tempo nei piaceri effimeri della vita.
Piaceri necessari, per chi non ha abbastanza inventiva... per chi vuole essere uno schiavo apparentemente libero.

Dopo settimane, decido di mettere piede fuori casa, e non per buttare la spazzatura, insomma per fare due passi, per cambiare l'aria di chiuso che risiedeva nei miei polmoni.
Il primo respiro di aria nuova è stato entusiasmante, ma lo fu per poco.
Iniziai a camminare in completa solitudine, non mi andava di avere qualcuno vicino, era da tanto che non camminavo dedicandomi all'abbandono di me stesso.
Lungo il tragitto, iniziai a sentirmi strano.

"Come se non fossi presente lì in quel momento, era come se il mondo non reagisse alla mia presenza, come se fossi un'anima vagante."

La cosa non mi creava fastidio, anzi, iniziai a vedere ciò che avevo intorno con occhi diversi.
Vedevo un me adolescente, a fumare di nascosto nei vicoli con gli amici, a prendere in giro quel tempo che la vita ci offre, a giocarci...
Il vento mi sfiorava, la luce era grigia anche con il sole, più camminavo e più capivo che toccare con i piedi quella terra, era la dimostrazione che la mia anima era altrove e il mio corpo era un ammasso di materia che si trovava lì per caso.
Nella mia testa, rimbombava in continuazione la domanda; <ma perché sono qui?>.
Una domanda che la mente non poteva rispondere, la risposta era altrove, ma sempre dentro di me.

"Cos'è il vagante?
È colui che vaga, si sposta in modo irregolare, senza una meta.
Una persona vuota, che non reagisce in maniera diretta con il mondo esterno. "

Un posto vale l'altro.
Ma qual'è il fine di tutto ciò?
In quel percorso, ritornai alla mia adolescenza, dove il fine era prendere in giro il tempo, quando pensavo che esso era abbastanza.

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