Versailles 1779: Capitolo 2

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Parte prima
Mezzogiorno era appena trascorso. Il vento primaverile contrastava con mitezza la pesantezza delle tende della sua camera. Alla fine, Bridgette aveva chiesto aiuto per scostarle, per poter ammirare il paesaggio. Era rimasta affascinata da quei giardini tanto curati e da quei sentieri così distinti. Avrebbe volentieri chiesto di uscire se non fosse stato per il ballo in maschera di quella sera.

«Tikki, credete che stasera si presenterà l'akuma?»

«Sarà probabile, principessa.»

Tutti erano in fermento. A pranzo aveva potuto addirittura percepire la malcelata agitazione dei numerosi che l'avevano servita. Lei invece era serena, anche se non avrebbe dovuto dato che avrebbe incontrato sicuramente il suo promesso sposo. Ma, in fondo, e così si era tranquillizzata, era una festa in maschera per celebrare l'arrivo degli illustri ospiti orientali, non per farle conoscere il suo futuro marito.

Solo di un aspetto Bridgette si era dimenticata, forse quello più importante per la sua incolumità: il vestito.

«Vostra Altezza, la sarta di corte chiederebbe di essere ricevuta.»

Le ci volle qualche secondo per passare dallo smarrimento al terrore totale.

Si era dimenticata dell'abito.

«E-entri pure.»

La sarta si presentò con un sorriso sveglio sulle labbra. Il volto era leggermente consumato dall'età, ma gli occhi azzurri risaltavano con una vivacità puerile particolare. Teneva in mano un metro rosso e reggeva della stoffa con l'avambraccio. Sembrava serena.

«Vostra Altezza, vi chiederei di salire.»

La donna le indicò un basamento dalla forma circolare in marmo bianco, situato nella sala adiacente alla camera della principessa. Bridgette soddisfò la richiesta, non senza qualche esitazione. Le vesti cinesi già le mancavano.

«Vostra Altezza preferirebbe un abito dai colori accesi o più tenui?»

Si scoprì combattuta. Tuttavia, non c'era motivo di scartare i colori più intensi. D'altronde, era un ballo in maschera: nessuno avrebbe dovuto riconoscerla.

«Sapete già il tema della veste, principessa?»

Bridgette cadde di nuovo dalle nuvole.

Aveva dimenticato anche questo: in un ballo in maschera avrebbe dovuto indossare un vero e proprio costume.

Decise di chiedere consiglio alla sarta.

«Voi avete qualche idea, madame?»

La sarta si mostrò stupita, tanto che Bridgette pensò di aver sbagliato qualcosa. Ma l'ipotesi si rivelò errata quando la donna, entusiasta, cominciò a prenderle le misure con più foga. Probabilmente il suo genio creativo era stato represso per troppo tempo.

«Gli animali, Vostra Altezza. Tra tutte le nobili per cui ho lavorato nei giorni scorsi nessuna ha pensato agli animali.»

Animali.

All'inizio le sembrò una follia: Bridgette non si vedeva come un elefante o un cavallo. Poi però qualcosa le fece cambiare idea. La sua kwami era apparsa proprio dietro la sarta: le aveva fatto l'occhiolino. Che senso avrebbe avuto travestirsi da qualsiasi tipo di volatile o animale esotico se proprio lei era portatrice di... «Una coccinella.»

La sarta la scrutò, perplessa. Tra tutti gli animali che esistevano, proprio una coccinella doveva scegliere quella sciocca principessa? Per assicurarsi di aver capito bene, chiese conferma: «Una coccinella? Volete un vestito da coccinella?»

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