Parigi 2019: Epilogo

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La Coccinella e il Gatto si rincorrono e si riacchiappano, si consumano e si rigenerano.

Stavano tornando a casa.

La gita si era conclusa al meglio e la giornata era stata gradevole. Sul bus gli alunni avevano occupato gli stessi posti della partenza. Il chiacchiericcio riempiva l'aria, e Marinette non poteva che esserne deliziata.

Adrien fissava il finestrino. Il volto disteso non lasciava intuire alcuna emozione particolare. Se Marinette l'avesse visto, l'avrebbe invidiato. Ma l'attenzione di Marinette era spostata in basso, sui suoi stessi piedi.

Giunti di fronte alla scuola, gli studenti scesero, ringraziando l'autista e l'insegnante. Marinette si limitò a sorridere. Salutò gli amici con un cenno e si avviò verso casa.

In procinto di entrare in pasticceria, sua madre l'anticipò e le aprì la porta.

«Ciao, tesoro. Come è andata?»

Marinette le sorrise.

«Bene, mamma. Sono stanca però.»

La donna annuì.

«Dev'essere stata una giornata impegnativa. Vai a riposarti, tesoro. Ti chiamiamo dopo per la cena.»

Marinette la ringraziò. Si strascicò verso suo padre, gli baciò la guancia e poi salì le scale.

«Stanca?»

«Non immagini quanto, Tikki.»

«Sembri sconvolta.»

Quando finalmente si gettò sul letto, Marinette sentì il sangue ricominciare a fluire.

Che giornata...

Le gambe le facevano male, anche se non aveva camminato molto.

«Quanto di vero ci può essere in un mito, Tikki?»

«Dipende da te.»

«In che senso?»

«Dipende da quanto tu ci credi. Se ci credi, il mito è vero. Se non ci credi, il mito non è vero.»

Marinette si poggiò sui gomiti, cercando di scrutare la creatura che lietamente svolazzava per la stanza.

«Tikki, quel libro rosso che mi hai mostrato in biblioteca... ha un significato, vero?»

La kwami raggiunse la portatrice sul letto, sostando sulla coperta.

«Tutti i libri hanno un significato.»

«E quel libro?»

Tikki scosse la testa.

Non poteva dirglielo.

«Ha a che fare con il fiume del Passato, vero?»

Non udendo risposta, si accasciò di nuovo sul letto, con gli occhi al soffitto.

Se lei non poteva dirglielo, Marinette non doveva saperlo.

Ma più il tempo scorreva, più la curiosità la divorava.

Avrebbe voluto alzarsi e tornare in biblioteca, ma sentiva le membra pesanti.

«Domani sera vado in biblioteca.»

«Perché di sera?»

«Perché così non c'è nessuno.»

Tikki scosse la testa.

«Hai fissato con Chat Noir per la ronda.»

Sbuffò.

«Giusto.»

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