#Capitolo 13

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E adesso? Cosa avrei dovuto dirgli?

«No Jared, non ti amo» gli dissi allontanandolo via da me con una spinta.
Lui rimase fermo lì, sempre con quel suo sorriso beffardo.

«Nah, non ti credo, continui a mentire» disse.

«Jared, parliamoci chiaro. Solo un pazzo ritornerebbe tra le tue braccia, dopo tutto ciò che mi hai fatto passare. Ti ho amato un tempo e ti ho amato davvero, più della mia stessa vita... Ma amarti mi ha distrutto. E per una che non parte avvantaggiata dal punto di vista mentale, incontrarti mi ha solo ucciso un po' di più. Scordati l'idea che possiamo ritornare perché non esiste. È successo stanotte qualcosa perché... Perché non lo so. Ma non doveva succedere, è stato uno sbaglio e anche tu lo sai. Quindi per favore basta, smettila di torturarmi con i tuoi giochetti da manipolatore perché continui solo a farmi del male»

Il mio tono prima era pieno di rabbia, adesso era quasi una richiesta disperata.

«Si... Scusa, hai ragione. Non avevo pensato alle conseguenze che le mie parole o le mie azioni potessero avere sulla tua persona. Hai ragione, è stato uno sbaglio, tolgo il disturbo».

E dopo avermi detto queste frasi guardando un po' a terra e cercando la sua giacca, se ne andò da casa mia.

Ma se era quello che volevo, perché iniziavo a sentirmi in colpa, con un macigno sul cuore?
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Quel giorno non feci nulla, la tentazione di prendermi da bere da sola ritornava, ma cercai di non pensarci e occupare la mia testa con altre cose, tipo fare la valigia.. o meglio, le valigie.

Era arrivato il momento di partire e andare in tournée con loro. Ero veramente felice e anche gli altri lo erano.

«Non ci credo che lo stiamo facendo realmente!» disse tutta entusiasta Hélène nel momento in cui arrivammo all'aeroporto.
«Eppure sta succedendo!» rispose sempre in maniera composta Kevin.
«Mi piace vedervi così felici, sono contenta anche io» dissi con il sorriso stampato sulla faccia.

«Ehi Lilith ricordati che, per qualsiasi cosa succeda, noi siamo qua. Se decidi di tornare a casa, non sentirti in colpa, noi torniamo con te. Preferiamo la tua felicità alla carriera, ricordalo sempre» mi confidò Kevin con uno sguardo attento di Hélène, segno che ne avevano parlato prima.

«Ragazzi prometto che ve lo dirò se la situazione dovesse ritrovarsi ingestibile per me, però per ora non pensiamoci, ok? Dobbiamo vivere al meglio questi giorni» gli risposi con tono rassicurante.

«E così la nostra Lilith inizia ad aprire i nostri concerti... Ancora non ci credo» esclamò Tomo che stava arrivando adesso all'aeroporto.

«Cinque anni fa non me lo sarei aspettata nemmeno io» risposi sorridendo.

Dopo un po' arrivarono pure i fratelli Leto e, come al solito, l'abbraccio di Shannon era sempre lì puntuale mentre Jared mi ha salutata a malapena. Mi ha riservato un "ciao" freddissimo e rapido che, se devo essere sincera, mi ha fatto un po' male.
Hélène si rese conto della scena e infatti non esitò un minuto a parlarmi.

«Ma è sempre stato così oppure è successo qualcosa?»

Non potevo di certo dirle che la sera prima eravamo insieme quindi giocai vecchie carte.

«Hel, dopo tutto quello che è successo secondo te tra di noi può esserci un rapporto civile? Ci limitiamo al saluto, tutto qui»

«E Brian? Come l'ha presa?»

Brian... Dopo aver sentito quel nome mi venne una fitta al cuore e quasi odio me stessa per ciò che gli ho fatto e gli continuo a fare tutt'ora.

«Di certo non bene... Anzi malissimo... Ma non ho avuto molta scelta, lascerò che sarà il tempo a sistemare le cose»

Anche perché io non avevo idea di cosa fare. Stavo male per due persone che adesso non avevo più al mio fianco, ed è solo colpa mia. Non mi resta altro che aspettare, si dice che il tempo aggiusti le cose, no?

Eravamo diretti in Austria e non avevo mai viaggiato su un aereo privato. Ero molto ansiosa ed eccitata all'idea di viaggiare su un aereo del genere, non vedevo l'ora.

Jared e Brian a parte, stavo per vivere il mio sogno, ed è assurdo come i 30STM siano sempre accostati a questa parola nella mia vita.

L'aereo era magnifico, vedevo i miei due compagni di avventura che non facevano altro che sorridere e capivo bene quella sensazione.

«Lilith, quanto mi sei mancata! Come stai? Che hai fatto in questi anni?»
Vorrò sempre un grande bene a Tomo, diverso da quello che provavo per i fratelli Leto, ma era sincero.

«Tomo, come puoi ben vedere, sono cambiata molto. Lasciata la California ho iniziato a studiare musicologia a Parigi e in realtà mi mancano poche materie per laurearmi»

Cazzo, l'università.
Non avevo pensato a quanto questo tour potesse farmi rimandare la mia laurea! Non ho detto nemmeno nulla ad Aline!

«Musicologia... Allora pensi davvero che questa sia la strada della tua vita, mi sorprendi»

«Penso che sia l'unica strada che io possa intraprendere. E Vicki? Come sta?»

Non vedevo nemmeno lei da troppo tempo..

«Vicki sta benone, non è contenta che io stia in tour ma è comprensibile - mi disse sorridendo - Sai, devo essere sincero con te»

«Dimmi tutto Tomo» gli risposi un po' preoccupata.

«A dir la verità, non pensavo che tu accettassi. Insomma, sono sempre stato fuori dalla relazione tua e di Jared ma l'ho vissuta, come tutti, in prima persona. Mi piace davvero tanto averti di nuovo fra i piedi, ma adesso è strano»

«Perchè pensi sia strano?»

«L'ultima immagine che ho di te è il tuo ultimo bacio con lui all'aeroporto di Los Angeles dopo che erano passati giorni in cui non vi parlavate. E adesso ti ritrovo qui, nonostante le mille discussioni, ad aprire tutti i nostri concerti e questo vuol dire avere praticamente ogni giorno a che fare con lui» mi comunicò quasi preoccupato.

«Tomo, hai ragione. Anzi, come tu sei sincero con me, io lo devo essere con te: non sono sicura di questa scelta.
Come ho già detto a Shan, la vostra lontananza mi ha quasi ucciso... E adesso mi ritrovo nella stessa situazione, ed ho una paura tremenda di ricascarci e illudermi di questa vita perfetta. Però lo sai anche tu... Quando vivi un sogno, è difficile staccarsene. Quindi adesso ho pensato al mio di sogno, alla mia carriera e alla felicità che ho portato nella vita di Hélène e Kevin. Questo mi basta»

«Non a me» ma quella voce non era di Tomo.

«Cosa?»

«A me non basta»

Continuavo a non capire.

«Jared non ti seguo»

«A me non basta la loro felicità, io voglio la tua. E ti conosco abbastanza bene da poter affermare che tu non lo sei» asserì in piedi, mentre io e Tomo eravamo seduti.

«Io sono felice Jared» risposi con fermezza.

«Così felice che non sai nemmeno quello che vuoi, o chi vuoi...»

«Jared smettila» dissi a tono.

«No Lilith, io non la smetto. Perché sai, le tue parole ieri mi hanno fatto riflettere e sono arrivato all'unica conclusione che potessi avere: tu sei felice solo se stai lontana da me» era freddo, quasi arrabbiato, ma dal suo sguardo non trapelava assolutamente nulla, come al solito.

Rimasi in silenzio, non sapevo che dire.

«Ecco. Quindi adesso, mi dispiace per Hélène e Kevin, non so più se voglio che i Khelth aprano i nostri concerti»

«Jared ma non hanno fatto nemmeno la loro prima tappa» disse incredulo Tomo.

«E probabilmente non la faranno»

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Buonsalve!
Non ci si crede ma sono tornata!
Spero che questo capitolo possa piacervi.
Grazie ancora a tutti voi per tutto il sostegno, vi voglio un gran bene.
Buon aggiornamento!
~Lav🌙

Hurricane II ~ Jared LetoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora