#Capitolo 1

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Potranno pure passare gli anni, ma l'odio profondo che ho per la sveglia non passerà mai.
Certo, adesso non è più la voce di mia madre a svegliarmi, ma il cellulare con quel suono troppo fastidioso per le mie  orecchie.

«La spegni questa cavolo di sveglia per favore?»
«Certo amore»
Mi divertiva vederlo così, di mattina, un tutt'uno col sonno mentre sbiascicava le parole.
Avevo la lezione da seguire alle otto ma ero molto stanca e non riuscivo ad alzarmi dal letto.

«Brian, anche tu devi alzarti» gli sussurrai.
«Cinque minuti...» mi rispose, girandosi dall'altra parte.
«Non credo sia possibile, già la scorsa volta ti hanno dato un richiamo per il ritardo in azienda» lo richiamai.
«Dai shh, lasciali parlare... Tanto se perdono me non sapranno più cosa fare» la sua solita vecchia modestia.
Adesso lavorava per una ditta di motori, dove lui ne era il progettista. Sapevo sarebbe arrivato ad un punto stabile nella sua vita, e anche lui ne era convinto. La sua determinazione è una tra le cose più spettacolari che abbia mai visto in qualcuno.

«E tu? Tu non farai tardi a lezione?» mi chiese, guardandomi con gli occhi semi chiusi.
Dio, come faceva ad essere così bello di prima mattina?
E soprattutto, come facevo ad essere ancora innamorata di lui, a distanza di cinque anni?

«Infatti mi sto alzando...»  risposi seccata.
«Si ma...» e ridendo, mentre mi stavo alzando, Brian mi gettò sul letto e si mise sopra di me, pronto a giocare e a darmi baci.
«Non puoi andare via senza pagare il tuo prezzo giornaliero» sogghignò.

Dopo la fine del liceo, io e Brian ci siamo messi insieme definitivamente.
Certo, c'è voluto un po' di tempo prima che mi riprendessi definitivamente dalla rottura con Jared, ma alla fine sono riuscita ad andare avanti e capire cosa il mondo mi offrisse davvero.
Il capitolo che riguarda Jared è un capitolo chiuso e travagliato della mia vita, che ricorderò per sempre con un sorriso e qualche piccola malinconia.
Ma ormai è passato davvero troppo tempo...

Comunque credo sia arrivato il momento di prepararsi, mi alzo, mi vesto, un caffè al volo e corro subito sulla mia bimba. Eh sì, purtroppo è cambiata pure quella... Anzi, diciamo che semplicemente è cresciuta insieme a me, perché non ha nulla di diverso da quella precedente.
Dovevo per forza essere presente a queste lezioni dato che mi sarebbero costate la laurea.
Dopo anni di sofferenze, tra pochi mesi mi sarei laureata in musicologia.
Mia madre non voleva facessi una facoltà del genere, continua a dire che non mi porterà da nessuna parte... Ma una come me cosa poteva fare se non questo?

*Ehi, quindi oggi prove?
-Kevin*

*Si, ma sul tardi. Oggi esco intorno a mezzogiorno e vorrei riposare.
-Lil*

Avevamo un concerto tra due giorni e a causa del mio studio avevamo provato pochissimo.
Facevamo piccole esibizioni in pub, locali di Parigi e, se avevamo fortuna, riuscivamo ad aprire qualche concerto importante.

Se rivedo me di cinque anni fa mi viene quasi da ridere. Io che non cantavo ne suonavo davanti a qualcuno e adesso mi ritrovo a fare l'esatto opposto.

«Lilith! Pronta per una lunghissima lezione col prof Bernard?»
«Sinceramente no Aline... E tu?»
Aline, l'unica ragazza con la quale riuscì a fare amicizia al primo giorno di università.
Capelli biondo cenere, occhi castani e carisma è la sua descrizione.

«Non credo proprio» mi disse mettendosi a ridere.

Ovviamente non sono riuscita a seguire nulla durante la lezione, sentivo Aline che continuava a raccontarmi delle sue conquiste e a farmi ridere continuamente facendo commenti sarcastici sul professore.

Tornata a casa Brian non c'era e anche qui le cose non cambiavano. Era ora di pranzo e Brian, come mia madre, mi lasciava già le cose pronte perché non sapevo cucinare...

Mi addormentai subito dopo aver mangiato, e mi svegliò una chiamata da Hèlene.

Sbloccando il cellulare mi resi conto che erano le sei e mezza e avevo dodici chiamate da Kevin. Io e il mio essere ritardataria...

Prendo chitarra e moto e mi dirigo verso la sala prove.

«Allora la principessa si è svegliata, finalmente!»
«Dai K, sono solo dieci minuti...»
«Dieci minuti? Ti chiamiamo da mezz'ora!» mi richiamò Hèlene.
Tutti e tre scoppiammo in una risata, sapevano che non sarei mai arrivata in orario e loro non riuscivano ad essere seri.

«Allora, solita scaletta?» chiesi.

«Certamente» rispose Kevin.

Dopo due ore di prove stancanti, finalmente ci sentivamo pronti per il concerto di dopodomani.

«Ah Lilith! Dobbiamo dirti una cosa! Ci ha chiamato Adrien...»

Adrien era il nostro manager, e riusciva sempre a trovarvi qualcosa da fare.

«Si? E cosa vi ha detto?»

«Sei pronta per aprire un altro concerto?» mi chiese Hélene.

«Certo, sono sempre pronta» risposi.

«Si ma questa volta non potrai credere chi è l'artista...» disse Kevin.

«Ragazzi, me lo dite o no? Sapete che odio quando fate così!»

«Tieniti davvero pronta perché fra meno di due settimane apriremo il concerto dei Thirty Seconds To Mars!»

No.
Non poteva essere vero.
Non potevo incontrarli di nuovo nella mia vita, non più.

Non ero assolutamente pronta per aprire il loro concerto ma specialmente... Non ero pronta per reincontrare lui, Jared Leto.

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Buongiorno!
Lilith e Jared sono tornati!
Che ne pensate?
Finalmente ho trovato tempo per poter scrivere dopo la maturità.
Vi aggiornerò al più presto!
~Lav🌙

Hurricane II ~ Jared LetoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora