Tra due delle montagne più alte del regno di Aron sorgeva un piccolo paesino di campagna con case fatte di pietra grezza e tetti ottenuti dall'accostamento di robustissime assi di legno che sin dai tempi antichi avevano resistito a qualsiasi nubifragio senza accennare a nessun tipo di cedimento.
I pochi cittadini che abitavano in quel piccolo angolo di paradiso sperduto e immerso nella natura si dedicavano a mansioni legate al l'agricoltura e allevamento , che gli consentivano di portare avanti il commercio dei prodotti con la capitale del regno.
Una casetta in particolare era situata su una collinetta un po' distante dal centro del paesino , l'abitazione era di proprietà di un soldato ormai andato in pensione e qui viveva insieme alla figlioletta di diciotto anni , una ragazza dalla bellezza inaudita e dai capelli color oro che andavano a schiarirsi sulle punte assumendo una sfumatura bianca , il suo nome era Isabella , la piccola era nata in quella stessa casa ma a causa di una gravissima malattia non poté conoscere la madre che venne a mancare pochi giorni dopo la sua nascita , il padre non parlava molto di lei , ma grazie a un ritratto che raffigurava i suoi genitori Isabella si accorse di assomigliarle molto , la quale possedeva il solito tipo di capelli e i soliti occhi a cerbiatto di colore verde smeraldo.
La giovane di solito si occupava di disertare e nutrire il bestiame , tosava le pecore e lavorava la lana ricamando maglioni per poi farli vedere al padre quando andava in vistosa nella capitale del regno per poterne ricavare qualche moneta d'oro.
I giorni passavano susseguendosi uno dietro l'altro fin quando una notte Isabella si desto dal sonno a causa di un forte rumore che risuonò nel cuore della notte , uscì da camera sua e improvvisamente si trovò facci a faccia con il padre , vide sul suo volto un espressione preoccupata , l'uomo la prese per mano e senza perdere tempo scesero la rampa di scale che portava nel salotto , con fatica sollevo una tavola di legno che si mimetizzava perfettamente con il sotto scala e senza proferire parole fece entrare la figlia , prima di richiudere il nascondiglio depositò un dolce e malinconico bacio sulla sua fronte mormorandole sotto voce un "ti voglio bene" poi richiuse quello spazio ricavato sotto le scale.
Isabella voleva domandare al padre cosa stava succedendo ma le parole non le uscirono dalla bocca , era terrorizzata e la sua mente venne scossa da un brutto presentimento.
La porta d'ingresso venne sfondata a calci e nella piccola sala riversarono tre uomini in tenuta militare armati con dei fucili che subito puntarono contro l'uomo.
- chi siete e cosa ci fate in casa mia ?! - disse il padre di Isabella alzando le mani mostrando a quei soldati di essere disarmato , gli uomini si rivolsero a lui con una lingua straniera , impedendogli di comprenderne il significato , due di loro lasciarono la stanza ma prima che anche l'ultimo uomo se ne andò con uno scatto fulmineo fece fuoco colpendo al petto il padre della giovane che cadde rumorosamente sul pavimento.
Isabella che osservò tutta la scena da uno spiraglio non riuscì a trattenere un grido di disperazione nel vedere il padre a terra in fin di vita , le lacrime le rigarono il volto e il respiro le si spezzò nei polmoni.
Il soldano udì la voce della ragazza e in poco tempo trovò il nascondiglio , la giovane non oppose resistenza era riversa al suolo con la bocca socchiusa e gli occhi puntanti sul padre circondato da una copiosa pozza di sangue , dalle labbra dell'uomo , ormai in fin di vita uscì una frase che segnò radicalmente la giovane donna
"vivi , sopravvivi almeno tu"
Poi il nulla , Isabella svenne a causa di un violento colpo in testa che il soldato gli aveva afflitto per poi sollevarla e portarla lontano da casa sua , in un luogo orrendo dove la sua vita non sarebbe mai più stata quella di prima.
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Libertà rubata
RomanceLe legai i polsi dietro la schiena impedendole ogni movimento , era distasa sul letto , il suo corpo nudo mi mandava in estasi , ogni cosa di lei mi faceva impazzire. Mi avvicinai lentamente e con la mano le sfiorai i fianchi facendola tremare sotto...