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Il giorno successivo Yuta cercò nel letto Sicheng, era anche per merito suo se anche il giapponese era riuscito a dormire

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Il giorno successivo Yuta cercò nel letto Sicheng, era anche per merito suo se anche il giapponese era riuscito a dormire.
Ci rimase estremamente male quando scoprì che il cinese se n'era andato senza neanche salutarlo e/o avvertirlo, ma che si poteva aspettare da lui? Anche la colazione a letto?

Si alzò da letto e si controllò i polsi, entrambi pieni di graffi. Effettivamente i primi giorni Yuta li aveva trascorsi mentre si dimenava e cercava, inutilmente, di gridare. Aveva la gola secca, il polsi e le caviglie doloranti e anche un lieve giramento di testa.

Voleva uscire da quella casa, seppur Sicheng ((o WinWin in questo caso)) fosse anche simpatico e...dolce. Ma quanto può essere dolce una persona psicopatica?

Iniziò a girare per la camera, iniziando ad aprire un po' di cassetti, non ci stava nulla di interessante, nulla che gli facesse capire dove si trovasse quella casa.

Però i suoi genitori non gli mancavano, non gli mancavano i suoi amici e non gli mancava la sua vecchia vita.

«oh Dio, ma che sto pensando-»

Il giapponese si ributto sul letto afferrandosi i capelli con forza. Non accettava l'idea che gli piacesse stare là, era stato fottutamente rapito! E se fosse malato?

Ad un certo punto entrò Sicheng in camera, la quale venne chiusa subito a chiave, e si mise accanto a Yuta mentre iniziava ad accarezzargli i capelli molto lentamente.

«come mai sei giù? Ti mancano gli altri? Le persone con cui passavi il tempo?»

È proprio questo il problema, a Yuta non mancavano. Seppur il suo desiderio di uscire all'aperto fosse superiore al rimanere in casa di quel pazzo, comunque non sarebbe ritornato al suo appartamento.

Si era reso conto che là si annoiava e basta, in quel posto invece provava la costante adrenalina di aver paura di qualcuno. A scuola la gente invece lo rispettava e non gli avrebbero mai fatto del male.

«quindi? Il gatto ti ha morso la lingua?»

Yuta alzò lo sguardo su Sicheng.

«no, non mi ha morso la lingua. E comunque non mi manca nessuno»

Disse il giapponese mentre, seguito da un ghigno da parte del cinese, l'altro si chinò verso di lui baciandolo.

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