STAGE MELODY 『 EXO 』

제 1 장

Prima di lasciarvi al romanzo vorrei sottolineare tre cose. La prima: questa storia non può essere copiata in alcun modo. Il secondo punto: il libro è una fan-fiction, ma vorrei che fosse letto anche da chi non è fan del K-pop perché esplorerò il settore della musica. Infine: ringrazio di cuore tutti coloro che stanno leggendo, votando e commentando questa storia. Ma soprattutto coloro che stanno per iniziarla. Vi auguro una piacevole lettura. X S X

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Alle persone che amano sognare.

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«Lacie cosa farai adesso?»

In quel momento, mi trovai spaesata di fronte allo sguardo incuriosito di Kathleen, la mia migliore amica, nel bar dove ci eravamo fermate a berci un caffè.

Era dalle superiori che sognavo di entrare in una casa discografica come pubblicitaria.

Nell'ultimo anno mi ero data da fare ad inviare curriculum alle più famose e prestigiose etichette musicali internazionali.

Kat mi aveva obbligata a mandare una richiesta anche alla S.M Entertainment, a Seoul, per quanto era fissata con il K-pop. Sicuramente non avrebbero accettato una straniera, ma così sapevo di aver fatto tutto il possibile per realizzare il mio sogno.  non avessi avuto nessuna risposta.

Però, non avendo ancora ricevuto nessuna notizia, la mia speranza stava lentamente svanendo e il peso della realtà si stava facendo sempre più sgradevole.

Sospirai, affondando la schiena nel morbido schienale della sedia.

Con lo sguardo basso Kat si trovò a giocare con il sottile strato di cartone che ricopriva il bicchiere di caffè.

«Non lo so.» Mi strinsi nelle spalle, appoggiando il beccuccio di plastica sulle labbra e sorseggiando lentamente il liquido caldo in cerca di parole.

«Potresti...» incominciò lei, la voce bassissima che si disperse nel brusio delle voci che si accavallavano nel locale. «Anzi potremmo cercare un lavoro insieme.» I suoi occhi verdi mi fissavano con insistenza. Era il suo tipico sguardo che gridava: «Ehi! Voglio subito una risposta.»

Storsi la bocca dietro al bicchiere e chiusi gli occhi, deglutendo l'ultimo sorso di cappuccino.

«Sarebbe bello» commentai, facendo ruotare la base in carta sul tavolo bianco.

Lei deviò l'attenzione oltre il vetro. Il centro di Londra era gremito di turisti che continuavano a passare, alcune volte soffermandosi a fare foto o video e altre volte a dare una pigra occhiata nelle vetrine.

Kat annuì e ci alzammo, lasciandoci dietro il bar con scie di risate e divertimento.

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Nel giro di una settimana eravamo riuscite a trovare un pub nel quale io mi occupavo dei tavoli, mentre Kathleen era stata messa dietro il bancone. Si divertiva così tanto da essere quasi invidiosa.

Non facevo che sudare, andando avanti ed indietro dalla cucina con le ordinazioni nelle mani. Non era stato per niente facile abituarsi al ritmo frenetico dei turni che finivano in piena notte. Non facevo altro che tornare nel mio piccolo appartamento in periferia e addormentarmi appena toccavo il cuscino.