Capitolo 8.

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Dopo qualche ora mi ritiro. Ero stanca. Volevo andare a casa. Quando arrivo a casa prendo il telefono e scrivo a Chris per ringraziarlo di cuore di quello che aveva fatto per me. Ne avevo bisogno.
"Non ringraziarmi. È sempre così bello vederti sorridere. Sono stato bene con te, Jane. E mi mancavi. Tanto."
Come si faceva ad odiare una persona così? Era la cosa più assurda e bella che fosse mai capitata in tutta la mia vita. Ne ero innamorata da morire. Mi mandava il tilt tutto. Completamente.
Stavolta sembrava andare tutto bene. Certo, non eravamo nulla se si parla di etichette. Non ci sono mai piaciute le etichette a noi. Preferiamo essere liberi. Comportarci come ci pare senza dover per forza metterci un'etichetta.
Andava tutto così bene. Sembrava andare tutto bene. Passano i giorni e le settimane fin quando non arriva una sera. Ero uscita. Lui non c'era. Iniziai a farmi le paranoie "si okay, sarà con un'altra." Come sempre doveva succedere qualcosa che mi avrebbe fatto crollare tutto.
Stavolta però mi sbagliavo. Stavolta non era con un'altra. Stavolta Chris, il mio adorato Chris stava in caserma. L'avevano sgamato con due cannette insieme ad alcuni amici. Ho avuto così tanta paura. Volevo piangere, ma non potevo. Ally non era come ed è una delle poche, forse l'unica, a vedermi piangere. Lei stava lavorando. "Hai un momento per uscire? Devo parlarti." Le chiedo. Dovevo parlare con lei non ce la facevo più. Al suo "sì" corro subito da lei. Mi presento con una faccia mai vista prima. "Ally, hanno preso Chris." Lei scoppia in lacrime e io insieme a lei. Come vede che stavo piangendo disperata, respira, si calma e cerca di calmare me. "Andrà tutto bene, Jane. Te lo giuro."
Resta con me fino alle tre. Poi mia madre chiama e sono costretta a ritirarmi. A casa mi sento persa. Completamente. Spero che lui mi scriva. O che almeno si colleghi. Nel frattempo mi tengo in contatto con il suo migliore amico, Tom.
Le 03.20 ancora nulla.
Passano altri venti minuti circa e Tom mi dice che è uscito da lì. L'hanno visto con il padre e la sorella. Mi sento leggermente sollevata. Sto un po' meglio ma non così tanto. Spero ancora che mi scriva e ne parli con me.
Le 03.40 "hey." È Chris. Sono felice che l'abbia fatto. Il giorno dopo scopro di essere stata la prima a cui ha scritto. E ne sono ancora più contenta.
"Come stai?" Nonostante fosse una domanda stupida.
"A pezzi, Jane. Voglio solo dormire. Ci sentiamo domani." Quanto mi fa stare male vederlo così. Rivoglio il mio Chris.
Arriva la mattina dopo. "Buongiorno, Jane." Mi scrive. "Buongiorno, Chris."
Cerco di stargli vicino nel migliore dei modi. Di farlo stare bene. O almeno, ci provo.
"Sono felice che tu sia qui con me. Non smettere mai di preoccuparti per me, Jane." Andava tutto così bene. Tutto così perfetto. Ero la persona più felice del mondo. Mi sentivo così protetta. Così al sicuro.
Sembrava che nulla potesse più toccarmi. Con lui mi sentivo più forte. Lui era diventato casa.
Un giorno mi presentò al nonno, come la sua fidanzata, non volevo quasi crederci. Stavo in imbarazzo, un sacco. Ma allo stesso tempo ero così felice. Ma davvero tanto. Quel che era successo ci aveva uniti così tanto. Più di quanto lo eravamo stati in tutti questi anni.
Ero così innamorata di lui. Ne ero completamente pazza. Mi cambiava quel ragazzo. Mi cacciava fuori una parte che credevo di non avere più. Con lui riuscivo ad essere ancora bambina. Ed è stata una cosa che mi è sempre mancata. Sempre.
Sapete, quando mio padre è stato male così da un giorno all'altro io avevo solo 11 anni. Ero piccola e mi sono ritrovata a dovermi prendere cura di una casa intera perché mia madre impiegava quasi tutto il suo tempo da lui, in ospedale. E questo la spezzò letteralmente. La mia vita non è mai stata facile. Non ho mai vissuto con spensieratezza. Semplicemente perché la vita non me l'ha permesso mai. A 11 anni è stato come se avessero tolto un padre, che anche se ora è qui è come se non ci fosse. Io e lui non abbiamo mai avuto un bel rapporto. Penso di non essergli mai piaciuta. Non mi ha mai accettata. Non mi ha mai voluta con sé. Non penso io e lui abbiamo mai avuto una conversazione in tutta la mia vita. Non abbiamo mai parlato. Non mi ha mai abbracciata o baciata. Non mi ha mai detto "come stai?". Nulla di nulla. Avete presente quando qualcuno abita nella vostra stessa casa ma è come se non ci fosse? Come se non esistesse? Io prima mi sentivo così a causa sua. Con il tempo, ho visto lui così. C'è, ma per me è come se non ci fosse.

Chris.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora