10. capitolo

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𝙍𝙞𝙘𝙘𝙖𝙧𝙙𝙤 '𝙨 𝙥𝙤𝙫
-si, ora te lo vado a chiamare. Entra, non stare fuori che fa freddo. Ti posso offrire qualcosa? Un tè, una cioccolata?-
sento la voce di mia madre dall'ingresso.
-no niente grazie mille- risponde Terry, poi deduco sia entrato visto che sento la porta chiudersi.
Sento dei passi avvicinarsi alla mia camera, e poco dopo ed entra mia madre, richiudendo la porta.
-tesoro c'è Terry, lo faccio salire?- mi dice.
-no. Scendo io.- gli rispondo cercandomi di raddrizzare.
A queste parole lei sbianca.
-ma cosa dici? Hai la febbre altissima, non puoi prendere freddo. Ma vuoi uscire proprio fuori?-
-si- affermo con sicurezza.
-dai ma questa è proprio una cosa sciocca! Se non vuoi che io vi senta devi stare tranquillo, mi sembra ovvio che me ne andrò in un'altra stanza e non sentirò una parola.-
Non mi ero immaginato di chiarire le cose con Terry a casa mia, e se riusciremo a tornare insieme, voglio che il momento sia speciale, non di certo una cosa frettolosa nell'ingresso di casa mia.
-mamma, tu non hai mai fatto stupidaggini per amore?- le dico cercando di convincerla.
Lei non fa a meno di sorridere: -si ma...-
dopo alcuni tentativi, non so come, riesco a convincerla.
-ora vai che ti sta aspettando- mi dice aiutandomi ad alzarmi dal letto.
Poi, apro la porta ed inizio a scendere le scale, mentre lei resta in camera mia.
Sembra tipo che io sono la principessa che viene scortata dal principe azzurro per andare al ballo, o almeno l'imbarazzo provato da entrambi è lo stesso. Appena i nostri sguardi si incrociano scappa ad entrambi un sorriso, ed arrossiamo terribilmente.
Appena arrivo davanti a lui dico un semplice -ciao- con tutta la tranquillità di questo mondo, poi lui ricambia con lo stesso tono, senza smettere di sorridere.
-Riccardo mettiti il giubbinoooooooo!!!!!- grida mia madre dal piano di sopra.
Terry cerca di soffocare una risata, mentre io sprofondo nell'imbarazzo. Ma era proprio necessario?
-sì tranquilla- grido io di rimando, o almeno provo a gridare con la poca voce che mi resta, e la mia risposta viene seguita da un forte colpo di tosse. (spero che mia madre non l'abbia sentito)
-tutto bene?- mi dice Terry preoccupato.
-ho una brutta febbre ma non è nulla- gli rispondo io mentre infilo il giubbino. Penso di aver pronunciato la frase più incoerente della mia vita.
-e nonostante la febbre tu vuoi andare fuori? Ma non se ne parla proprio!- cerca di trattenermi dentro, ma io preferisco uscire. Dopo parecchi tentativi riesco a convincerlo, anche se non è per niente d'accordo.
Per strada non c'è anima viva, nemmeno un gatto o un grillo. Ci poniamo uno di fronte all'altro.
-chi inizia?- dice lui, con i pochi lampione che illuminano la via permettendoci di vederci bene in viso.
-inizio io- dico io abbassando lo sguardo, poi mi schiarisco la voce ed inizio.
-prima cosa, perché sei qui? Mi auguro che tu sia venuto per le vacanze natalizie...-
siamo al primo di dicembre e alle vacanze manca ancora molto, ma mi sembra la spiegazione più plausibile.
Lui ridacchia, poi dice: -no, ora sono tornato definitivamente in Giappone-
Che cosa?
- c-che? E la scuola? E il basket?- sono alquanto sbalordito, non riesco a crederci.
-sai, in questi mesi ho capito che esistono cose più importanti della scuola o del basket, poi mi mancava terribilmente il calcio e... scusa ma non eri tu quello che doveva parlare per primo?- si interrompe.
Mi scappa una risata.
-si hai ragione... quello che voglio dirti è molto semplice. Ti amo, Terry. Ma l'ho capito troppo tardi, l'ho capito solo quando te ne sei andato, solo allora ho capito che non potevo stare senza di te, che mi mancavi e...- mi stoppo vedendo che Terry è rimasto letteralmente a bocca aperta e mi fissa stupido.
-c'è qualcosa che non va?- gli accenno io.
-tu hai... hai detto che mi ami, e... e lo hai detto esplicitamente... senza giri di parole...-
Ah, vero. Ho detto finalmente quel "ti amo" che lui aspettava da tanto, e l'ho fatto involontariamente. Ma stavolta ne sono sicuro, i miei sentimenti per Terry sono totalmente chiari. Lo amo, e non ho paura o incertezza a dirlo, riesco a pronunciare un "ti amo" sincero e sentito senza alcun problema. Perché è così, finalmente l'ho capito.
Poi, senza nessun preavviso, succede una cosa che desideravo da tanto, specialmente in questi ultimi tempi.

𝙏𝙚𝙧𝙧𝙮 '𝙨 𝙥𝙤𝙫
Io ho sempre pensato che Riccardo fosse bellissimo, ma quando l'ho visto scendere le scale, in pigiama, con il naso rosso e la febbre alta, ho avuto la conferma che ho sempre pensato giusto. Riccardo è davvero bellissimo, e lo è ancora di più quando lo si prende alla sprovvista, come ho fatto io ora, cioè senza che lui si pettini o si prepari. Lui è bellissimo così, al naturale.
Appena ha pronunciato quel "ti amo" penso che il mio battito cardiaco abbia incominciato ad accelerare a dismisura. Non pensavo che l'avrebbe mai pronunciato. Le lacrime iniziano a scorrere, è un'emozione troppo forte per trattenerla. Ed il mio primo impulso è proprio quello di dargli un bacio.
Non so quanto è durato, ma è stato un sogno.
Oddio, non proprio un sogno...
Infatti appena ci stacchiamo dico: -ma hai la febbre terribilmente alta, scotti da morire-
Ed il premio per il miglior rovinatore di momenti romantici va a: Terry Archibald!
Non mi sembrano le parole più adatte da dire dopo una situazione simile...
però davvero scotta tantissimo, anzi troppo, me ne sono accorto appena ho poggiato le mie labbra sulle sue, erano bollenti ed emanava tantissimo calore da praticamente tutto il corpo.
Dopo le mie parole, anche lui inizia a piangere.
-non mi interessa- mi dice ridendo, e mi salta addosso per baciarmi di nuovo.
Dopo un po'lo costringo a tornare dentro, dicendogli che lo sarei venuto a trovare tutti i giorni e che doveva riposare.

𝙉𝙖𝙧𝙧𝙖𝙩𝙤𝙧𝙚 '𝙨 𝙥𝙤𝙫
Passarono i giorni, i mesi, gli anni, ma quei due rimasero insieme.
Orami erano più forti di prima, e niente e nessuno avrebbe più potuto separarli.
Stare divisi ha fatto capire ad entrambi l'importanza dell'altra persona. Per far funzionare la loro relazione avevano bisogno solo di una cosa: il tempo.
Alla fine, dopo aver fatto passare qualche mese, sono tornati insieme (come avete potuto vedere), ed ora sono praticamente inseparabili.
Sanno che ci saranno sempre l'uno per l'altro e che avranno sempre una spalla su cui appoggiarsi, piangere o ridere.
Ma, da quella gelida sera di dicembre, iniziarono un nuovo e duraturo percorso. Insieme.

Fine

Ti odio, ti amo || MunetakuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora