"L'amore è una fantasia per i deboli."

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Se qualcuno mi chiede se credo all'amore non mi trattengo, scoppio a ridere come un pazzo e... mi vengono i crampi alla pancia e le lacrime dal ridere.
Come sono?
Fisicamente so di essere un figo, a detta anche delle ragazze della mia scuola, capelli neri ricci e occhi neri.
Ho un tatuaggio sul petto e uno sul fianco, si vede solo quando faccio educazione fisica... il Prof. può rompere quanto vuole ma io farò educazione fisica sempre come voglio io. E cioè senza maglietta.
Non vedo perché persone stupide credano a questa sciocchezza.
I primi cretini a crederci sono i miei genitori: mio padre è considerato "il padre perfetto" perché è sempre stato presente.
Grandissima cazzata!
Non c'è mai.
Il lavoro lo porta sempre a viaggiare tra Italia ed Estero, è un medico al San Raffaele di Milano, uno dei migliori medici dell'ospedale ma... non è assolutamente il miglior padre esistente sul pianeta.
Mia madre anche lei, penso sia peggio delle Piaghe D'Egitto, è sempre assente.
Lavora come avvocato e la sua assenza prevede sempre di essere in ufficio tra varie udienze e cazzate varie.
Una coppia di falliti!
Non si salva nemmeno mia sorella Francesca... una piccola rompi coglioni capace solo di farmi innervosire, mi fa prudere le mani dal nervoso... deve solo ringraziare che è femmina altrimenti l'avrei già ammazzata di botte.
Ma ora ho altro a cui pensare.
Sono fuori da scuola con una sigaretta che mi penzola tra le labbra, una mano in tasca e l'Eastpak buttato per terra tra i miei piedi.
Alzo gli occhi e osservo tutti i ragazzi intorno a me, i miei occhi sono sempre stati attenti a tutto.
Lancio occhiate a sinistra: oh, ci sono due ragazze vicino ad una moto.
Quelle due me le sono fatte la settimana scorsa, una un giorno ed una il giorno dopo.
Mi giro a destra e la stessa storia vale per poco prima: sono il classico cattivo ragazzo che preferisce le storie di una notte e poi?!
E poi per me vanno tutte nel dimenticatoio.
Suona la campanella alle mie spalle.
Al diavolo, liceo Carducci di sto cazzo.
Tutti entrano di corsa per raggiungere la loro classe, ma non io.
Me la prendo comoda e finisco con tutta calma la mia sigaretta.
Finché non arriva quel rompi coglioni del bidello... come cavolo si chiama?!
Ma che cavolo me ne importa!
<<Muoviti, devo chiudere la porta>>.
Mi giro, gli lancio un'occhiata che ammazzerebbe anche il Preside e tutti i Prof. messi insieme.
<<Invece di venire a rompere i coglioni a me, vai a pulire i cessi prima e poi pensi a chiudere la porta.>> sbuffo il fumo dalle labbra e con lentezza estenuante faccio il mio ingresso.
La mia classe è purtroppo molto vicina: è la prima porta a sinistra nel corridoio piena di classi.
Apro la porta e non sento nemmeno il Prof. abbaiare come un cane.
Sbuffo scocciato e mi metto seduto di malavoglia al mio posto, in fondo alla classe.
Faccio cadere rumorosamente il mio zaino per terra. Mi piace far incazzare i Prof. Sono divertenti.
Il Prof. non riesce a sgridarmi che la porta si apre di nuovo.
La sua attenzione viene catturata da una ragazza che fa il suo ingresso: un viso pulito, senza trucco, capelli ricci e occhi verdi in netto contrasto sulla pelle ambrata.
Un fisico niente male!
E chi è questa?
Il Prof. si gira verso di lei.
<<In ritardo Signorina...?>>
<<A dire il vero ero dal Preside, doveva assegnarmi la classe.>> risponde lei stringendosi nelle spalle.
<<Il suo nome.>>
<<Oh, Iris Demisio.>>
Iris... prendo il cellulare e le cuffie e spengo il mondo presente qui, i RadioHead invadono i miei timpani e la mia testa spegnendo le cazzate che il Prof. spiega.
E la nuova arrivata?
Mi giro appena, si è messa accanto a me e segue la lezione.
Una secchiona?!
Che pena.

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