"Non dimentico."

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Che cazzo ho fatto?!
Perché, poi?
Sono su questo letto con Iris accanto  me, il suo corpo nudo sotto un vecchio lenzuolo che prima ricopriva il materasso.
Si è addormentata.
Appena mi ha detto all'orecchio che era vergine, non mi sono soffermato a pensare. Ho solo agito.
Giro il viso verso di lei e la osservo, il suo viso rivolto verso di me, i capelli ricci spettinati intorno a lei, il braccio sotto la testa e l'altro sul mio petto.
Mi sollevo e sposto il suo braccio, si muove ma non si sveglia.
Mi alzo e mi rimetto addosso i boxer, pesco il mio cellulare dalla tasca dei jeans e imposto la fotocamera: scatto 10 foto in diverse angolazioni.
È scattata e terminata la fase due del mio piano, manca solo la fase tre e poi la vendetta sarà compiuta.
Metto il blocco al cellulare e lo rimetto nella tasca.
La sento che si agita sul materasso, alzo lo sguardo e la osservo. Sembra spaventata, sta avendo un incubo?
Mi avvicino e le tocco la schiena piano... aspetta, ma... perché mi sono avvicinato?!
Oh, no.
No no no!
Non è da me avvicinarmi a tranquillizzare qualcuno, soprattutto di una di cui mi sto vendicando.
Resto immobile.
Faccio per alzarmi e un urlo squarcia il silenzio della stanza. Iris, sta urlando nel sonno.
Un urlo di terrore. È angosciante.
Le afferro il viso tra le mani e cerco di svegliarla, senza doverla prendere per forza a schiaffi.
<<Iris. Iris, cazzo. Svegliati!>> le intimo strattonandola.
Sgrana gli occhi in preda al terrore puro, stringe le mani intorno ai miei polsi e si guarda intorno in quella stanza squallida e angusta.
Torna con gli occhi su di me.
<<Scusa... mi succede spesso di avere degli incubi.>> si scusa, le parole escono fievoli.
<<Cosa ti tormenta?>> le domando, sono curioso.
Curioso?! Sto diventando matto!
Mi metto seduto davanti a lei, la osservo mentre si stringe le ginocchia al petto. Il suo viso, che ho sempre visto sorridente a scuola e in lacrime qui, si fa pensieroso.
Mi guarda, forse non si confiderà con me. Mi passo la mano tra i capelli neri, li spettino come sempre e attendo una sua mossa.
<<3 anni fa mia madre è morta, ha avuto un incidente e... io ho visto tutto. Era venuta a prendermi a scuola e si era fermata poco più avanti rispetto all'uscita, ha aperto la portiera della macchina e si è affacciata a salutarmi... non si è resa conto che stava arrivando un autobus... non si è nemmeno fermato.>> sussurra singhiozzando.
Tutto mi aspettavo, tranne che una cosa del genere.
Rimango pietrificato da quel racconto... aveva sopportato la morte della madre, e l'aveva vista morire davanti ai suoi occhi.
Mi torna in mente la figura di mia madre, come l'ho trattata quella famosa sera a cena.
L'ho trattata più che male.
Provo quasi schifo per me stesso, per questa cosa sì, provo schifo ma per il resto non credo.
La guardo e mi dispiace vederla così. Devo far sì che lei si fidi di me. Mi avvicino e la abbraccio, sento le sue mani che si spostano dietro la mia schiena e mi stringe a sé.
Una sua lacrima scende e cade sulla pelle del mio petto, abbasso lo sguardo e le tolgo le lacrime dal viso.
I suoi occhi scavano nei miei, ho paura che possa vedere le mie intenzione tramite essi.
Avvicino le labbra e la bacio, le sue labbra che prima erano dolci ora sono salate delle sue lacrime.
Ci rimettiamo così sdraiati su quel letto logoro, spengo i pensieri.
Per ora.

La fase due è più che terminata.
Direi che ora possiamo anche andarcene da questo tugurio, apro la porta ed esco seguito da Iris.
Lei mi guarda e mi sorride dolcemente, allungo la mano e lei, come pensavo, prende la mia.
Stringe le dita intorno alle mie, la mia mano è grande e copre la sua.
Camminiamo lungo il corridoio, prendo le scale e lei mi segue.
Torniamo sul nostro piano e mi fermo fuori dalla sua camera.
<<Non dire nulla a nessuno, di nulla. Non devi dirlo nemmeno alle tue amiche.>> sibilo piano, devo suonare dolce anche se è una mezza minaccia.
Lei prende le parole come una cosa intima, bella, che deve rimanere tra noi.
<<Va bene.>> mi risponde serenamente.
Mi sorride dolcemente e si avvicina, mi bacia sulle labbra e si scosta da me. Si gira e le apro la porta della camera, lei entra e si gira verso di me.
<<Ti vedrò domani?>> mi chiede con tenerezza.
Alzo le spalle, chissà. Sicuro la vedrò.
La parte tre del mio piano implica che lei si innamori di me, o che si faccia l'idea di me e lei insieme.
Mi avvicino e la bacio io stavolta.
Mi giro e a due metri sono davanti alla mia camera, apro la porta ed entro.
Le avevo lasciato già il mio numero, doveva sembrare tutto rose e fiori prima di mettere a termine con il "colpo finale" la parte tre.

I giorni successivi al "rapimento" sono stati molto rapidi.
Continuavo a comportarmi come al solito con gli altri, con Iris mi scrivevo durante il giorno.
A Christian avevo detto tutto ciò che era successo... in questo momento siamo nel treno e sto passando le foto di Iris sul mio PC.
Ovviamente ho nascosto tutte le foto in una cartella con password, così nessuno le potrà mai trovare.
<<Secondo me, stai facendo una cazzata.>> la voce di Christian si fa largo tra i miei pensieri.
<<La cazzata è non vendicarmi.>> rispondo con tono piatto.
<<Ti sbagli... la piccola Iris ha fatto breccia dentro al tuo cuore, quello che non usi mai.>> il sorriso del mio "amico" mi fa innervosire.
Sbuffo infastidito, prendo gli auricolari e me li infilo nelle orecchie.
I Muse invadono le mie orecchie.
Non voglio ammettere di aver pensato a lei, a Iris, tutti i giorni.
Forse avevo esagerato, sì. Ma in qualche modo non devo fargliela passare liscia.
Mi giro verso il corridoio, Iris è seduta due sedili più dietro. Sta parlando una ragazza bionda.
È nella nostra classe. Si chiama Samantha, se non sbaglio.
Onestamente non mi importa nemmeno. Le guardo qualche secondo, finché la bionda non si gira e incontra il mio sguardo.
Sussurra qualcosa a Iris e anche lei si gira a guardarmi, mi sorride e torna a guardare la sua amica.
Sicuramente staranno fantasticando sul perché le ho fissate... infatti, come non detto. Vibra il mio cellulare nella mano.
"Ti manco che mi guardi di nascosto? :)"
Un messaggio... simpatico?
Boh.
Rispondo rapidamente: "Penso di sì."
Metto il blocco al cellulare e guardo fuori dal finestrino per distrarmi, la vibrazione del cellulare torna a riprendersi ogni mio pensiero.
Abbasso lo sguardo e visualizzo il messaggio: è Iris, ancora.
"Mi manchi, Antonio".
È strano.
Mi sento strano, come se... mi facesse piacere.
Oddio, ma che cazzo ho?
Antonio, cazzo.
Ripigliati. Coglione che non sei altro.
Sbuffo... forse Christian non ha torto... forse, un pochino la ragazza mi piace.
Okay, adesso basta.
Ho bisogno di stare da solo nella mia camera a pensare.
Sicuramente penserò a tutto questo: non dimentico nulla.
Non dimentico. Mai.

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