"Vendetta e... dolcezza".

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Ci ho messo troppo tempo per organizzare del tutto il mio piano, dovevo fare di tutto per mettere insieme i pezzi.
Il giorno dopo aver preso appuntamento con la iena sono riuscito a persuaderla a lasciare in pace Iris.
Da allora sono passate diverse settimane, ormai siamo vicini alle vacanze di Natale.
E ho organizzato una bella sorpresa per Daniela, così che possa sparire per sempre dalla mia vita. E da quella di Iris.
Arrivo a casa che tutto è pronto, tutto è sistemato in modo che Daniela la paghi cara. Il computer, nascosto, era impostato con una diretta ufficiale su Facebook nel gruppo della scuola dove lei non era inserita.
5 minuti dopo sento suonare alla porta e la spalanco, Daniela è davanti a me: indossa un maglioncino bianco di lana e dei jeans neri, un giubbino nero e una sciarpa messa un po' a casaccio.
Entra superandomi e togliendosi il giubbino, lo lascia sul divano e si gira verso di me.
Nei mesi precedenti ho lasciato che credesse di aver vinto, ho lasciato che mi toccasse, mi baciasse, le ho fatto fare quello che voleva.
Infatti, come non detto. Mi si incolla addosso e mi bacia, il lucidalabbra mi impiastriccia la bocca.
Me la scollo di dosso in malomodo.
<<Che ti prende?>> mi chiede confusa.
<<Ora tu mi spieghi perché hai picchiato Iris e mi hai minacciato, o ricattato per stare con me? Parla.>> mi metto davanti a lei con le braccia incrociate.
<<Semplice, lei ti piaceva e sapevo che sarei passata in secondo piano. Non potevo permetterlo... ho dovuto usare modi poco femminili. Sì, l'ho picchiata e l'ho fatta bullizzare da metà scuola.>> parlava come se fosse un vanto.
Si passa le mani tra i capelli per poi spostare la mano sul fianco, mi osserva e sorride soddisfatta.
<<E poi... con lei intorno, non potevo averti per me. Sapevo che ti piaceva ma... dovevo per forza piacerti di più io, sono molto meglio, più bella, più tutto.>> dichiara con sicurezza.
Alzo gli occhi al cielo, sembrava una pazza squilibrata. Inizio a scuotere la testa del tutto schifato.
<<Non mi piaci, anzi... mi disgusti.>> replico freddamente.
<<Ricorda che posso pubblicare il video in qualunque momento, non hai scelta. O stai con me o faccio altro male alla cara piccola Iris. Decidi!>> la sua voce era una lama.
La mia ferita a breve sarebbe stata molto peggio di questa frecciatina.
Sorrido, avevo ottenuto ciò che volevo... mi giro e apro la porta della cucina, da lì escono la mamma e il papà di Daniela, i miei genitori, Iris e suo padre.
Gli occhi di Daniela strabuzzano increduli, mi guarda sotto shock. Fa un passo verso di me.
<<Come?! Mi hai teso una trappola.>> urla come un'oca.
<<E tu ci sei cascata in pieno con entrambe le scarpe... ora tocca ai tuoi genitori dire cosa fare.>> replico soddisfatto.
Mi sposto e lascio passare i genitori di Daniela, mi passano accanto e la mamma di Daniela mi ferma prendendomi la mano.
<<Ti chiediamo scusa per ciò che ha commesso mia figlia, me ne vergogno... perdonaci Iris.>> la voce di quella donna era piena di dolore.
Le intenzioni del padre di Daniela era di trasferirsi, spostarsi di città definitivamente.
Tutto questo avrebbe giovato a noi tutti. Mi avvicino al PC e fermo la diretta con Facebook.
Mi giro e Iris mi guarda, mi si avvicina e i suoi occhi scavano dentro di me. Il padre di Iris, un uomo dai lineamenti dolci e rassicuranti, mi si avvicina e mi abbraccia.
Il mio abbraccio, anche se timido, era una sicurezza per me. Le mie braccia avvolgono quell'uomo buono.
Mi scosta e mi lascia una pacca sulla spalla, Iris mi si mette davanti appena il padre si sposta.
La guardo con espressione triste, poteva odiarmi, essere arrabbiata con me... mi preparavo a tutto.
Chiudo gli occhi un secondo, appena li riapro il corpo di Iris si slancia contro il mio. Le sue braccia si stringono intorno al mio collo, le sue gambe si stringono attorno ai miei fianchi.
Le mie mani la tengono stretta, il mio viso si nasconde nel collo di lei. Mi scosto e lei posa la mano sul mio viso, cattura con le dita le mie lacrime.
Sto piangendo?! Ma perché?
Lei dolcemente mi bacia e accarezza il mio collo, lascia i miei fianchi con le gambe e scende coi piedi sul pavimento.
<<Ora sarà più semplice, vero?>> mi domanda sorridendo.
<<Ora saremo noi due e basta.>> rispondo con sicurezza.

Il giorno dopo torniamo a scuola, il rientro più diverso di tutti.
Arrivo a scuola mano nella mano con Iris, le ragazze ci guardano con odio... molte sono invidiose, lo so bene.
Prima di Iris mi ero portato a letto, e non solo a letto, la maggior parte di loro.
I ragazzi ci guardavano con approvazione.
Tutti a scuola avevano visto il video della mia diretta su Facebook, anche i professori sapevano tutto.
Daniela era isolata da tutti, nessuno la cercava o la nominava. Anzi, era odiata da tutti per ciò che aveva fatto.
Mia sorella e le sue amiche facendo gruppo avevano accettato Iris tra di loro, Francesca sarebbe stata una buona amica... anche perché era mia sorella, se avesse fatto una mezza cosa storta l'avrei raddrizzata io.
Christian invece mi fissava, gli occhi che conoscevo scherzosi erano spenti... tristi.
L'ho osservato per tutto il giorno a scuola... alla fine delle lezioni mi sono deciso, l'ho raggiunto e l'ho fermato toccandolo sulla spalla.
Lui si gira e mi fissa senza sbattere un ciglio, sapevo che non si aspettava di essere fermato da me.
Rimaniamo fermi così qualche secondo finché non apro bocca io.
<<Daniela se ne và, hai visto, no?!>> non sapevo più come comportarmi con lui.
<<Certo, hai tutta la stima della scuola e... anche la mia. Hai salvato anche me.>> risponde mettendo le mani in tasca.
<<Non so se saremo ancora amici, comunque sia... mi dispiace.>> le parole escono da sole.
Era il mio migliore amico da sempre, lo conoscevo dagli anni dell'asilo e perdere il mio migliore amico era troppo per me.
Odiavo la mia famiglia, odiare l'unico amico al mondo faceva schifo davvero.
La mano di Christian mi prende la spalla, la stringe e mi abbraccia.
Troppi abbracci, ultimamente.
Ma anche io ne avevo bisogno, lo abbraccio con forza, nostalgia, voglia di riavere la sua amicizia.
Ci scostiamo e... mi molla un pugno sulla spalla.
<<Bastardo, che male la mascella.>> sorride giocoso.
<<Te lo sei meritato, coglione.>>
La tranquillità stava lentamente tornando, ma naturalmente la mia vita non è mai semplice.
L'unica cosa sicura, l'unico porto sicuro era proprio Iris.
Dopo tutte le vendette, gli screzi, tutto... lei era il lato migliore e dolce di tutto questo.
La mia salvezza.

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