Cris si svegliò di soprassalto stringendo le coperte tra le dita.
Capitava da qualche settimana che lei si svegliasse sudata, agitata, senza fiato o impaurita.
Sognava il giorno in cui l'avrebbero mandata via, lo sognava ogni giorno in modo diverso; talvolta con il suo funerale, talvolta scappando, quella mattina invece aveva sognato di essere abbandonata e poi perdersi nei boschi.
Fece un respiro profondo chiudendo gli occhi, immaginando qualcosa di bello; come un bel bagno alle pozze o al mare, una grotta fresca...
Riaprì gli occhi quasi delusa dal posto in cui si trovava, il peso della giornata e delle giornate a seguirsi già si faceva sentire.
Scese dal letto troppo velocemente, tanto che non vedeva più e si dovette appoggiare all'armadio per non svenire, quel pensiero la fece sorridere, si sentiva particolarmente giù di morale e queste piccole cose la facevano sentire viva per qualche secondo.
Uscì dalla stanza percorrendo lo stretto corridoio che collegava la sua stanza all'atrio di casa inciampando in un gioco del suo cane.
Il gioco emise un lungo e fastidioso rumore che la svegliò del tutto, ma non svegliò soltanto lei.
-kala scendi subito, ho detto scendi!- esclamò al suo cane sbucato all'improvviso all'ingresso del corridoio.
Kala appoggiò le zampe sulle ginocchia di Cris che per poco non cadde all'indietro sul muro, e scodinzolante abbaiò festoso.
-così sveglierai tutti, stai zitto!- esclamò sottovoce spingendolo via dalle sue gambe affinché potesse camminare liberamente.
Kala era il cane di famiglia da circa due annetti, era un maschio, il suo nome significa "di sole" in qualche strana lingua straniera.
Era un bastardino, dal pelo lungo e miele, il muso dolce, dal carattere vivace e giocherellone, magro ed agile.
Cris andò verso la finestra per poter guardare fuori, aveva bisogno di capire come fosse il tempo prima di decidere come vestirsi più adeguatamente per uscire di casa.
Le foglie grandi dell'albero in giardino si muovevano appena e il sole era pallido nel cielo, coperto da qualche grassa nuvola bianca passeggera.
Fatto ciò corse verso l'armadio della sua camera, seminando il cane prima che potesse entrare e rubare qualcosa per poi portarselo nella propria cuccia, quindi chiuse la porta e comincio a sfogliare i vestiti in modo abbastanza annoiato, ma con cura.
Infine scelse dei pantaloni color sabbia stretti in vita e larghi nelle gambe e una maglietta a tinta unita, nera.
Si legò i capelli accuratamente, prestando attenzione a non far uscire fuori nessuna ciocca e uscì di casa canticchiando un motivetto allegro.
"Mia madre non è in casa" constatò dopo aver chiuso bene la porta a chiave.
Decise che sarebbe andata al laghetto, per poter pensare meglio, lì solitamente non andava mai quasi nessuno in quella stagione, poiché c'erano spesso piogge e il terreno era sempre umido, freddo e bagnato ultimamente, seppur non dovesse essere così lì.
Mentre passeggiava per le strade cercò di ricordare più volte che giorno fosse, o se mancassero uno o due giorni all'esilio.
Non riusciva a venirle in mente una risposta, eppure lei teneva il conto dei giorni da circa due settimane.
"Pensa pensa...anzi, non pensare..." si disse arrivando finalmente nel viottolo di pietre che l'avrebbe portata al laghetto.
Quasi si mise a correre quando intravide l'acqua da lontano, non poté far a meno di buttarcisi dentro, tanto da quelle parti non passava mai nessuno se non qualche straniero, poiché il lago si trovava al confine del territorio Bud.
Quindi quel lato del lago non era controllato da guardie e chiunque poteva entrarci indisturbato.
Cris notò che il cielo non era particolarmente armonioso quella mattina; il sole era pallido e coperto di nubi trasparenti e grigie, faceva anche un po' freddino lì nell'acqua.
Lei amava le giornate fredde e piovose.
Quando era piccola raccontava a sua madre che se si concentrava tanto tanto riusciva a far piovere a comando.
Sua madre la rimproverava e le diceva:"non dire o pensare mai più una cosa simile!" e Cris allora non lo diceva più.
Il lago era veramente bello, quell'insenatura particolarmente; era piccolina, all'esterno il prato verde e a partire dall'acqua più profonda delle piante verdi altissime che sbarravano la strada come una foresta.
Lei vi andava spesso quando era triste o preoccupata, era terapeutico un bagno li, anche quando pioveva, lei non soffriva il freddo.
-non pensavo che ci fossero persone di questo clan con dei gusti del genere.- disse una voce alle sue spalle che la fece sussultare.
Cris si girò di soprassalto ritrovandosi un ragazzo davanti, non lo conosceva, era sicuramente uno straniero.
-non volevo spaventarti.- rise lui.
Era un ragazzo dalla pelle molto chiara, con qualche spruzzatina di lentiggini sul naso, poco visibili se non da un'occhio attento e osservatore come quello di Cris .
I capelli erano scuri e ricci, corti a parte il ciuffo più lungo che ricadeva sulla fronte.
La mascella era ben pronunciata e quando rise, sopra le guance spuntarono appena delle fossette.
Aveva però qualcosa di caratteristico e strano, i suoi occhi erano verde acqua, sembrava quasi che brillassero, risplendevano l'acqua del lago in modo perfetto, non sembravano veri.
-non mi hai spaventata mi hai solo colta di sorpresa.- sorrise Cris ripensando alla sua figuraccia.
-cosa intendevi per persone del mio clan con gusti del genere?- chiese poi con una punta di curiosità e stizza.
-ma in ogni caso,potrei anche essere una straniera,chi ti dice che sono di queste parti?- continuò a chiedere prendendosi un po' gioco di lui.
Cris alzò un sopracciglio con un mezzo sorriso compiaciuto aspettando la risposta che si aspettava, ma ciò non accadde.
-io so chi sei, Cristal- disse il ragazzo, mantenendo sempre quel mezzo sorriso furbo.
Era lì, in piedi appoggiato ad un albero proprio sulla riva del fiume, circa a due, tre metri di distanza da Cris che lo guardava con preoccupazione.
Come faceva a sapere il suo vero nome?
Solo gli abitanti di bud potevano conoscerla come Cristal.
-chi sei?- Chiese senza pensarci neanche un attimo prima di aprire bocca.
-Mi chiamo Lane- rispose lui continuando a rimanere immobile nel suo albero.
Cris si incuriosì, quella situazione era abbastanza insolita, non le era mai capitata una vicenda simile, voleva capire come facesse quel ragazzo a sapere il suo nome.
-da dove vieni?- chiese Cris dopo qualche secondo.
Cominciava a fare abbastanza freddo nell'acqua e lei stava tremando.
-che ti importa!- rise lui.
Poteva avere 17 anni circa, non di più.
-io vivo dove andrai tu.- continuò smettendo di ridere.
- Ma io non so ancora dove...aspetta come fai a saperlo?- Cris cominciò a preoccuparsi, voleva andare via da lì, tornare in camera sua e distrarsi.
Nessuno oltre il suo clan sapeva del suo esilio, erano informazioni private.
-lo sanno tutti ciò che succederà sta notte a mezzanotte, chiunque, Cristal.-
Disse dando peso alle sue parole come a prendersi gioco di lei.
"Quindi sarà sta notte..." un brivido corse lungo la schiena di Cris.
"Non posso perdere tempo allora" si disse, e uscì dall'acqua.
-fa freddino eh?- disse il ragazzo notando che cris stesse tremando.
-mi piacerebbe molto fare il gentiluomo offrendoti la giacca ma non credo sia il caso, non è il tessuto adatto.- si giustificò.
Cris non ci fece neanche caso, cercava la sua roba, ma non aveva nulla da prendere, se ne rese conto mentre stava cercando il suo zaino.
Ma lei non era uscita con nessuno zaino.
-che fai, vai via così presto?- si prese gioco di lei Lane.
Cris si fermò per qualche secondo mentre imboccava il sentiero di sassi, dando le spalle a lane.
Quel ragazzo le dava parecchio fastidio, però la incuriosiva molto, fece fatica a trovare il buonsenso per girarsi e dargli una risposta cordiale.
-addio Lane.- disse con un finto sorriso sforzato e con un cenno della mano, per poi rigirarsi subito e continuare a camminare zuppa d'acqua.
Doveva tenere i denti ben stretti e le braccia conserte per non sentire troppo freddo.
-questo non è un addio è un arrivederci!- le urlò da lontano.
Lei sorrise scuotendo la testa; forse adesso aveva meno paura di rimanere da sola dopo l'esilio, oppure era ancora più incasinata di prima dato che probabilmente nessuno l'avrebbe accolta.
-se lo dici tu!-rispose lei rigirandosi, ma il ragazzo era sparito nel nulla, come se non ci fosse mai stato.
Cris si stropicciò gli occhi e con una smorfia camminò più velocemente verso casa.