Capitolo 2.

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"Heeey, sveglia, bella addormentata!"

Max si sentì toccare la spalla, aprì gli occhi e vide Rachel che la stava osservando fuori dalla macchina con lo sportello aperto, in attesa.

Uscita dal furgone si incamminò insieme alla combriccola, si limitò a seguirle perchè in quel momento non ricordava la strada di casa.

"Quanto manca?" L'unica cosa che avrebbe voluto in quel momento era stendersi sul letto e non rialzarsi più. Chloe si girò distrattamente controllando se fosse presente per poi risponderle.

"Dovrai muovere quel tuo culetto secco ancora per un po', Caulfield, quindi vedi di non lamentarti."

Nonostante stesse morendo in piedi aveva ancora la capacità di pensare, e le venne in mente che Chloe e Rachel sarebbero potute apparire come delle infiltrate in casa sua, sicuramente i suoi non lo faranno notare e saranno cordiali, ma per quanto tempo sarebbero dovute rimanere lì? C'era abbastanza posto e risorse? Max non avrebbe voluto dirlo alle altre per non creare una situazione di disagio ma ne sentiva il bisogno...

"Ehm... ragazze, poi troveremo una sistemazione fissa, giusto?"

"Cristo, Max, non iniziare a gingillarti con quella tua testolina, dai tempo al tempo, non rimaremmo più di due notti per una questione di rispetto e poi-"

Rachel la fermò sorpresa.

"Wooo, Chloe che usa la parola 'rispetto' in una frase, attenzione gente."

Accanto a lei la ragazza sbuffò irritata, voleva essere presa seriamente per una volta.

"Stavo dicendo, ci prostituiremo e andremo a vivere in un hotel." Proprio sull'ultimo si contraddisse, tipico di Chloe.

"Voglio il mio culetto sodo intatto e poi sono riservata a pochi fortunati." Rispose Rachel con uno sguardo ammiccante.

La conversazione si troncò con quella frase e fu meglio così perchè erano arrivate a destinazione. Il gruppetto attraversò il giardino arrivando all'entrata. La casa era immacolata, esattamente uguale a come se la ricordava prima di averla lasciata. La vernice era splendente, sempre del solito bianco che non stancava mai.

Chloe e Rachel fecero spazio facendo passare avanti la ragazza castana.

"È giusto che bussi tu." Disse Chloe benevolmente.

La ragazza chiuse la mano in un pugno e appoggiò la mano alla porta due volte, essa si aprì lentamente facendo sbucare una faccia familiare.

"Papà!"

L'uomo di fronte a lei fece un'espressione confusa.

"Max?"

Quando realizzò la situazione lasciò la porta spalancata per poi buttarsi in un abbraccio affettuoso con sua figlia.

"Sì, papà, sono io. Ti eri dimenticato di me?" Disse, scherzosa.

"Va tutto bene?"Chiese, dopo quel momento padre-figlia.

"Sì, sto benissimo."

"Dopo quel tornado pensavo... non voglio neanche dirlo, io e tua madre siamo stati tutta la notte incollati alla tv in cerca di notizie a riguardo. Ti avrò chiamato come minimo dieci volte. Perchè non mi hai mai risposto?"

"Dopo l'accaduto mi si è rotto il telefono, ma non preoccuparti. Ora sono qui sana e salva." Spalancò la bocca facendo un sorriso a trentadue denti.

"Bene, ma chi sono queste due ragazze? Sono tue amiche?"

Senza bisogno di una presentazione Chloe si mise improvvisamente di fronte all'uomo per stringergli la mano.

"Io sono Chloe Price, non si ricorda di me? Da piccola giocavo sempre con sua figlia nel vostro giardino ai pirati e beh, altre storie che ci inventavamo, ehehe." Finì la frase grattandosi la testa, imbarazzata.

"Chloe?! Non ti avevo riconosciuta! Sei cambiata talmente tanto! Fatti dare un abbraccio anche tu!"

Finito il secondo abbraccio Max ricominciò a parlare.

"E lei è Rachel, un'amica di Chloe che ho conosciuto oggi."

La ragazza si fece avanti timidamente.

"Piacere di conoscerla, Signor... ?"

"Oh, il piacere è tutto mio e puoi chiamarmi Ryan, accomodatevi."

Le due si sedettero sul divano in soggiorno mentre suo padre si lasciava ricadere sulla poltrona, intento in un'allegra chiacchierata con loro. Max era rimasta in piedi ad aspettare un posto libero.

"Tua madre è di sopra a sistemare delle cose, vai a salutarla."

Salì lentamente le scale, visto che non voleva essere scoperta. Arrivata nella sua stanza la scorse con la coda dell'occhio mentre piegava un cardigan, si avvicinò di soppiatto mentre era di spalle e la afferrò velocemente esclamando a gran voce: "Buuu!"

Lei si girò, spaventata, ma nel giro di due secondi la bocca aperta si trasformò in un sorriso gioioso. Notò che nell'abbracciarla alla madre scese una lacrima. Era fin troppo destabilizzata per parlarle, così lo fece lei.

"Ora va tutto bene, non ti preoccupare."

"Domani ne parleremo. Ora vai di sotto, io ho del lavoro da sbrigare."

Senza indugio si avviò al piano inferiore, nel quale la chiacchierata continuava con lo stesso ritmo di prima. La ragazza diede un occhiata al suo orologio, un cimelio regalatole dalla nonna ormai scomparsa per il suo quindicesimo compleanno. Erano le 18:30.

"Scusate, non vorrei interrompere il vostro dialogo, ma si sta facendo tardi. Sarebbe ora di cenare adesso."

Chloe fece un salto energico e si alzò dal divano.

"Non si scomodi per la cena signor. Papà di Max, noi andremo in un ristorante qui vicino togliendoci dalle pall-"

Rachel coprì con le mani la sua bocca prima che lei potesse pronunciare ciò che in presenza di un signore di una certa età era meglio non venir detto.

"Bene, noi andiamo." Rachel affrettò il passo con un sorrisino imbarazzato e tirò per un braccio la castana che nel mentre era rimasta impalata.

La porta si chiuse con un boato.

"Cazzo, Chloe, controllati!" Sghignazzò Rachel.

"Ormai pensavo ci capissimo. Era un vecchio simpatico però, dai."

"Tutto okay, Max?" Chiese Chloe, scuotendola.

"S-sì, io-"

La frase continuò con una sonora risata che si propagò nelle altre due ragazze scatenando un piccolo coro.

Camminando per le strade di Seattle la bionda adocchiò un lounge bar dal quale si poteva udire della musica jazz provenire dall'interno.

"Fermiamoci qui, sembra... raffinato." Consigliò, soffermandosi sull'ultima parola con un sussurro malizioso.

"Sì, per sbronzarsi. Tsk."

Rachel roteò gli occhi e decise di rivolgersi dunque a quella che aveva parlato di meno: "E tu cosa ne pensi, Max?"

"Per me va bene qualunque cosa."

"Non ti preoccupare, ti faremo divertire in ogni caso." Finì la frase dirigendosi all'interno del locale. Le altre due non poterono fare che seguirla.

【Scritto da _StrangerDreamer_

ʟɪғᴇ ɪs sᴛʀᴀɴɢᴇ - ᴛʜᴇ ʙᴜᴛᴛᴇʀғʟʏ's ᴡɪɴɢs.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora