Capitolo 1.

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Era il tramonto. L'accademia Blackwell era appena illuminata dalla luce rossastra del sole, a quell'ora.

"Smettila di saltarmi continuamente addosso! Anche per me è difficile camminare in mezzo a tutte queste macerie, ma di certo non ti pesto un piede ogni cinque secondi."

"Scusami, Chloe. Solo che..." La castana abbassò lo sguardo come se fosse stata beccata a fare qualcosa che non doveva fare. E non aveva fatto niente.

"Max, zitta e muoviti. Voglio andarmene il prima possibile da qui." Chloe si sistemò meglio la giacca sulle spalle, sentendo improvvisamente freddo.

Le due ragazze stavano cercando di districarsi tra le rovine di quella città ormai distrutta. Avevano tutta l'intenzione di partire e allontanarsene il più possibile, ma Max doveva tornare a riprendersi gli affetti personali lasciati nel dormitorio, Chloe doveva fare un salto a casa sua e quella rimaneva pur sempre la loro città. La città della loro infanzia, la città in cui si erano incontrate. Passarci un altro po' di tempo, dopo il trauma della tempesta che aveva raso al suolo quel posto e ucciso tutti i suoi abitanti, non poteva sicuramente far loro più male del dolore che stavano già provando.

Un fastidioso fruscio passò attraverso le orecchie di Max. Lei sussultò, voltandosi verso la compagna dai capelli blu. "Hai sentito anche tu?"

"Cosa?" L'altra la fissò, interdetta.

"Una specie di... richiamo del vento." Rispose, pettinandosi distrattamente la frangia.

"Senti, non mi parlare col codice dei supereroi, perchè non lo capisco. E non è proprio il momento adatto per scherzare, Max."

"Non ti sto prendendo in giro, lo giuro. Non mi credi?"

Prima che Chloe potesse ribattere, le loro schiene furono percorse da un brivido e un'insolita brezza le avvolse.

"I-Il tornado non era passato?" Domandò Chloe, con tono lievemente insicuro.

Max lo sapeva. Quella tra le due apparentemente più tosta e forte adesso aveva paura. Le sorrise con dolcezza per rassicurarla. "Non ti preoccupare. Ci sono io. In caso di necessità fermerò il tempo."

Chloe sospirò, tornando ad avere una postura normale come se si fosse liberata di un peso che la opprimeva. "Come farei senza di te?"

Max non le rispose e camminò a labbra serrate per il resto del tragitto.

-

Dopo essersi fatte strada lungo diversi corridoi distrutti, finalmente le ragazze arrivarono davanti alla stanza di Max.

Entrò senza esitazione, lanciando la borsa di scuola sul letto. Dopodichè fu Chloe a catapultarsi su di esso come farebbe un cane con la propria cuccia. Buttò persino all'aria qualche cuscino.

"Tu nemmeno chiedi, eh?" Rise la castana.

"Perchè dovrei? Quello che è tuo è mio e viceversa, non è così?"

Il sorriso perverso che le spuntò subito dopo convinse Max a girarsi dall'altra parte in cerca del necessario per andarsene da lì.

"Prendi soltanto il minimo indispensabile, okay?" Continuò Chloe.

"Lo so, non c'è bisogno che me lo ricordi. Mica ho sei anni, cavolo!" Borbottò la ragazza, frugando tra i cassetti dell'armadio.

L'altra si mise seduta per guardarla meglio. "C'è qualcosa che non va? Di solito non mi parli... così."

"Tu che dici, Chloe?" Max sbuffò tristemente. "Ho sacrificato tutta Arcadia Bay per te e non so davvero se sia stata la scelta giusta oppure no. Vivrò col pentimento di averlo fatto per tutta la vita, forse. Sono morte troppe persone..."

ʟɪғᴇ ɪs sᴛʀᴀɴɢᴇ - ᴛʜᴇ ʙᴜᴛᴛᴇʀғʟʏ's ᴡɪɴɢs.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora