Capitolo 3

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Berlino 1942
David

"Mamma so mettere da solo la cravatta non me la devi sempre sistemare tu" dissi ridacchiando
"Non è vero non la sai mettere bene affatto, guarda qua il nodo è tutto storto" disse mia madre mentre sistemava per bene la cravatta
Io sbuffai e mia madre lo notò
"Oggi è un giorno importante per te e tuo padre, se riuscirai a diventare una ss i sospetti su di noi spariranno" disse con la sua dolce voce
" mamma tranquilla nessuno sa che sei ebrea hai pure il documento falso che certifica il fatto che sei ariana" dissi io rassicurandola
"Si lo so ma ho paura di mettervi in pericolo" disse
Io la abbracciai e la rassicurai
Lei era la donna migliore che mio padre potesse sposare , era alta e snella con i capelli e gli occhi castani , era buona e gentile ma sapeva tenere testa a tutti e quando voleva diventava cattivissima
Si chiamava Sarah Hirschmann prima di cambiare identità in Adele Liebehenschel moglie di uno dei maggiori esponenti del partito nazista non che mio padre
Lui si chiama Arthur Liebehenschel e recentemente è stato promosso al lavoro infatti  e entrato a far parte del SS-Wirtschafts- und Verwaltungshauptamt dove in poche parole si occupava delle finanze delle ss
È diventato sostenitore del partito prima di conoscere mia madre e ora si sta pentendo per le sue scelte ma ormai e tardi per tornare indietro e cerchiamo di eliminare ogni sospetto dalla nostra famiglia
Alla festa avrebbero partecipato i maggiori esponenti del partito tra cui alcuni comandanti delle ss come Höß
La serata era decorsa nel meglio dei modi infatti mio padre mi presentò a tutti i maggiori esponenti del partito per farmi trovare il prima possibile lavoro nelle ss
La serata fini e tutti andarono a casa tranne una persona , non la conoscevo ma a quanto pare mia madre si , era un sostenitore del partito nazista che aveva diversi sospetti su di noi

Lui sospettava  che lei era ebrea e questo rappresentava un grosso problema per tutti noi
Ma speravamo comunque che non avrebbe fatto la spia ma non fu così
Il 10 luglio del 42 le ss arrivarono a casa per prendere mia madre ,io e mio padre potevamo finire in guai seri per tradimento quindi mia madre decise di sacrificarsi per noi
Disse che noi non eravamo al corrente di tutto ciò e che io in realtà non ero suo figlio ma ero un bastardo di mio padre che aveva deciso di adottare, questo fu pure certificato da un documento ovviamente falso che diceva che ero figlio di Eva Brau una tedesca amica di mia madre che testimonio che era vero
Io e mio padre non potemmo fare niente e mi pento amaramente di ciò che ho fatto perché mia madre alla fine fu giudicata colpevole e fu deportata nel campo di Dachau dove morì pochi giorni dopo la deportazione , si era impiccata...
Mi sento una merda e la cosa più brutta e che sono diventato un ss e che lavoro nel campo di concentramento di Auschwitz dove dobbiamo uccidere gli ebrei, e come se ogni ebreo o ebrea che vedo sia lei , e ogni volta che dovevo uccidere qualcuno lei era li che mi faceva sentire uno schifo con me stesso , poi mio padre... beh lui dopo averla saputa morta non mi ha più trattato come suo figlio ma come un suo collega infatti nel 43 è diventato comandante del campo di Auschwitz
La guerra ha distrutto la mia famiglia e la cosa più brutta non è questa ma e che io  ho deciso di isolarmi dal mondo e non sentire più nulla , e come se non provassi ne paura ne amore ne felicità solo tristezza e solitudine, solo buio, ora uccido senza più vedere mia madre in ogni persona ,senza pietà e non mi interessa più di niente e di nessuno ,fino a quando non la vidi...
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Auschwitz 1943
David
L'avevo fatto  di nuovo l'avevo picchiata a morte senza motivo e ora mi stavo punendo per ciò che avevo fatto , perché mi sentivo in colpa?Mi ero promesso di non sentirmi mai più in colpa per una ebrea,pensavo di essermi abituato a quelle scene ma ogni volta che la guardavo li svenuta e dolorante mi sentivo uno schifo ma dovevo impedirlo io non dovevo non potevo permettermi di provare pietà per una di loro
Lei era per terra svenuta e nuda, non aveva resistito al dolore neanche un po' pensai mentre i miei occhi percorrevano ogni sua curva che la natura le aveva donato , le frustate si vedevano chiaramente sulla sua pelle leggermente olivastra e continuavo a sentirmi in colpa
"No no non devo" dissi stringendo i denti mentre la lama tagliava
Il sangue continuava a scorrere tra le mie mani e mi sentivo sempre più debole , chiusi per un po' gli occhi e trovai un po' di pace

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