quella sera fu forse la prima sera dove mi addormentai serenamente in quel inferno, non potevo credere che una ss ci tenesse a me , non sapevo come spiegarmi quel stato di euforia e imbarazzo che provavo quando lo vedevo, forse erano farfalle nello stomaco... si erano proprio loro, mi stavo innamorando di lui e non sapevo come gestire la situazione, non poteva piacermi una persona che mi procurava tanto dolore ma... non ci potevo fare niente, era così e basta
il mattino dopo come sempre lui era vicino alle cucine a fumare la sua sigaretta e nel mentre controllava che degli omini consumati dalla fame e dal lavoro trascinassero quelle assi di legno che sembravano molto pesanti, sembrava indifferente a tutto ciò che lo circondava infatti non disse nulla a un uomo che era inciampato, forse era assorto nei pensieri
io nel mentre mangiavo il mio misero pezzo di pane con il caffè acquoso che non sapeva di nulla e mi preparavo psicologicamente alla massa di vestiti puzzolenti che avrei dovuto lavare e cucire
l'appello si svolse come ogni mattina e io andai in sartoria così da cominciare il lavoro ma rimasi pietrificata quando appena entrata vidi una ss che aspettava li, non era David questo era sicuro
Era alto e possente con occhi di ghiaccio e capelli biondi tirati indietro"lavori qui ebrea!" sbraito
io impaurita risposi" si- si signore"
"ho lasciato qui 50 uniformi che dovranno essere lavate e stirate per stasera alle 6, intesi!" gridò ancora
"s-si" balbettai
Lui vedendomi debole si avvicinò e mi strattonò dal colletto della mia camicetta
"Se queste uniformi non saranno perfette per la festa del kommandant, ti farò patire le pene dell'inferno, hai capito piccola hundin" disse minaccioso sussurrando le ultime parolelui se ne andò e mi lascio li da sola piena di paura e con i miei pensieri,chissà perché dovevo sistemare così tante uniformi per stasera, ma quella ss incuteva timore e dovevo finire per stasera,Marta avrebbe cucito i vestiti dei detenuti mentre io avrei pensato alle uniformi
Mi misi subito al lavoro e cominciai a lavare le camicie delle ss e mentre Marta cuciva
"Pensi che ne usciremo da questa merda?" Domando Marta con la voce triste spezzando il silenzio
"Spero di sì" dissi
" mi manca Alfred..." disse con la voce spezzata dal pianto
"Stai tranquilla lui non è ebreo è solo un prigioniero di guerra , se la caverà" cercai di tranquillizzarla
Lei non rispose e continuo a cucire
La giornata continuo così, in silenzio senza che nessuna delle due fiatasse, Marta stava cominciando a mostrare la sua debolezza, sia fisicamente che psicologicamente, era diventata molto magra e a stento si reggeva in piedi infatti a mezzogiorno gli cedetti il mio pranzo, io avevo la possibilità di mangiare un po' di più di lei quindi decisi di farlo
Finalmente arrivò la sera in quel inferno e la ss di prima passò per riprendere le uniformi perfettamente lavate e pulite , così decisi di ritirarmi nella mia baracca, salutai Marta e me ne andai
Nel tragitto però notai che nel campo c'erano davvero poche guardie e di David nessuna traccia, la musica forte che veniva dalla villa del kommandant si faceva sentire e intuii che c'era un festa
Chissà chi o cosa festeggiavano pensai
La kapo gridava come una forsennata per farci entrare ma quando io entrai lei mi fermo e mi strattonò il braccio e mi buttò per terra
"Sei tu k12402!" Gridò
"Si" dissi
Lei mi fece alzare con violenza e mi portò in un blocco vicino alla villa in una stanza con altre ragazze della mia età circa, avevo paura...
La stanza era vuota, con delle pareti sporche e ammuffite con una porta in legno, noi eravamo in 6 messe in linea, c'era silenzio fino a quando una donna sui 50 anni entro
"Allora voi puttane siete state scelte per essere i giocattoli delle ss quando torneranno dalla festa del nuovo comandante del campo, nella stanza troverete del cibo e dei vestiti che dovrete indossare , ora muovetevi!" Disse con tono autoritario
Io cominciai a camminare verso la porta che conduceva alla stanza
Appena entrata un odore di profumo molto forte mi invase le narici, la stanza era tutta rossa e piena di vestiti molto sensuali e succinti, ero spaventata perché da li a poco sicuramente una ss mi avrebbe stuprata per il suo piacere
Una donna più matura , sicuramente aveva tra i 40 anni , era praticamente una misstress, aveva dei lunghi capelli biondi legati in una crocchia molto elegante e indossava un abito nero con uno scialle rosso, sembrava molto severa
"Allora , voi dovrete soddisfare le ss che vogliate o no, in cambio avrete del cibo e acqua, andate a lavarvi e a sistemarvi, io vi controllerò" disse per poi sedersi sulla poltrona di pelle davanti a noi
Io andai negli spogliatoi e mi lavai un po' e poi passai al trucco, la misstress mi trucco in modo molto semplice sugli occhi ma aggiunse un rossetto rosso che faceva esaltare il mio viso, indossai dell' intimo di pizzo nero , erano due pezzi una mutanda nera a vita alta e un reggiseno di pizzo, ma la misstress aggiunse al mio look da puttana degli autoreggenti che mi donavano un aria molto sensuale, ma non ero per nulla a mio agio specialmente quando indossai i tacchi , camminavo come una papera e grazie a dio una ragazza che già sapeva come utilizzare quei marchingegni mi spiego come camminare meglio
Aspettai seduta su uno sgabello per ore , a quanto pare dovevamo aspettare che la festa fosse finita così da intrattenere le ss e questa cosa mi faceva ribrezzo, non osavo pensare a quello che sarei stata obbligata a fare
Ad un tratto il rumore di più uomini si fece sentire , si capiva che erano uno più ubriaco dell'altro e non osavo muovermi ero come immobilizzata, la misstress ci disse di andare nella sala e metterci una vicina all'altra e le ss avrebbero scelto con chi andare, ero diventata una cosa , un oggetto con cui giocare, una bambolina...
Uscii dal camerino e cercai con lo sguardo David ma lui non c'era , era la mia fine
Un uomo vecchio e grasso si avvicinò a me e mi strattonò la mano e mi portò verso una delle stanze a disposizione delle ss
Ma io mi dimenavo e gridavo aiuto ma tutti ridevano di me , ero spaventata, a disagio e nervosa così morsi il braccio dell'uomo ma fui ricambiata da uno schiaffo in pieno viso e mi spinse verso la parete facendomi sbattere la schiena
Non feci in tempo ad alzarmi che voleva tirarmi un pugno ma si fermò e non fece nulla io avevo chiuso gli occhi e tremavo come una foglia
"Herr kommandant"disse l'uomo
Alzai lo sguardo e David era li davanti a me , si era messo in mezzo per proteggermi
"Se questa ebrea dovrà essere punita sarò io a farlo siamo intesi!" Gridò facendo zittire tutti i presenti nella sala
Mi prese la mano in modo violento e mi portò via con se, io in tutto ciò ero mezza nuda con i piedi doloranti per i tacchi in pieno inverno
Lui sembrava nervoso e preoccupato nello stesso momento e non sapevo cosa dirgli
Ci dirigemmo verso la villa del kommandant ma prima di imbucare il vialetto che conduceva alla casa lui cambiò strada e andò verso un vicolo cieco che conduceva a una piccola entrata di un giardino
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Save me
RomanceSarah Steiner ha 17 anni e vive nella periferia di Vienna con i suoi genitori in calma e tranquilla , ma quando nel 1938 Hitler invade l'Austria le leggi razziali prendono vigore e questo metterà a dura prova la vita della famiglia Steiner che purt...