Jeny non aveva più intenzione di soffermarsi sulle bancarelle.
Passando, gettò un'occhiata sui numerosi oggetti di cui esse traboccavano, senza in realtà vederli davvero.
L'incontro con quel misterioso ed inquietante pagliaccio era stato come una pennellata di vernice nera, che aveva oscurato il suo momentaneo entusiasmo legato alla fiera.Kate, che aveva gusti ben più moderni, dal canto suo si limitava a tirare dritto.
Miriadi di scatoline colorate, cornici di ogni forma e misura, carillon di legno che sostenevano i piedini leggeri di ballerine il cui ballo si era interrotto, e che speravano in un nuovo giro sulla pista del tempo, cartoline di soldati che, lontani dalle innamorate, avevano voluto far arrivare loro il sussulto del proprio cuore dolorante, giocattoli che avevano fatto divertire o litigare bimbi ormai anziani, se non addirittura scomparsi dalla faccia della Terra...
Lo sguardo di Jeny tremolava da una bancarella all'altra, improvvisamente svuotato dell'interesse, assente.I suoi occhi erano pianeti desolati, che sembravano voler distaccarsi dal proprio universo, per trovare nuove forze su cui far leva, come stanchi di contare e girare solo su sé stessi.
Poter finalmente ammirare lo spazio, di cui erano tristi di essere gli ineguagliabili protagonisti. Sedersi, magari su un pezzo di stella, anche solo una punta, e respirare, prendere commiato dai propri tormenti.Ma la galassia di Jeny era un ammasso informe di buchi neri fra cui destreggiarsi.
Anche standone lontani anni luce, i suoi meteoriti - pur non visibili ad occhio nudo - potevano raggiungere chiunque, nessuno escluso: specialmente chi le aveva fatto del male. E un meteorite che piomba sulla propria testa mentre si è intenti a far colazione o a sorridere della piega serena che sta prendendo la propria vita, è l'inizio di una lunga serie di incubi il cui lato peggiore potrebbe essere l'improvvisa scoperta che non si tratta soltanto di un brutto sogno.«Jeny, volevi cercare un carillon? Guarda questo, che delicatezza, e che bella musica!»
Kate teneva in mano un piccolo carillon di legno, con sopra una ballerina di plastica avvolta in un leggero tutù di stoffa rosata. I suoi occhi dipinti erano chiusi, rapiti da una melodia che forse non era quella udibile dalla piccola apertura dell'oggetto, ma qualcosa di ben più sovrannaturale e impercettibile alle orecchie dei curiosi visitatori.
«Compralo, se vuoi, te lo regalo. Solo che... Facciamo presto, per favore, sono stanca e vorrei sprofondare in un bagno bollente... Tieni!» sibilò Jeny, porgendo all'amica qualche soldo raccolto alla rinfusa da dentro il taccuino.
«Oh no, Jeny, grazie ma davvero credevo potesse interessarti... Io sinceramente non sono molto portata per questo genere di cose!»Kate ripose con aria sconsolata il carillon sulla bancarella, confondendolo ancora una volta fra quel tripudio di colori e, forse, arrecando alla silenziosa ballerina appena ridestata da un lungo sonno, un nuovo, pungente dolore.
Ma il movimento veloce della mano di Kate andò ad urtare alcuni burattini disposti sull'orlo, alcuni in posizione seduta, altri in piedi, grazie ad un bastoncino che li teneva sollevati e affondato in un apposito congegno bucherellato. Due di quei manufatti caddero a terra, rimanendo miracolosamente intatti.Jeny si chinò per raccoglierli, mentre Kate arrossata e dispiaciuta si scusava con il proprietario della bancarella.
«Fa niente, signorina, fa niente!» esclamò quello, gesticolando vistosamente, come volesse mandar via una mosca fastidiosa comparsa all'improvviso.
Aveva una lunga barba grigia con qualche curiosa stiratura rossastra, e gli occhi piccoli e strizzati in minuscole fessure, che lo facevano assomigliare a un cinese. L'accento, però, era senza ombra di dubbio quello tipico di Conway.Jeny sistemò con cura i vestitini di quei minuscoli esseri di legno.
Un burattino rappresentava un vecchio dai capelli grigi, legati in una coda che scendeva fino a metà schiena, con la bocca aperta in un sorriso sgangherato. A Jeny ricordò tanto il sorriso smodato di Maverick, privo di qualsivoglia contegno, eppure tremendamente adorabile, e i suoi occhi per un istante si annebbiariono, colmi di nostalgia.
Indossava un paio di bizzarri pantaloni rossi, con delle toppe verdi e marroni, quasi più grandi dei pantaloni stessi. Erano larghissimi e il risvolto terminava su delle scarpe, al contrario, ridicolamente striminzite e a punta.
In mano teneva una bottiglia di birra, e se non fosse stato per l'abbigliamento non riconducibile ad alcun personaggio in particolare, dalla posa e dai tratti del viso si sarebbe benissimo potuto pensare ad un pirata. Magari era solo un pirata in borghese, intento a festeggiare l'affondamento di una temuta ed odiata nave nemica, confabulò fra sé e sé Jeny.
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Trappole d'inchiostro
Mystère / Thriller✒️ Di cosa può essere capace una tranquilla ragazzina cresciuta in uno sperduto paesino dell'Arkansas? Quali pensieri, soffocanti come serpenti che si attorcigliano, si nascondono in fondo alla mente e fermentano dentro al cuore di Jeny, in attesa d...