Capitolo 5.

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Katia

Il mio arrivo al circolo suscitò un certo scalpore, il mio talismano mi indicò da subito una ragazza molto potente

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Il mio arrivo al circolo suscitò un certo scalpore, il mio talismano mi indicò da subito una ragazza molto potente.
Capelli rossi, un occhio verde e uno azzurro, la particolarità del suo potere risiede evidentemente nei suoi occhi.
Da subito percepii le sue grandi potenzialità e devo dire che quasi mi spaventarono.
Thomas prese il suo compito molto sul serio, iniziò a seguire le lezioni, fu taciturno e poco socievole ma il mio bisogno di una spalla che non c'era mi rese irascibile.
Decisi di parlarci, lo portai nel giardino a notte fonda.
"Mi spieghi che ti prende?"
"Niente. Sapevi che non ero d'accordo"
"Dobbiamo farlo per mamma e papà!"
"Katia, a me non sono mai interessati i loro piani e i loro screzi politici. Non ero d'accordo prima e non lo sono ora"
"Thomas, cerca di capire, se non mi aiuti ogni cosa sarà stata fatta invano. Vuoi deludere i nostri genitori?"
"Non giocarti la carta dei genitori delusi. I tuoi metodi sono oltremodo poco etici. Fare innervosire una ragazzina con dei trucchetti così subdoli? Non è nemmeno da te..."
"Abbiamo una missione di vita, non te ne rendi conto? È importante per me. Se non vuoi farlo per loro almeno fallo per me!"
"Ma che dovrei fare? Farla innamorare di me?"
Fu come un fulmine a ciel sereno, una lampadina che si accendeva e illuminava tutto.
Fu un'idea semplicemente fantastica!
"Thomas sei un genio!"
Finimmo di programmare il piano, non sapevo se fidarmi di lui, non era portato per queste cose, ma avevo bisogno di lui, così fui costretta ad assecondarlo.
Si sarebbe avvicinato a lei il tanto che bastava per farla innamorare, io avrei fatto di tutto per allontanare Daniel, facendolo innamorare di me.
Tutto sarebbe andato secondo i piani.
Tornammo nelle nostre stanze aspettando l'indomani mattina, io ovviamente non riuscii a dormire, cosa che mi permise di avere più tempo per prepararmi una volta giunte le prima luci dell'alba.
Sistemai il trucco, cercai di essere il più bella possibile.
La prima lezione ci sarebbe stata subito dopo la colazione, avrei chiesto aiuto a Daniel con i compiti.
Finii di prepararmi, proprio mentre stavo per uscire dal bagno, Destiny entrò e ci incrociammo ai lavandini.
"Buongiorno Destiny"
Non mi degnò di uno sguardo.
Mi schiarii la voce,
"Buongiorno Destiny, so che abbiamo iniziato con il piede sbagliato, ma se dovremo convivere come una famiglia vorrei riprovarci. Sappi che non ho intenzione di rubarti Daniel. Sono sola e ho bisogno di qualche amico, tutto qui. Tu e lui siete quelli che mi sono sembrati più alla mano, Daniel è nella mia classe, insomma non voglio farti innervosire. Ho bisogno di amici. Sul serio"
Vidi dal suo sguardo riflesso nello specchio che stava iniziando ad intenerirsi, decisi di giocare ancora più sporco:
"Sto passando un periodo terribile, so che tu sei un'orfana. Che lo sei da sempre, ed è orribile. Io lo sono diventata da poco. Abbiamo qualcosa in comune..."
Mi guardò come se potesse leggere nel mio cuore, lesse ciò che in quel momento voleva leggere.
"Va bene Katia, amiche."
Il tono rimase comunque molto freddo, ma bastava per permettermi di andare avanti con il mio piano.
"Sai, anche Thomas mi aveva detto di voler provare a parlarti... non so, forse cerca una valvola di sfogo e pensa che tu sia quella con più cose in comune con lui, con me non vuole parlarne, sono sua sorella e poi lui l'ha presa peggio di me..."
"Si, ho capito, cercherò di parlargli più tardi"
La salutai e scesi al piano di sotto.
La tavola era quasi completamente apparecchiata, vidi scendere i primi ragazzi e notai i loro sguardi, i miei fouson di jeans stretti, la canottiera marrone e la cinta larga in vita accentuavano le mie curve, notai qualcuno guardarmi il sedere, tentai l'approccio con Carlos per testare il potere della mia bellezza.
Parlammo per un po' del più e del meno, vidi cascargli l'occhio più volte sul mio decoltè e questo mi bastò.
Quando scese Daniel, mi avvicinai prendendolo da parte, la sua reazione fu scontata, cercó di evitarmi per non avere problemi con Destiny, dovetti giocare subito le mie carte.
"Ho parlato con Destiny. Ora siamo amiche, mi spiace aver causato dei problemi ma sai... non sono al meglio della mia forma ultimamente, con quello che mi è successo, mi è crollato il mondo addosso."
"Ora siete amiche? Le hai fatto credere che io ti abbia baciato! Non so se sono più arrabbiato con te per questa bugia o con lei che ci abbia creduto"
"Perdonami Daniel. In questo momento ho davvero bisogno di un amico. Ne ho parlato anche con lei, ha capito e le sta bene. In fondo siamo entrambe orfane, tu non puoi capirlo, ma potresti provarci."
"Va bene Katia. Ma alla prima cavolata non ti rivolgerò mai più la parola. La fiducia va guadagnata"
Detto questo si allontanó per sedersi a tavola, mi voltai verso le scale per vederla scendere, arrivò fortunatamente prima Thomas ed io ebbi un vero colpo di genio.
Tornai su fermandolo per le scale, lo tirai per un braccio fino alla porta del bagno delle ragazze.
Bloccai la porta con una lastra di ghiaccio creata appositamente al momento, il ghiaccio era la mia passione, non a caso per tutta la vita ero stata rinominata -la ragazza dal cuore di ghiaccio-.
"Ma che fai?" Mi chiese con l'aria più scocciata che preoccupata.
"Aspetta qualche minuto, quando se ne accorgerà fingerai di sentirla e la salverai."
Non volli sentire scuse, mi girai e me ne andai prima che potesse ribattere.
Tornai giu e mi misi al mio posto a tavola, cercando di confondermi con gli altri.
Salutai Nathan per farmi vedere, così da non destare sospetti su di me nel caso avesse deciso di incolparmi.
Daniel la cercó con lo sguardo, la colazione era servita e loro non erano ancora scesi.
Iniziai a mangiare, facendo finta di niente, anche se cercavo di ascoltare quello che si stavano dicendo Chantal e Daniel.
Stavano di certo cercando di capire il motivo di tale ritardo.
Mi sembrò di sentire Chantal nominare Thomas, quando lo vidi girare l'angolo ed entrare nella sala, seguito da Destiny che era rossa di rabbia, un tutt'uno con il colore dei suoi capelli.
"So che sei stata tu. Per fortuna tuo fratello non è come te" mi ringhiò nell'orecchio cercando di non farsi sentire dagli altri.
"Cosa? Di che cosa mi accusi ora?" Dissi alzando la voce per attirare l'attenzione di Nathan, che non tardò ad accorgersi del nostro battibecco.
"Non prendermi in giro, Thomas mi ha detto di averti vista bloccare la porta del bagno. Direi che siete molto meno gemelli di quello che dica il vostro attestato di nascita"
Fulminai Thomas con lo sguardo, ma pensandoci bene sarebbe potuto comunque essere un buono spunto per farli avvicinare, anche se così facendo, Daniel non si sarebbe avvicinato a me. Era vero, non eravamo gemelli quanto credevo a quanto pare.
"Katia" la voce di Nathan mi fece sobbalzare, abbandonando i miei pensieri per un attimo.
"Mi sembra che tu abbia causato abbastanza problemi, oggi pulirai i vetri di tutta la casa per punizione" poi alzò la voce rivolto alla tavolata: "che sia d'esempio per tutti!".

Dopo la colazione ogni gruppo si divise per la propria lezione, fu il momento perfetto per approcciare con Daniel cambiando il nostro rapporto. Mi misi seduta accanto a lui, cercai di non parlarci e di non incrociare il suo sguardo per un po', poi finsi un leggero pianto silenzioso.
"Katia...tutto ok?" La reazione che aspettavo non tardò ad arrivare.
Mi sfogai con lui, raccontandogli che forse ero davvero stata io a bloccare la porta, ma non intenzionalmente, che da quando i nostri genitori erano morti avevo preso l'ossessiva abitudine di chiudere le porte per paura.
Sembrò funzionare, Daniel fu sinceramente dispiaciuto per me e mi promise di parlare con Destiny e spiegarle la situazione.
Per il resto della lezione io e Daniel parlammo come due amici, cercai di avvicinarmi il più possibile, gli chiesi un aiuto con un compito sui pentacoli e lui accettò di aiutarmi nelle sala conferenze dopo pranzo.
Il mio piano stava per prendere una svolta positiva.

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