Capitolo 7.

33 6 5
                                    

Daniel

Da quando Destiny se n'era andata ero cambiato

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.



Da quando Destiny se n'era andata ero cambiato. Me lo dissero tutti, ma me ne accorsi in primis io stesso.
Samuel cercò ogni giorno, per tutta la settimana, di farmi ridere o per lo meno di farmi alzare dal letto.
Costrinsi addirittura Nathan a salire al piano di sopra e venire nella mia stanza per vedere come stavo, Tanya mi fece portare su i pasti che la maggior parte delle volte non toccavo.
Anche Chantal cercò di starmi vicina il più possibile.
Mi tranquillizzò sapere che Destiny non mi aveva lasciato perché non mi amava, ma perché la gelosia e la rabbia la costringevano a scatenare un potere che non sapeva controllare e che aveva paura di ferire qualcuno come era successo con Chantal.
Mancavano pochi giorni al mio compleanno, avrei compiuto diciotto anni e mai avrei immaginato di passare un giorno così importante a letto, in totale depressione.
Mentre facevo questo pensiero, Samuel entrò nella camera con il suo quaderno per farmi avere gli appunti. Cercai di non rimanere indietro con il programma, per quanto il mio basso livello di attenzione me lo permettesse.
Il mio amico vide il piatto del pranzo ancora integro sul comodino, cercó di convincermi a mangiare almeno un po', ma non avevo fame e non avevo voglia di mangiare.
"Daniel!!" Gridò Chantal entrando di colpo in camera mia senza nemmeno bussare.
"Destiny sta tornando!" Urló ancora.
Per un attimo non capii quelle parole, poi come se qualcuno mi avesse spento e riacceso come si fa con un apparecchio elettronico che si blocca, mi alzai di scatto eccitato e l'abbracciai incredulo per quella notizia.
"Dovresti farti una doccia" mi disse con meno entusiasmo.
Fui talmente tanto contento che mangiai l'intero piatto e corsi in bagno a lavarmi e a radermi.
Ripensai alla settimana appena passata, a quanto stetti male per non averla voluta salutare prima che partisse.
Giurai che non avrei più rivolto la parola a Katia se lei fosse tornata insieme a me, infatti non la calcolai per niente, non andai nemmeno nella sala conferenze ad aiutarla come le promisi quel giorno.
Smise di venire a trovarmi in camera due o tre giorni dopo la partenza di Destiny, quando stanco di dirle che non avevo voglia di parlarle, mi alzai dal letto scaraventandole addosso una nube nera che le sporcò la pelle come se avesse attraversato un camino.
Ero talmente eccitato all'idea che Destiny stesse tornando che chiesi a Nathan il permesso di organizzare un'uscita con Destiny.
La regola del circolo diceva che prima dei diciotto anni un apprendista non poteva uscire al di fuori della recinsione a meno che non fosse accompagnato da qualcuno che fosse maggiorenne.
Vista la situazione e contando che mancavano solo due giorni al mio compleanno, Nathan mi concesse un'eccezione e accettò la mia richiesta, a patto che non ci fossero state magie e che per le 21.00 fossimo rientrati.
Partecipai alla lezione delle 15.00 di una nuova insegnante, la signorina Melanie.
Entrò in classe portando un'ondata di dolce profumo alla lavanda, i lunghi capelli lisci e rossi mi fecero sobbalzare per un momento, pesando che fosse lei e che fosse tornata, ma rinsavii all'istante. L'avrei riconosciuta tra mille rosse, non esisteva ragazza o donna al mondo che mi facesse l'effetto che mi aveva fatto lei, quasi come se mi avesse fatto una fattura, come se fossimo legati dal destino. Non a caso il suo nome era Destiny.
"Ragazzi, piacere di conoscervi, sono la signorina Melanie, per gli amici Mela. Vedremo di arrivare a diventare amici con il tempo. Se seguirete con attenzione le mie lezioni potrete passare ad un livello di consapevolezza maggiore e aprire nuovi varchi del sapere."
Mentre la signorina Melanie faceva la sua presentazione, fui distratto dal mio quaderno, nel quale senza accorgermene assorto tra i miei pensieri, stavo scrivendo il nome di Destiny, contornato di rose sfumate con la matita.
All'improvviso il mio quaderno levitò e allo stesso tempo anche la matita, scivolando via dalla mia mano.
"Dicevo..." alzò la voce la signorina Melanie attirando la mia attenzione, dopo aver fatto ricadere gli oggetti sul mio banco.
"Lei è?" Mi chiese con tono stizzito. Rimasi a bocca aperta incrociando il suo sguardo.
Un'occhio verde e uno azzurro. Capelli rossi.
Di nuovo.
"Lei è...?" Chiese di nuovo.
"Mi scusi. Sono Daniel" risposi ancora shockato. Non avevo mai visto nessuno con quei particolari occhi prima di Destiny, e ora prima la delegata del ministero, poi la nuova insegnante ed entrambe con l'abbinamento ai capelli rossi.
Girai la pagina su un foglio bianco, deciso a prendere appunti e seguire attentamente ogni parola che fosse uscita dalla sua bocca.
Nella mia testa un turbine di pensieri andava e veniva, ma quello che stavo pensando non era possibile, così scacciai l'idea e cercai di prestare attenzione:
"Per mezzo della magia le cose cessano di essere ciò che sono per divenire ciò che noi vogliamo che siano.
Un mago non è un tizio con un mantello che fa saltare un coniglio fuori dal suo cilindro. Un mago è colui che può cambiare la realtà attorno a sè. La magia è l'arte di modificare la realtà esterna e materiale attorno a noi, ma anche la realtà energetica, il vero motore di tutto ciò che esiste.
È bene sottolineare che la magia è pura, non ha colore. Siamo noi che la coloriamo di bianco, di rosso o di nero."
Seguii tutta la lezione, che durò più di un'ora, sui colori della magia. Fu davvero interessante, una lezione da primo anno in realtà. La signorina Melanie disse che voleva iniziare il suo corso con noi con le basi che conosceva, sicura che noi avessimo delle lacune su alcuni argomenti che non tutti gli insegnanti portano alla cattedra in genere. Per quanto mi interessasse, non vidi comunque l'ora di uscire dall'aula per vedere se Destiny fosse arrivata.
Salii al piano di sopra, bussai alla porta della sua stanza, Chantal mi fece entrare dopo qualche secondo aumentando l'ansia che stava salendo sempre di più. Non era ancora tornata.
Non sarebbe tornata.
"È venuta Tanya poco fa a dirmelo. C'è stato un cambio di programma, ritarderanno la partenza." Mi disse con un filo di voce.
Non potevo sopportare di aspettare ancora.
"Ho bisogno di parlarle" dissi quasi pregandola, come se lei potesse cambiare le cose.
Decidemmo di uscire in giardino con gli altri, lo decise lei più che altro, disse che avrebbe fatto bene dopo essere stato rinchiuso così tanto tempo. Ci sedemmo sotto un gazebo, l'aria fresca ci passava tra i capelli, il sole caldo annunciava l'arrivo dell'estate. Era agosto. Mancavano due giorni al mio compleanno.
Lei non c'era.
"Ho sentito per caso quello che stavate dicendo" si intromise Katia.
"Vattene" le dissi "subito" aggiunsi guardandomi intorno, come per paura che Destiny arrivasse da un momento all'altro e mi vedesse parlare con lei.
"Io posso aiutarti se me lo permetti"
"Non hai capito cosa ti ha detto?" Le rispose Chantal a denti stretti.
"Aspetta" mi intromisi. "In che modo potresti aiutarmi, sentiamo"
"So creare dei canali di comunicazione. Sono stanca di questa situazione, stanca di essere evitata da tutti come la peste. Ti aiuterò a contattarla, così anche lei capirà che non ho interesse per te e magari potremmo chiudere questa stupida e inutile guerra"
Ci pensai un attimo.
Sapevo di non dovermi fidare, Chantal me lo ricordò, ma la voglia di sentire Destiny era troppo forte, così accettai. Decidemmo di vederci nella camera di Chantal, che era l'unica libera, a mezzanotte.
Quando Katia se ne fu andata, Chantal mi fulminò con lo sguardo.
"Non impari mai eh..."
"Ma se funzionasse? Potrei sentire Destiny"
"Daniel tornerà a breve. Dovresti aspettare."
"Non ce la faccio."
Capì il mio stato d'animo, mancava tanto anche a lei, decise di rischiare insieme a me.
Finimmo a parlare della signorina Melanie, l'aveva vista passare per i corridoi e anche a lei era sembrato strano che nel giro di così poco tempo due giovani donne dai capelli rossi e gli occhi di colore diverso uno dall'altro si fossero presentate al circolo.
"Non avevo mai visto nessuno con gli occhi di colore diverso prima di Destiny. E ora addirittura due donne, con i capelli rossi e gli stessi occhi particolari. Una può essere una coincidenza. Ma due?"
"Sono d'accordo. Chissà se Nathan ha notato questa cosa"
"Quando l'ho vista entrare in classe prima, sono andata in biblioteca, ho fatto una ricerca sui capelli rossi e sugli occhi di colore diverso.
Ci sono parecchie storie su entrambe le cose, ma nemmeno un libro parla della combinazione delle due."
"Cosa dicevano i libri?"
"Ho preso degli appunti. Te li leggo"
Mi disse portandomi di nuovo in camera sua. Prese il suo diario dall'armadietto e lo sfogliò fino alle ultime pagine.
"Allora, per gli antichi egizi i capelli rossi venivano associati al dio Set, molti dei loro faraoni avevano i capelli rossi, ad esempio Ramses che fu il più potente.
Allo stesso tempo però credevano che questo colore portasse sfortuna, quindi bruciarono moltissime ragazze rosse"
"Roba da pazzi" commentai.
"E senti qui: aristotele descriveva le donne rosse come non addomesticabili"
"Non aveva tutti i torti..."
"Adesso ascolta: nel medioevo si pensava che i rossi fossero i figli del diavolo, e durante l'inquisizione spagnola invece che avessero rubato il fuoco degli inferi, per cui le donne venivano uccise al rogo"
"Come le streghe..."
"Esatto. Ma adesso tieniti forte.
Gli antichi greci erano convinti che le donne rosse Si trasformassero in vampiri dopo la morte"
"Tutte queste credenze popolari per un colore di capelli."
"In realtà nel mondo dell'occulto il pelo rosso ha un significato vasto. Potresti chiedere qualcosa alla signorina Melanie"
"Certo, vado da lei e le dico: salve signorina, ho notato che ha i capelli rossi, per caso dopo la sua morte ha intenzione di trasformarsi in un vampiro?"
"Idiota..."
"Cos'hai scoperto sul colore degli occhi?"
"Allora. Se parliamo di chakra, il colore verde è abbinato al chakra del cuore, mentre l'azzurro indovina un po'?"
"Al chakra della gola..." iniziai ad impressionarmi, se fosse davvero una strega vampira sarebbe tutto molto complicato.
Se lo scoprisse il ministero di certo non ne sarebbe contento.
Dopo cena avremmo ripreso il discorso, mettemmo tutto a posto, promettendoci di non farne parola con nessuno.
Dopo cena decidemmo comunque di parlare con la signorina Melanie.
Andammo nella sua stanza, un po' timorosi e bussammo.
Ci fece accomodare e chiuse la porta.
"Allora ragazzi, ditemi pure"
"Io sono Chantal, primo anno."
"So chi sei, sei l'amica della ragazza con problemi di gestione del potere giusto?"
"È proprio per questo che siamo qui. Spero non le dispiaccia, abbiamo notato che lei ha due segni particolari in comune con la nostra amica."
"Il colore dei capelli e degli occhi?"
"Esatto. Abbiamo fatto delle ricerche, gli antici greci pensavano che le donne dai capelli rossi fossero..."
"Vampiri" concluse lei.
"Ancora esatto. Ci chiedevamo se..."
"Se sono un vampiro?"
"No!" Risposi io d'impulso. Chantal mi lanciò un'occhiataccia.
"Noi in realtà volevamo sapere cosa sapesse dirci lei su queste particolarità" aggiunse Chantal con disinvoltura.
"Beh, posso dirvi che non sono così rare come pensate"
Il tono della sua voce e il suo sorriso di cortesia ci suggerì che la conversazione fosse finita.
Così tornammo in camera ad aspettare la mezzanotte, con un pugno di mosche in mano e qualche dubbio in più sulle rosse e soprattutto sulla signorina Melanie, che sembrava nascondesse qualcosa.

DestinyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora