Capitolo 39 "Tu sei pazzo"

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Con tutto quello che stava succedendo, non mi aspettavo per niente che avremmo fatto una luna di miele.

Credevo che se ne sarebbe parlato quando tutta questa guerra fosse finita.

James non l'aveva minimamente accennato.

Però quando tornai a casa, trovai le valigie sulla soglia.

Alzai lo sguardo e James sorrise furbo.

"Che succede?" chiesi confusa

"Partiamo" disse solo prendendo il cellulare e componendo un numero

"Per dove?" provai ancora

"Per la nostra luna di miele, mi sembra abbastanza ovvio no?" ghignò e rispose al cellulare

"Ehy Mick com'è finita? Si siamo pronti, ok ti aspettiamo" disse veloce, poi staccò

"Io... Io credevo che... Con tutta questa guerra-" mi interruppe

"La guerra non ci impedirà di celebrare il matrimonio o di festeggiare la luna di miele" esclamò serio

Sorrisi.

"E dove andiamo?" chiesi

Lui fece un sorriso divertito.

"Sorpresa" esclamò

Io alzai gli occhi al cielo.
Lui ridacchiò.

Poi sentimmo un clacson suonare e James aprì la porta.

"Andiamo?" chiese

Annuii.

Trovammo un suv nero in strada ad aspettarci.
James caricò le valigie, insieme alle sue già in macchina, poi salimmo.

Mezz'ora dopo ci trovammo davanti all'entrata dell'aeroporto.

"Ma perché non ci siamo smaterializzati?" chiesi confusa

"Ehy, io non voglio avere nessuna fretta, voglio fare le cose per bene" sorrise, poi mi prese per mano ed entrammo con le valigie appresso

Non avevo idea di dove stessimo andando, ma quando ci mettemmo in coda per mostrare i biglietti per poi salire sull'aereo, vidi la destinazione.

"Parigi?!" sbottai facendo girare parecchie persone davanti a noi

James gli rivolse un sorriso imbarazzato, poi si voltò verso di me.

"Si, non sei contenta?" ghignò

"Certo che lo sono James, è solo che non me lo aspettavo" mormorai

"L'ultima volta non siamo riusciti a vederla bene, così ho pensato che ti avrebbe fatto piacere tornarci" spiegò

Mi allungai e gli lasciai un bacio sulle labbra.

"Grazie"

Lui sorrise e mi strinse a sé.

Il viaggio fu relativamente breve, arrivammo a Parigi per l'ora di cena.

"Ora che facciamo?" chiesi eccitata

"Molliamo le valigie in hotel e poi ci gustiamo la cena nel ristorante che ho prenotato" sorrise

"James non avresti dovuto" lo rimproverai

"Perché no? Ci siamo appena sposati e questa sarà la nostra luna di miele... Quindi rilassati e goditi la vacanza" sorrise raggiante

Arrivammo in hotel, James ritirò le chiavi della stanza dalla reception e iniziò a camminare lungo un corridoio fino a raggiungere la nostra stanza.

"Non vedo l'ora di assistere alla tua reazione" sghignazzò lui

"Già me la immagino" mormorai

E appena la porta si spalancò rimasi a bocca aperta.

La stanza era molto grande, un letto dalle coperte bianche era stato posizionato al centro e appena James aprì le porte finestre mi vennero quasi gli occhi lucidi.

Fuori c'era una terrazza enorme, riuscivo a vedere tutta Parigi, la torre Eiffel dritta davanti a noi.

"James è bellissimo" mormorai, le lacrime agli occhi

Lui mi sorrise e mi strinse tra le braccia.

"Volevo che tu fossi felice" sussurrò al mio orecchio

"Mi sarebbe andata bene anche una stanza normale" replicai

"Non è vero, so che adori questo hotel" ribatté James facendomi ridere

Mi allontanai da lui e andai a cambiarmi indossando un vestito più semplice.

James invece rimase in camicia bianca e pantaloni scuri.

Il ristorante che aveva prenotare era anche meglio della stanza.

Appena me lo indicò, quasi spalancai la bocca.

Lui mi prese per mano e ridendo mi condusse dentro.

Appena entrati un uomo in giacca e cravatta ci sorrise.

"Potter" disse subito James

"Allora siete voi i giovani sposi, accomodatevi" esclamò gentile

Ci confusse al piano di sopra, in una terrazza molto ampia, ricca di fiori.

Il signore mi spostò la sedia e io lo ringraziai.

Ci lasciò i menù e ci fece i suoi auguri, dopodiché si allontanò.

"Tu sei pazzo" affermai guardando il paesaggio davanti a me

Il panorama era ancora meglio di quello che si poteva ammirare da camera nostra.

"Può essere" sorrise mio marito

Mi fece uno strano effetto pensarlo, eravamo sposati.
Davvero sposati.

"Che succede?" chiese James prendendomi la mano

Gli sorrisi.
"Non riesco a credere che siamo sposati" mormorai

"Già, nemmeno io" concordò

L'uomo di prima tornò con una bottiglia di champagne.
Ce ne versò un po' sui bicchieri, prese le nostre ordinazioni, infine ci lasciò soli.

"Non sono abituata a questo" mormorai prendendo il bicchiere di champagne

"Questo cosa?" chiesi

"A farmi trattare come una principessa" dissi arrossendo

James sorrise.

"Ma tu sei una principessa. La mia"

Le sue parole mi commossero.
Fece tintinnare i nostri bicchieri, poi portò il suo alle labbra e io lo imitai.

Poco dopo ci arrivarono le nostre ordinazioni.

***

Dopo cena passeggiammo lungo le strade illuminate di Parigi, l'atmosfera era magica.

Ma dopo un po' tornammo in hotel, era stata una lunga giornata e non era ancora finita.

Era la prima notte di nozze e come il resto del giorno doveva essere speciale.

Mentre James chiudeva la porta mi fermai ad ammirare il paesaggio fuori dalle finestre.
Era semplicemente stupendo.

"Sei stanca?" chiese lui circondandomi la vita con le braccia

"Non direi, anzi ho proprio voglia di trascorrere la serata con te" dissi girandomi verso di lui

"Ah si?" sorrise malizioso

Annuii e mi avvicinai per baciarlo.
Le mie mani iniziarono a sbottonargli la camicia.

Quella notte fu magica, esattamente come ogni altra cosa attorno a noi.

Lo odiavo da morire, Adesso lo amo da impazzireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora