06.

1.3K 73 10
                                    








Le mani di Mark erano praticamente inguardabili.
Non perché Emma non avesse fatto un buon lavoro a curargliele, ma perché Mark Evans era un maledetto idiota che si allenava tutti i giorni fino allo sfinimento, facendosi male tutte le benedette volte.

Anche quella mattina, seduto nel suo solito banco, a destra di quello di Emma, Mark stava beatamente dormendo, le bende bianche contrastavano rispetto ai suoi capelli scuri, dandogli quasi un'idea di beatitudine.
Quando Jude si piazzò davanti a lei, osservando Mark quasi con pietà, Emma non si stupì.

"Si sta facendo a pezzi." Sussurrò abbastanza forte affinché Jude potesse sentirla, e lui lo fece, per poi sistemarsi meglio gli occhialini sul naso, gesto che faceva spesso.
Quella giornata ci sarebbero stati i primi allenamenti dell'Inazuma Japan e dire che c'era tensione nell'aria era dire poco.
L'allenatore, quel Percival tanto misterioso, non aveva dato segni di vita, quella mezza hippie di sua figlia tanto meno.
Non che a Emma dispiacesse, nessuno dei due le stava simpatico.

"Lo sai com'è fatto." Esordì Jude, ma Emma ne aveva abbastanza delle loro scuse. Mark stava oltrepassando i suoi limiti e prima o poi sarebbe svenuto nel bel mezzo di una partita.
Quella mattina però, non aveva alcuna voglia di discutere con Jude.
Niente nella sua vita stava andando per il verso giusto.
Nelly non rispondeva alle chiamate, ai messaggi, nulla. Era sparita completamente ed Emma era arrabbiata marcia con lei.
Aveva bisogno della sua migliore amica, e lei aveva preso il primo volo per qualche destinazione a lei sconosciuta.

Come se non bastasse, continuava a rivivere il suo incontro di ieri con Axel.
Oggi era entrato in classe, arrabbiato come sempre, con quell'espressione corrucciata e lo sguardo assassino e l'aveva salutata come sempre.
Ciao, Raggio di sole, le aveva detto, ed Emma si era sentita come se per la prima volta da giorni una cosa stesse andando per il verso giusto.
Lei gli rispose con un semplice ciao, ignorando i suoi occhi scuri e dandosi dell'idiota da sola.
Si era messa a ripensare al loro incontro solo quando ormai era a letto, il sonno tardava ad arrivare e aveva rivissuto tutti i loro incontri degli ultimi giorni.
E poi la risposta le arrivò come un secchio d'acqua fredda in faccia.
Suo padre vuole farlo studiare in Germania.
Vuole fargli smettere di giocare a calcio.

Come diavolo aveva fatto a dimenticarlo?
Stupida, stupida, stupida!
Nessuno poteva immaginare che cosa stesse passando per la testa di Axel e i motivi erano due: primo, quel ragazzo non parlava se non per estrema necessità e secondo aveva il cuore più freddo dell'intera Alaska.
Emma dubitava seriamente che sarebbe riuscita ad estorcergli qualche informazione, ma avrebbe provato a farlo in qualunque modo.
Per quanto la sua aria da so figo solo io le urtasse ogni fibra del suo corpo, e per quanto fosse ancora arrabbiata con lui quando aveva lanciato quella maledetta palla da calcio addosso a Mark, molto tempo prima, Axel aveva bisogno di qualcuno con cui confidarsi.
Nessuno poteva tenersi tutto dentro.

Emma non si era nemmeno accorta di star fissando Axel fino a quando lui non si girò verso di lei, fulminandola con quello sguardo scuro e arcigno.
Emma per poco non sobbalzò sulla sedia, ma l'idea che quella mossa l'avrebbe fatto ghignare la bloccò dal farlo.
"Qualche problema?" Le chiese, lasciando che i suoi tratti si addolcissero un po'.
"Nessuno." Borbottò Emma, e a Jude, che aveva visto tutta la scena, scappò una risatina.

"Pazzeschi. Siete veramente pazzeschi."
Axel lo ignorò, come faceva tutte le volte che qualche suo compagno di squadra gli faceva notare quanto fosse desiderato da tutte le ragazze della Raimon, oppure quando qualche ammiratrice gli lasciava dei biglietti d'amore, anonimi, sul banco.
Ad Axel l'amore non interessava, ma purtroppo tutti i giocatori dell'Inazuma Eleven erano sempre attorniati da gossip maliziosi e non.
Celia, come manager della squadra e presidente del club di giornalino della scuola, cercava di limitare che questi gossip venissero diffusi, tagliando via la parte del pettegolezzi dal giornale e facendo sì che i suoi colleghi non facessero trapelare mai nulla di personale.

feel the fire || axel blazeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora