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"Il football frontier international non è uno scherzo

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"Il football frontier international non è uno scherzo."
Bisbigliò Nathan ed Emma alzò gli occhi al cielo, appoggiando il mento sui palmi delle mani.

"Lo so, scemo, sono la vostra manager."
"Una, delle vostre manager."
Sottolineò Silvia, sorridendo come al solito.

Emma doveva ammetterlo, voleva bene a Silvia, erano anche abbastanza amiche, ma ogni tanto era troppo positiva e sorridente per i suoi gusti.
Prima che Eric se ne andasse poi, era diventata ancora più felice del solito ed avrebbe tanto voluto dirle che se fosse andata avanti a ridere per il resto della vita le sarebbero venute le rughe d'espressione.

"Comunque, stavo dicendo che ci stiamo ammazzando di allenamento, ma i risultati non si vedono."
Disse ancora Nathan, rigirandosi tra le mani la matita.

"Be' forse tutti questi allenamenti non bastano."

Emma sussultò, come ormai faceva sempre quando Jude compariva all'improvviso.

"Puoi non comparire così dal nulla?"
Jude ghignò, sistemandosi gli occhialini.

"No." Disse in un sussurro ed Emma si trattenne dal romperglieli, quegli occhialini.

La verità era che, anche se di nascosto, Emma adorava Jude. Aveva delle capacità straordinarie e non poche volte era rimasta sbalordita nel vederlo giocare.
Certo, aveva un carattere e dei modi di fare un po' discutibili, ma era un bravo giocatore e regista e, tra l'altro, era anche il fratello di una della sue migliori amiche, Celia Hills.

"Tra poco ci sarà la selezione per coloro che rappresenteranno il Giappone a livello mondiale, e secondo il mio parere non tutti riusciremo ad entrare, per questo voglio focalizzarmi di più sulle tattiche di regia."
Disse Jude, sedendosi sul suo banco, che si trovava davanti a quello di Emma.

"È ovvio che non tutti passeremo la selezioni." Disse un'altra voce ed Emma fece una smorfia quando il proprietario di quella voce si sedette nel posto accanto a lei.

"Ciao, raggio di sole."
Emma strinse i pugni, borbottando un "strozzati, fiammella" e girò la testa verso Mark, che nel banco a destra del suo, stava dormendo con il viso spiaccicato sul quaderno di matematica.

"Quanto si è allenato ieri?"
Chiese Axel, toccando la spalla di Emma e osservando Mark con occhi preoccupati.

Emma fu svelta a togliersi la mano di Axel dalla spalla, ma restò a fissarlo negli occhi scuri per qualche secondo, prima di rispondere.

"È tornato a casa verso le otto di sera. Era sfinito."
Biascicò, sentendo la porta della classe chiudersi.
Tutti si alzarono in piedi ed Emma strattonò il fratello, che si stropicciò gli occhi prima di svegliarsi completamente.

"Pst! Emma!"
Emma si girò verso Mark, che la guardava con aria afflitta.
Emma si accigliò, ma quando Mark tirò su il quaderno di matematica, chiedendole se avesse fatto i compiti, lei non potè fare altro che sbattere la testa sul banco.

                                         •••


"Le selezioni saranno tra poco, sono tutti sotto stress."
Bisbigliò Celia, osservando l'allenamento attraverso la sua videocamera.

Emma osservò i passaggi che stavano facendo Nathan e Jude, e il suo sguardo saettò sulla figura di Nelly, che seduta poco lontano da loro osservava alcune carte.

"Sono sotto pressione, capita." Disse Emma, liquidando le preoccupazione di Celia e saltellando verso Nelly, che fece volare in aria tutti i suoi fogli, presa dallo spavento.

"Emma! Avvisare prima di farmi prendere un maledetto infarto no, eh?"
Emma scrollò le spalle, tentando di prendere uno dei fogli caduti, ma Nelly la precedette, strappandoglielo dalle mani.

Emma si accigliò, tenendo tra le dita una ciocca di capelli castani.
"Cosa mi stai nascondendo?"

Nelly scosse la testa, forzando un sorriso.

"Niente, sei la mia migliore amica."
Come se ciò bastasse a giustificarti dal fatto che mi stai nascondendo qualcosa.
Pensò Emma, facendo una smorfia.

Nelly si alzò, seguita da Emma, e si avvicinò all'allenatore, che con la solita espressione impassibile osservava i ragazzi allenarsi.

"Mister, scusi, avrei qualcosa da chiederle, possiamo parlarne in privato?"

L'allenatore Hillman fece saettare lo sguardo da Nelly ed Emma.
Tutti sapevano che Hillman aveva una sorta di adorazione per i gemelli Evans, per quei due piccoli talenti che assomigliavano così tanto al nonno apparentemente defunto.

Hillman capì subito che qualsiasi cosa Nelly dovesse dirgli, nè Emma nè Mark ne erano a conoscenza.

"Certo, Nelly."

                                         •••

Axel eseguì il Tornado di fuoco con tutta la forza che aveva in corpo e non senza difficoltà Mark parò il suo tiro, bloccando la palla.

"Bel tiro, Axel!"
Mark gli sorrise alzando i pollici ed Axel fece semplicemente un ghigno.

D'altronde lui era Axel Blaze: zero emoziono e tanta teatralità, ormai era il suo marchio di riconoscimento.

Anche se fuori non lo mostrava, dentro sentiva un'ansia crescente per le imminenti selezioni per il FFI.

Sapeva di essere il capo cannoniere dell'Inazuma Evelen, ma sarebbe stato abbastanza forte per essere l'attaccante di punta dell'Inazuma Japan?

Axel fece un altro tiro, e questa volta fece goal.
L'espressione di Mark ovviamente non cambiò, anzi, era, se possibile, ancora più felice.

Axel lanciò uno sguardo al suo raggio di sole.
All'altra Evans che lo guardava con un sopracciglio alzato.

Le fece un ghigno, prima che la ragazza si allontanasse a grandi falcate verso la scuola.

finalmente entriamo nel vivo della storia, siamo solo al secondo capitolo, ma si sono già creati diversi dilemmi che si svilupperanno col tempo!
cosa ne pensate?😊

feel the fire || axel blazeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora