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"Mark

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"Mark." Disse Emma, cercando di mantenere la calma.
Suo fratello però, di calma non ne voleva proprio sapere.
Era il grande giorno delle selezioni ed era dalla sera prima che continuava a calciare quel maledetto pallone contro il primo muro che trovava.

"Mark!" Urlò Emma, facendo saltare il aria il fratello, che per lo spavento fece scivolare il pallone dalle proprie mani.

"Emma, mi fai perdere il pallone! E sorridi un po', dai!"
Mentre Mark correva a recuperare la palla, Emma si trattene dal tirargli una scarpa dietro alla nuca.

"Sei fissato con questa selezione, praticamente sai già che sarai in squadra, Hillman ti adora!"
Alle parole della sorella, Mark si fermò, puntandole un dito contro.

"E quindi? Io mi alleno lo stesso, sai quanto ci tengo al calcio."
"Certo che so quanto ci tieni, scemo. Ora vai a prendere quella palla, prima che sparisca per sempre."

Avere a che fare con Mark era qualcosa di davvero strano, a volte sembrava una persona davvero matura e con un'intelligenza assai acuta, altre volte era un bambino a cui si doveva prestare fin troppa attenzione.

E parlando di bambini che cercano attenzione, Emma non si stupì quando svoltò l'angolo e trovò Axel Blaze appoggiato al muro.

"Ciao, Raggio di sole."
Emma si aspettò qualche suo solito commento sarcastico, o qualche frecciatina pungente che era solito rivolgerle, ma il ragazzo stette in silenzio, non osservandola nemmeno.

Emma scrutò gli occhi scuri del ragazzo, mentre una folata di vento gli scompigliava i capelli chiari.
Non ci mise molto a capire che, per quanto potesse essere bravo a nasconderlo, anche Axel Blaze aveva paura di quelle selezioni.

"Axel!" Mark arrivò trotterellando con il pallone in mano, salutando il suo migliore amico con una pacca sulla spalla che per poco non lo fece cadere.

Emma sollevò gli occhi al cielo, lasciandosi alle spalle i due ragazzi e mandando un messaggio veloce alla sua migliore amica.
Nelly, come al solito, le rispose subito, dicendole che era già a scuola e che la aspettava per comunicarle una notizia di vitale importanza.

Dieci minuti dopo, il grido di Emma Evans si sparse per tutta la Raimon Junior High.
"Tu te ne vai dove?!?"

Per questo Nelly potesse provarci, Emma non dava segno di voler calmarsi.
Era stata come un colpo al cuore, quella notizia.

"All'estero, per studiare." Rispose Nelly, guardando quella che era stata la sua migliore amica per anni e chiedendosi se l'avrebbe mai perdonata per quello che stava per fare.

"Per studiare? Perché non puoi studiare qui?"
Nelly si prese la testa tra le mani.
Evans...sono tutti uguali, pensò, mentre Emma camminava avanti e indietro per l'ufficio del preside.

Quando finalmente Emma si calmò, Nelly si sedette accanto a lei, abbracciandola di slancio.
Non era un gesto che Nelly faceva spesso, e nemmeno Emma era una tipa molto affettuosa, perciò quella dimostrazione d'affetto risultò goffa, ma a loro due andava bene così.
"Mi mancherai." sussurrò Nelly ed Emma chiuse gli occhi per evitare alle lacrime di uscire, aveva un'immagine da dura da mantenere, lei.
"Anche tu mi mancherai, Nel."

feel the fire || axel blazeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora