Il mio dolore più grande sei tu...

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AMELIA

Scappo via da quella stanza. Cosa mi era presa? sono stata io a digli che non potevamo stare assieme, e lui, lui a detto così solo perché pensava che era giusto. Ma ormai non ce niente di giusto in questa vita di merda. Esco fuori ed entro dentro l'auto che mi stava aspettando" riportami a casa" la macchina si accese e parti. La mia testa era appoggiato al finestrino e guardavo tutte le luci scorrere. Tra poco sarebbe stato natale ed io come lo avrei passato senza di lui? Il telefono suona. Era arrivato un messaggio, lo prendo e rimango a bocca aperta. Era Alex( Non si dice mai per davvero addio ad una persona , perchè verrà a trovarti nei sogni, nei pensieri e ancor peggio rimarrà nel tuo cuore! Vegliero sempre su di te notte e giorno, anche se non mi vedrai io sarò lì con te...ti amo. Tuo per sempre Alex)

Un'altra settimana e volata ed io non vado più a trovare Alex da quella volta che mi aveva scoperto. Poi c'era anche quel messaggio che non riuscivo a dimenticare. Mi mancava ogni singolo istante. Mio padre mi manda un messaggio ( Alex sta per uscire) ecco mi sentivo ancora più male. Oggi era domenica ed io come tutti i giorni rimanevo a casa chiusa nella mia stanza. Non mi andava di fare nulla, non vedevo mio padre da tanto, lo sentivo sempre per telefono e non vedo l'ora di vederlo. Mia madre andava molto d'accordo con la mamma di Alex ed io già pensavo che non sarebbe stata così facile evitare Alex, perché adesso mia madre aveva chiesto alla mamma di Alex di lavorare con lei e diciamo che sono felice per loro ma a quanto pare nessuno pensa a me, quanto io stia soffrendo. Asciugo le lacrime che ormai eravamo una cosa inseparabile, i miei occhi erano sempre gonfi e rossi, riuscivo a malapena a stare in palestra seduta per qualche minuto senza piangere che poi ricominciavo. A scuola ero un fantasma, nessuno mi diceva niente ed io ne era grata, alle volte cadeva qualche lacrima sul foglio. Ormai non ero più niente senza di lui...

Un bussare alla porta mi svegliò" avanti" la porta si apre e vidi mio padre entrare. Scendo da letto e gli butto le braccia al collo" papà" mio padre mi stringe e mi accarezza i capelli" come stai?" mi stacco da lui e scrollo le spalle" secondo te" lui mi fissa e sospira" scusami ho fatto una domanda sciocca" ci mettiamo seduti ne letto" Amelia io volevo parlarti" " come sta Alex?" mi fa un sorriso" adesso sta bene, e proprio di lui che voglio parlarti" sospiro" dimmi?" " ecco, io volevo sapere se quando Alex si rimetterà vorresti che verrebbe a lavorare ancora con noi?" quella domanda mi spiazza, a questo non ci avevo ancora pensato, ma di certo non potevo dire di no, altrimenti Alex avrebbe ripreso a fare lotte clandestine e questo non doveva succedere" certo" mi fa un sorriso debole" Amelia , lui ti ama" scuoto la testa" per favore papà non ne voglio parlare" lui fa si con il cenno con la testa e si alza" ok" mi bacia la fronte e prima che se ne va si ferma" ah dimenticavo, la mamma di Alex mi ha detto se ti puoi prendere cura ancora per un po dei piccoli se ti va. Come sai adesso lavora con tua madre e sta cercando una babysitter nel frattempo penserai tu a loro?" gli sorrido" certo" quei bambini erano fantastici, forse era l'unico momento che non mi sentivo tanto male.

Per quella sera avevo cenato con la mia famiglia e dopo sono andata a dormire presto.

Erano le sette e mezza ed io ero già pronta per andare a scuola. Oggi mi sono alzata di buon umore e sono un po felice.

Scendo e trovo mio padre che parla a cellulare" no non devi" " si o capito ma è ancora presto, ok ok ma ad una condizione" sicuramente stava litigando con qualcuno per gli attrezzi o qualcosa del genere. Vado nella sala grande che trovo mia madre a fare colazione" buon giorno" e gli do un bacio, mi vado a sedere nel mio solito posto e prendo un cornetto" vedo che oggi sei di buon umore" disse mia madre, io annuosco, dopo aver mandato giù il boccone parlo" si oggi mi sento più rilassata, non chiedermi il perché che neanche io lo so" mi fa un ampio sorriso" oggi lo siamo tutti. E una grande cose che Alex si sia già ripreso e già e uscito" ecco il suo nome mi lacera ma aveva ragione" già" dico soltanto e finisco quel cornetto. Poi mi alzo e la saluto" adesso vado. A proposito va con la mamma di Alex?" beve un sorso di latte e poi mi guarda" va bene, e brava quello che fa" gli sorrido gli do un bacio e poi vado via. Speravo di vedere mio padre ma a quanto pare e uscito. Salgo in macchina e partiamo subito. Oggi dopo la scuola dovevo andare da i bambini, forse oggi li avrei portato in palestra magari si sarebbero divertiti. Quando arrivo a scuola entro in classe e saluto Matt, lui mi guarda strano ma poi mi sorride, vado a sedermi nel solito banco e prendo il diario per vedere chi avevo come materia. Con tutto quello che era successo non ci pensavo più. Avevo storie, a seconda Matematica. Mentre leggevo sentivo un bisbiglio dei miei compagni" guarda chi ce" disse uno davanti a me. Alzo la testa e in quel momento vorrei solo morire. Ma che cazzo ci fa lui qui?

Lo vedo camminare a fatica e sorridere a gli altri ma non guarda dalla mia parte. Poi alza la testa e guarda il posto libero davanti a me nell'altra corsia di banchi dove c'era già seduta una ragazza. Lui cammina e fa un piccolo sorriso alla ragazza che lei si scioglie" posso?" la ragazza toglie lo zaino e accenna un certo. Tutti mi guardano e vedo Matt felice ma quando mi guarda si alza subito dice qualcosa alla sua ragazza e viene verso di me" ehi come stai?" stacco lo sguardo da Alex che si era messo comodo sulla sedia" diciamo che se mi passa un tir di sopra mi sentirei meglio" lui fa una smorfia" perché è venuto?"chiedo, lui scrolla le spalle" non lo so" ma la cosa più brutta e che da quando è entrato non mi a guardato neanche per un secondo. Ecco la mia giornata di buon umore finisce. Il professore entra e quando vede Alex gli da il ben venuto anche se era contrariato che lui fosse venuto così presto, ma poi iniziò a spiegare la lezione. Vedo come si piega leggermente a prendere un quaderno, e per un momento mi trattengo a non alzarmi dalla sedia e andare da lui per dagli una mano, ma poi vedo che la ragazza gli sorride e lo aiuta a prendere le sue cose. In quel minuto vedevo Alex come un bambino, fragile. Per tutta l'ora non ho fatto che guardare lui tutto il tempo, Matt provava a farmi pensare ad altro ma non ci riuscì, alcuni compagni curiosi alle volte si giravano e mi guardavano poi mi facevano un sorriso debole e poi si giravano di nuovo. Quando finisce l'ora mi alzo dalla sedia come se ci fosse un cactus e mi precipito da lui. Mi metto davanti a lui e quando lui lo capisce alza lo sguardo verso di me. In quel minuto mi viene l'istinto di abbracciarlo e baciarlo ma non lo faccio" ti sei rincretinito o cosa?" dico piano, lui non dice nulla e si alza a fatica. Capisco quello che vuole fare e prendo la sua borsa mettendo il suo quaderno e le sue cose. Provo a toccarlo ma lui toglie la mia mano con delicatezza e cammina per andare fuori dalla classe io lo seguo ." Alex perché sei venuto?" lui scrolla le spalle" se sei venuto solo per un'ora perché sei venuto? E poi come cazzo sei venuto? Con la moto?" lui si ferma e mi guarda" sono venuto con il vostra autista. Comunque ero venuto perché pensavo di farcela e invece fa male" chiudo gli occhi per trattenere le lacrime" ti fa male ancora la ferita? Vuoi andare all'ospedale?" lui sospira" no non mi fa male la ferita...mi fa male vederti" ok prima che ricomincio a piangere gli passo la borsa che lui prende. Io non riesco a dire nulla e poi lo vedo che se ne va camminando più veloce e malandato. Io rimango nei corridoio sola e così crollo di nuovo in un pianto senza fine.

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