III.
Avevano camminato fino a casa, e per tutti i 10 minuti che la separavano dalla sua abitazione Adelaide Ripamonti aveva cercato una buona scusa da usare con il padre, ammesso che ci potesse essere un qualcosa che scusasse l'uscita a quell'ora.
"Gli dirò che avevo finito gli assorbenti, sperando che mi creda" disse rivolgendo lo sguardo verso Lara
"Tesoro, di pessime scuse in vita mia ne ho sentite tante, ma penso che questa veramente le batta tutte"
Lei sapeva che la sua amica aveva perfettamente ragione, ma cosa avrebbe potuto dire? "Scusa papà, ma sai, dopo l'ennesimo incubo la mia amica immaginaria mi ha fatto perdere le staffe?" No, certo che no, avrebbe solo rischiato di finire sulla poltrona di qualche psicologo oltre che in punizione a vita.
"In ogni caso non ho tempo di cercarne una migliore" e nel mentre indicò a Lara con la mano destra il loro appartamento di periferia a meno di dieci metri
"A causa tua passerò i miei 20 anni a poltrire sul divano, ne sei consapevole, vero?"
Ade scosse la testa sospirando, divisa tra la parte di sé che avrebbe voluto strangolare Lara e quella che non riusciva a non ridere, ripensando che solo lei avrebbe potuto creare un'amica così insopportabile.
Dopo questo momento di autocommiserazione, si ricordò finalmente che forse, se voleva vivere ancora qualche anno, sarebbe stato meglio se si fosse mossa ad entrare in casa.
※※※※
"Il padre, il fratello e l'amica Lara ricordano quell'elefante di..." Ade non lasciò neanche il tempo all'amica di concludere la frase che, ancora con il sedere per terra, le rivolse uno sguardo fulminante.
Stavano salendo le scale e lei, indecisa tra l' utilizzare un passo felpato per evitare che il padre sentisse che stava rientrando, e il correre pur di rientrare il prima possibile, si era esibita in una sorta di corsa all'ostacolo in punta di piedi, cadendo miseramente per terra e facendo un casino assurdo.
Da qui il nomignolo che Lara le aveva affibiato: elefante.
1-0 per la sua amica.
Presto si sarebbe rifatta.
Si alzò da terra e cercò con le mani di pulire i pantaloni, agitandole sul tessuto di denim, dopodiche fece qualche passo ed aprì la porta di casa.
Si sarebbe aspettata un mese di punizione, una strigliata di quelle di suo padre, perfino il gioco del silenzio, ma non di certo di trovare un Post-it rosa attaccato al frigo con su scritto:
"Omicidio sulla Statale: farò tardi. In frigo dovrebbe esserci dello yougurt"
Staccò il foglietto dalla superficie in laminato del frigo, lo portò vicino agli occhi e lo fissò per un tempo indefinito come per accertarsi di non aver capito male.
Lara la fissava esterefatta senza sapere se interrompere o meno quello stato di trance in cui sembrava essere l'amica. Quando quest'ultima si voltò dando le spalle al frigo e appoggiandovi la testa esausta, capì che forse sarebbe stato meglio alleggerire l'atmosfera.
"Cacchio tesoro, hai avuto proprio culo!"
※※※※
"Oddio, ma è tardissimo!" Così cominciò la mattinata di Adelaide Ripamonti: era in ritardo un'altra volta.
Quella notte lei e Lara erano rimaste sveglie a mangiare yougurt e cereali guardando i più bei film con Cole Sprouse e tra un'apprezzamento e l'altro avevano finito con il dimenticare di puntare la sveglia, o meglio, Ade si era scordata di farlo.
Lara, infatti, lavata, perfettamente pettinata, truccata e vestita stava squadrando dall'alto al basso il pigiama dell'amica, scuotendo la testa in segno di disapprovazione.
(continua)
Presto aggiornerò: tutti i capitoli dopo sono da riscrivere :)
Spazio "autrice":
Allora come credo abbiate visto ho cancellato il contenuto di tutti i capitoli, spero entro 4/5 giorni di riscriverli tutti (Abbiate pietà sono piena di compiti)
Se volete fatemi pubblicià ci terrei parecchio
boh... che dico?
Grazie mille Sara (^_^)
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Sotto le stesse stelle
Mystery / ThrillerCosa è più difficile da accettare per un uomo: la morte della moglie o il misterioso assassinio della figlia? Tommaso Ripamonti, detective italiano di grande successo, convinto di star svolgendo del "semplice lavoro", decide di recarsi in America pe...