Capitolo 5

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Il signor Ripamonti nell'ultimo periodo ne aveva passate veramente tante: prima la morte della moglie che per lui era stata una musa per tanti anni, che avrebbe voluto come stampella durante la vecchiaia e in un pianto disperato sul suo letto di morte.

Sarebbe dovuto morire prima lui: se lo erano promessi nel loro letto la prima sera di nozze.

Lui sarebbe morto e lei si sarebbe rifatta una vita, avrebbe pianto al funerale, avrebbe cambiato costantemente i fiori del suo lucernario e magari gli avrebbe parlato della sua nuova vita con aria amichevole, come facevano da ragazzi; ma appunto lei sarebbe andata avanti.

Lei era quella forte, lei era quella preparata. Lui sarebbe potuto morire in ogni missione, Clara lo sapeva...

Poi pensava al dolore che stava provando: avrebbe voluto veramente che sua moglie lo  sentisse? Certo che no.

Poi sua figlia era partita per l'America con la promessa di tornare, ma lo avrebbe fatto? Sul serio avrebbe messo in pausa la sua vita per tornare da un padre "rotto"? Sì, lo avrebbe fatto, la conosceva, ma di certo rivedere casa per lei non sarebbe stato facile.

Gli mancava eccome se gli mancava, ma dopotutto era stato lui a invogliarla a partire e a lasciarlo lì. Avrebbe voluto che non lo avesse ascoltato? Certo, ma sarebbe stata la cosa giusta?

E beh, poi a casa era "rimasto" Marco... In realtà non ricordava di averlo più visto dopo il funerale.

Lo aveva incrociato 2 volte in corridoio, ma ormai non era più in casa. Che le cose con la sua ragazza si fossero fatte più serie? Che fosse arrabbiato con il mondo e si stesse cacciando nei guai? Tommaso con lui si sentiva di aver fallito, ma non perché lui non fosse un buon figlio, ma non era riuscito a  instaurare quell'intesa che con Ade era stata immediata.

L'agente Tommaso era diventato paranoico, ma sfido chiunque ad affrontare tutto questo in modo migliore. 

Sul lavoro però era veramente impeccabile.

Era stato promosso agente speciale poco prima di conoscere Clara e ora si sentiva in ansia  come quel giorno stringendo il volante ormai sudaticcio della sua Volvo nera avvolto nel suo completo classico giacca e cravatta.

Era stato chiamato qualche ora prima in sede e da allora non faceva altro che pensare alla sua posizione.

E se avessero voluto licenziarlo? No, questo era da escludere, era da sempre il migliore e loro lo sapevano. E allora perché sentiva il distintivo esplodere nella tasca destra?

Spazio "autrice"

Allora ho definitivamente capito come si svilupperà la storia, si sono leggermente in ritardo lo so ahaha.

Scusate per la rivelazione riguardo il futuro di Ade, ma se non lo avessi scritto, vi avrei indirizzato forse troppo verso la storia della ragazzina felice...E già che ci siamo  anche per le troppe domande di questo capitolo

Non so se cambiare il titolo, proposte?

Un grazie va a tutti coloro che mi stanno aiutando o hanno "semplicemente" letto

Se riuscite continuate così.

Sara

Sotto le stesse stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora