7-Tutti Abbiamo Una Storia Da Raccontare

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Artemisia fece un profondo rispiro prima di parlare di nuovo. Era uscita dalla mensa trasformata in una casa dei primi anni '40 e ora si trovava nel cortile del campus. Rabbrividì quando una folata di vento gelido la colpì in pieno viso.

<<Grace... spiegati meglio.>> riuscì a dire, nel panico più totale.

<<Eravamo in macchina e stavamo tornando a casa...>>

La Dursley si chiese perché stessere tornando a casa così presto, ma quando abbassò lo sguardo sul telefono notò che era già l'una del mattino. "Sono...quattro ore che giochiamo. Oh mio dio." Pensò, per poi tornare a concentrarsi su Grace

<<Mhm mhm>> disse, solo per far capire che c'era ancora.

<<Era tardi, eravamo stanchi perché è stata una giornata impegnativa e... Tom non ha notato un palo. A frenato un attimo prima dell'impatto, ma la macchina ha iniziato a girare e siamo andati a sbattere contro un muro, dalla parte del guidatore. Il mio airbag è esplodo, e a parte il braccio rotto sto bene, ma quello di Tom no, e ha sbattuto la testa contro il volante, e poi contro il sedile. Ha una commozione celebrare, ma non posso vederlo né sapere di più sulle sue condizioni.>>,

Ci fu un attimo di silenzio, poi Artemisia chiese: <<Ma... i suoi genitori?>>

<<Sono in Francia per una vacanza. Li ho chiamati, ma non riusciranno a tornare prima di domani pomeriggio>>

<<Oh.>>

<<Io non so che fare.>> dall'altra parte del telefono Grace singhiozzò. <<Starò qui in ospedale finchè non mi diranno che posso vederlo, ma nel frattempo...>>

Artemisia sospirò "Non piangere." Si disse "Non piangere e sii forte per Grace."

<<Magari mi compro delle parole crociate...>> borbottò invece la ragazza <<Grazie di tutto Misia, ti scrivo se ho notizie.>> la salutò poi.

<<Okay. Grazie. Buona fortuna e, Grace...>>

<<Sì?>>

<<Si riprenderà, ne sono certa.>>

La chiamata terminò e Artemisia alzò lo sguardo verso le quasi invisibili stelle.

<<Perché a me?>> domandò al cielo, per poi avviarsi verso la sua camera, stringendo i pugni nel tentativo di non cedere alla disperazione.

"E' un incidente.>> si rassicurò attraversando i corridoi deserti <<E' solo un incidente, non è morto.>> cercò di dirsi aprendo la porta piano "Non ancora." pensò gettandosi sul letto.

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Artemisia aprì piano gli occhi, guardandosi intorno. I raggi di un sole assonnato penetravano dalle tende chiuse, illuminando la stanza con strisce di luce. Si trovava sdraiata sul letto con ancora indosso le scarpe e il vestito della sera prima. La stanza era vuota. La Dursley si alzò in piedi e notò che sul suo comodino, di fianco al telefono c'era un post-it.

Ciao Misia. Sono tornata alle due ieri notte, ma dormivi così bene che non ti h voluta svegliare. Grace ti ha inviato una marea di messaggi, spero vada tutto bene. Mi spiace non poterti fare sostegno morale (anche se non so per cosa) ma avevo promesso a Scorpius che sarei andata con lui a vedere la città. Albus dorme ancora, quindi dovrai aspettare ad andare da lui. Buona giornata e a sta sera.

Fiorellino.

Artemisia si gettò sul letto, emettendo un gemito sconsolato. Poi prese il telefono, ricordandosi di Grace. In effetti c'erano un sacco di messaggi, la maggior parte delle frase sconnesse dovute all'ora tarda e al troppo caffè in circolo, ma l'ultimo fu quello che colpì di più la ragazza.

Credendo Vides~Di Nuovo InsiemeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora