CHAPTER 8

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As long as you love me.

Alai's pov

Camminavo per Londra senza una meta precisa, mi strinsi nel mio cappotto mentre guardavo il cielo girgio che rispecchiava pienamente il mio stato d'animo. A volte il cielo perennemente girgio di Londra mi faceva pensare, proprio come in quel momento. Ero diventata un'assassina da poche ore, l'unica cosa che riuscivo a sentire era un grande vuoto e un disgusto verso me stessa. Ero davvero arrivata ad uccidere un uomo? Alla fine Harry è andato via terrorizzato, e come biasimarlo? Mi asciugo le lacrime che non hanno smesso di scendere da quando sono andata via e continuo a camminare, mi rendo conto di essere quasi sul Bridge quando lo scorgo da lontano. Avevo bisogno di stare sola, non voglio avere la compassione di nessuno, non voglio vedere nessuno. Una goccia fredda mi cade sul naso, alzo il viso per guardare il cielo e un'altra goccia mi cade sulla guancia destra. Altre gocce cominciano a bagnarmi completamente, tolgo il cappuccio e continuo a camminare. La gente mi guarda come se fossi pazza, tutti con gli ombrelli scompaiono nelle macchine o nei locali li vicino. Arrivo sul Bridge e continuo a camminare, è un ponte davvero stupendo, amo camminare qui. Avete presente quando in quei libri ci sono quelle scene dove la ragazza piange sotto la pioggia e il ragazzo torna da lei chiedendole di perdonarlo e giurarle amore eterno? Beh, per la prima volta, desideravo che accadesse a me. Ma la vita non è una favola, non va mai come ti aspetti. Magari sei sicura di aver fatto bene una cosa ma poi scopri di aver sbagliato tutto, infondo chi siamo noi per dire che una cosa è sbagliata? Noi non siamo nessuno per giudicare, eppure queste persone che mi passano accanto si sussurrano cose su di me che non ci tengo nemmeno a sentire. Cosa ne possono sapere loro? Apparentemente sono una ragazza in lacrime che piange sotto la pioggia, ma loro non sanno che poche ore fa ho ucciso l uomo che stava per porre fine alla vita del ragazzo che amo. Loro penseranno "si sarà lasciata con il fidanzato" oppure "è pazza, vuole prendersi una broncopolmonite", ma nessuno capirà davvero il motivo delle mie lacrime. Non voglio coprirmi, voglio che l'acqua della pioggia porti via tutto. Il dolore, i sensi di colpa, il tormento, il disgusto verso me stessa, le lacrime, l'angoscia, la consapevolezza di aver perso tutto quello che avevo di bello nella vita. Per quanto mi sento male al pensiero di aver messo fine alla vita di un uomo non posso pentirmi. Non mi pento, e questo mi fa ancora più schifo. Non mi pento perchè se non l'avessi fatto la vita del mio Harry sarebbe finita, e di conseguenza la mia con lui. Poggio i gomiti sulla superficie fredda del ponte e guardo il fiume sotto di me, deglutisco e resto ferma a guardarlo. Scorre velocemente, la pioggia fa alzare il suo livello. Potrebbe essere distruttivo, proprio come la mia vita. L'ho perso, l'ho perso per sempre, per il semplice fatto che sono come un uragano. Se qualcuno lo vedesse con me sarebbe la sua fine, se uccidono lui uccidono me. Sembra un pensiero banale, una di quelle frasi da telenovela per signore di ottant'anni, ma in questo momento è la cosa più vera che potessi pensare. Il mio telefono ha continuato a squillare, perchè nessuno capisce che non voglio essere disturbata? Perchè quando una persona dice "voglio stare sola" nessuno la prende sul serio? Magari uno ha davvero bisogno di stare per fatti suoi. Magari hai solo bisogno della persona giusta in quel momento. Ma la persona di cui io avevo bisogno non c'era. Lui stava con un'altra, probabilmente mi aveva dimenticato, probabilmente ora è terrorizzato da me e non vuole più vedermi. Guardo il cielo, la fitta pioggia mi costringe a chiudere gli occhi, apro le braccia mentre la pioggia cade sul mio viso bagnando i miei capelli.

- Alai

e poi quella voce che mi ha fatto tremare tante volte, che mi ha rassicurato, che mi ha detto le parole più belle della mia vita. La voce di colui che è rimasto sotto la mia pelle e non ne ha voluto sapere di abbandonarmi, la voce di colui che si è impossessato del mio essere. La sua voce ancora una volta, mi fa tremare. La pioggia non mi scende più addosso, non sono più sotto il suo influsso calmante. Alzo lo sguardo, un'ombrello marrone mi copre la testa, un cappotto si appoggia sulle mie spalle e il suo odore mi invade le narici. Alzo lo sguardo verso di lui incontrando le sue iridi color smeraldo che mi squadrano, controllando che stia bene e che non mi sia successo nulla. Le sue mani calde toccano le mie guance fredde e bagnate, a causa delle lacrime e della pioggia

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