ꪶꪖ ꪀꪊ᥇ꫀ ꪀꫀ𝘳ꪖ

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Mi si spezzò il cuore a vedere una scena del genere, ma non posso farmi ingannare così facilmente, l'ha detto anche il ragazzo senza nome, ma perché ho accettato di venire qui?!

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Pov's Stefano
Il paziente continuava imperterrito a sbattersi la testa al muro e io non sapevo dove andare.
Dovevo seguire il sangue, ma quale del tanto sangue che vedevo per terra e sui muri?
Decisi, così, di cambiare corridoio, avrei voluto oltrepassare quella porta di metallo per poter vedere cosa ci fosse oltre, ma era chiusa.

«C'è una serratura, quindi delle chiavi?»

La mia domanda ricevette una risposta.

Paziente: Devi seguire le scritte fatte col sangue, guarda quel muro....

A parlare fu il paziente che, per tutto quel tempo, si stava infliggendo dolore alla testa.
Mi girai per osservare il punto da lui indicato ed effettivamente era presente un scritta che diceva "Vai alla reception".

«Ti ringrazio, ehm—»

Il paziente mi interruppe.

Paziente: Fuggi prima che sia troppo tardi perfino per te, umano.

➪𝘴𝘬𝓲ρ 𝓽𝓲ꪑꫀ
Raggiunsi la reception e mi misi a cercare tra i vari documenti se ci fossero delle chiavi.
Rovistai ovunque, ma non trovai nulla.

«Merda.»

Possibile che quel ragazzo mi abbia mentito?
Ma che diavolo vado a pensare, siamo in un manicomio, è logico che possa avermi mentito.
Tornai indietro e, stavolta, invece di prendere il corridoio a sinistra, presi quello a destra.
Le batterie si stavano scaricando sempre più. Dovevo trovarne altre il più presto possibile.
Vidi molte celle sul mio cammino, ma poi si interruppero, dando spazio a delle stanze.
Entrai in una di queste e vidi tantissimi libri.

«Una libreria?»

Sì, quella doveva essere la libreria.
Sperai di trovare qualcosa di utile all'interno e mi misi a cercare tra le pile di carta a terra.
Tastai a lungo, finché non sentii qualcosa di piccolo e duro tra le mani.

«Non ci credo, ho trovato delle batterie!!»

Non ci pensai due volte e le inserì nella videocamera, riaccendendola.

Paziente: Oh, tu sei perfetta per il dottor Sbuci.

Una voce interruppe il mio momento di gioia.
Mi girai di scatto e vidi un uomo alto, cieco da un occhio e con la bocca cucita ai lati.
Un brivido di freddo mi percorse la schiena.

«Come scusa?»
Paziente: Oh sì, tu sei perfetta per lui.

Mi stavo iniziando a spaventare, dovevo uscire di lì, ma quell'essere mi bloccava la strada.

Paziente: Il dottor Sbuci ti renderà bella.
«Chi diavolo è il dottor Sbuci?!»

Il paziente iniziò ad avvicinarsi a me con piccoli passi, sempre più vicino.
Ero in trappola tra due scaffali, merda.

Paziente: Il dottor Sbuci ti renderà bella.
«Ancora?!»
Paziente: Sei perfetta per lui.
«Io sono un maschio.»
Paziente: No, tu sei una femmina.

Le distanze tra me e quello sgorbio si stavano azzerando fin troppo per i miei gusti.
Lo spintonai via e lui cadde sul pavimento.
Uscii dalla stanza e corsi il più velocemente possibile, non sapevo dove andare, ma il corridoio sembrava infinto.

Paziente: TORNA INDIETRO!! DOVE CREDI DI FUGGIRE, BRUTTA PUTTANELLA!!

Cosa?! A chi ha detto "puttanella" ?!
Io sono Stefano Lepri, un fottuto ragazzo.
Quel tizio mi stava alle calcagna, cazzo.
Avevo il fiatone, ma non potevo fermarmi.
Pregavo solo di non far cadere la telecamera perché la stavo tenendo in mano e mi serviva per vedere nell'oscurità.

Paziente: TORNA QUI, SUBITO!!

Arrivai alla fine del corridoio, ma non era un vicolo cieco, senza alcuna via di uscita.

«Oh porca—»
Paziente: TESORO, VIENI QUI, SE FARAI LA BRAVA, TI RENDERÒ STUPENDA!!
«COL CAZZO CHE VENGO DA TE.»

Ero completamente spacciato.

Paziente: AAAAAARGH, SASCHA, NO!!

Un urlo di terrore mi fece sussultare.
Una strana nuvola nera, visibile solo con la videocamera, prese per il collo il paziente e lo sospese in aria, fino al soffitto.

Paziente: SASCHA, NON LO TOCCHERÒ!! TE LO PROMETTO!! PERDONAMI!! LASCIAMI!!

La nube si fece sempre più chiara, prendendo la forma di una persona alta e uniforme, ma non si poteva distinguere alcuna caratteristica fisica, se non che fosse molto forte.

Paziente : SASCHAAAAAA!!

Un rumore di testa frantumata si fece spazio tra le mie orecchie, quella nube aveva appena spaccato la testa a quel tizio?!

«Chi sei e cosa vuoi da me...?»

La mia voce era flebile, quasi un sussurro.

Nube: ....

La nube non parlava o forse, non poteva?
Si avvicinò di più a me, ormai io ero succube della paura, spiaccicato contro la parete.

Nube: ....

Sospirava, ma non mi toccava, la videocamera mi permetteva di vederlo, ma senza era come se stessi parlando da solo.

«Tu ti chiami Sascha?» chiesi piano.

Nube: AAAAAAH!!

Un urlo uscì da quella massa nera che per poco non mi frantumò i timpani e, poi, una forte presa alla mano libera, mi mise i brividi.
In panico, cercai di scacciarla, ma era forte.

«Mi fai male!! Lasciami!!»
Nube: ....
«MI FAI MALE!!» sbraitai, urlando.

Allentò la presa, non so il perché, ma sembrava capire quello che dicessi.
Cinque secondi fa, lui aveva letteralmente schiacciato la testa a quell'uomo e ora la calma l'aveva dominato di punto in bianco.

Nube: ....

La mia mano era attorcigliata alle sue dita o a quelle che a me sembravano le sue dita.
Dopo pochi istanti, mi lasciò e scomparve nel nulla più assoluto.
Ero confuso, tanto confuso, volevo solamente uscire da questo posto e non tornare mai più.
Sentii un qualcosa di pesante e doppio sulla mia mano e la guardai.

«Delle chiavi...?»

ᥴꪮꪀ𝓽𝓲ꪀꪊꪖ...

Spazio Mochi~💙
Mi metto la suspence da sola, un genio.
Comunque, come state? Io tutto bene ✨
Come? Regia? Mi ha chiamata per caso?
Eh, lo so che non ho mai nulla di nuovo da dire ai miei lettori, ma non me ne faccia una colpa!
SÌ, PERÒ— MA REGIA— CHE CRUDELTÀ!
Alla prossima~💙

Ꭺd un passo dalla libertà - Ꮪaschefano Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora