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La mia mano era attorcigliata alle sue dita o a quelle che a me sembravano le sue dita.
Dopo pochi istanti, mi lasciò e scomparve nel nulla più assoluto.
Ero confuso, tanto confuso, volevo solamente uscire da questo posto e non tornare mai più.
Sentii un qualcosa di pesante e doppio sulla mia mano e la guardai.

«Delle chiavi...?»

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Pov's Stefano
E se quelle fossero le chiavi per aprire la porta di metallo che ho visto prima?!
Senza pensarci un secondo di più, percorsi il più velocemente possibile, senza mai voltarmi indietro, tutto il corridoio e ritornai al punto.
Eccola, vedevo la porta, ora non restava che provare le chiavi e sperare un miracolo.
Infilai una di esse nella serratura ed ecco...

Paziente: Ma ciao, bella ragazza. Ti va di venire con me? Ti farò stare bene! Che ne dici?

Oddio, un altro di quei maniaci pervertiti che crede io sia una cavolo di donna.
Cercai di sbrigarmi, anche perché sentivo la sua voce farsi sempre più soffocante.

«Apriti, ti supplico!! Sì!!»

La serratura scattò, la porta si aprì e me la richiusi alle spalle appena in tempo.
Quel tipo era a tanto così da prendermi per il braccio e trascinarmi con lui.

Paziente: NON TE NE ANDRAI VIA DA QUI COSÌ FACILMENTE, BELLEZZA!!

Lui, a differenza dell'altro, era nudo, con le orbite rosse, un sorriso senza punti e teneva una mazza da baseball in mano.
Aspetta...UNA MAZZA DA BASEBALL?!

Paziente: Oh, hai visto la mazza? Non ti devi preoccupare!! Io ti prenderò, così da poterla usare su quelle tue brutte parti intime e farle diventare bellissime e femminili!!
«Tu sei fuori di testa.»

Me ne andai, lasciando il paziente ancora in piedi davanti alla porta, mentre rideva.
Finalmente passai dall'altra parte, ma ora dove sarei dovuto andare precisamente?
La mia videocamera aveva ripreso tutto quello che era successo, nube compresa.
Davanti a me c'erano altri due corridoi che si collegavano ad un unico punto: un'ascensore.
Mi incamminai per uno di essi, ma qualcosa, o meglio qualcuno, mi bloccò il passaggio.
Un uomo abnorme pieno di muscoli, con una specie di museruola di ferro in bocca e gli occhi rossi, aveva appena sfondato la porta di una stanza e stava correndo verso di me.
Rimasi pietrificato, senza la forza di fuggire.

Paziente grosso: CRAAAAAAH!!

L'unica via d'uscita che potevo prendere in quel momento, era l'ascensore.
L'obeso si faceva sempre più vicino, sembrava un enorme cane rabbioso pronto a mordere.
Mi guardai attorno e vidi delle finestre aperte.
Sarei potuto uscire da lì, così mi ci avvicinai.

«Ora o mai più.»

Alla velocità della luce, mi appesi fuori dalla finestra, pregando che quell'ammasso di carne muscolosa non mi vedesse.

«Ti prego...» sussurrai.

Udii un grosso boato e un rumore di assi farsi a pezzi, che se ne sia andato?
Mi tirai su e rientrai dentro, il tipo non c'era più, per fortuna dei cieli.

«Ora posso andare all'ascensore.»

Una volta arrivato, premetti i pulsanti per vedere se funzionasse, speranzoso.

«Al diavolo!!»

Qualcosa mi colò addosso, qualcosa di rosso.

«Ma cos—»

Proveniva da una parete dell'ascensore: una scritta impiastricciata che diceva "Non funge perciò vai allo studio di controllo, prendi le chiavi ed esci dal retro." senti, vaffanculo.
Dove cavolo si trova lo studio di controllo?!
Sbuffai ed uscii dalla scatola di metallo.

«Ci deve essere da qualche parte la piantina di questo manicomio, no?»

Infatti, avevo ragione perché proprio accanto alle portine, si trovava appesa una piantina.

«Allora, vediamo un po', MA È DALL'ALTRA PARTE DELL'EDIFICIO!!» urlai, basito.

Ok, non dovevo alzare troppo la voce...

Paziente grosso: CRAAAAAAH!!

Entrai dentro una stanza lì presente e sbarrai l'entrata con uno scaffale alto.
All'interno vi era il millesimo corridoio.
Percepii la tensione salire alle stelle, fino al sentire un prorompente tonfo a terra.

Paziente grosso: CRAAAAAAH!!

QUELL'AFFARE È RIUSCITO A SFONDARE LA PORTA E ADESSO DOVE VADO?!
Indietreggiai di colpo, lui era davanti a me e io tremavo dalla paura come un bambino.
Si faceva sempre più vicino quando i miei piedi sentirono il vuoto improvviso.
Il pavimento si sgretolò sotto di me, le assi avevano ceduto e io ero rimasto aggrappato ad un'asse pendolante sulla stessa fine.
La videocamera, però, scivolò di sotto.
Il paziente si avvicinò a me e mi fissò solo.
Non sapevo che fare, mi sarei dovuto lasciare cadere da quattro metri d'altezza?
A quanto pare il paziente aveva pensato la mia stessa identica cosa, perché mi schiaccio la mano, facendomi precipitare.
La morte, vedevo la morte in faccia.

«—!!»

Un dolore lancinante prese possesso della mia povera schiena, avevo piegato la gamba sinistra al contrario e la testa mi faceva un male.

??: Povero ragazzo, ti sei fatto male? Non ti disperare, Sbuci è qui per aiutarti!! Fuggirai presto da questa misera topaia.

ᥴꪮꪀ𝓽𝓲ꪀꪊꪖ...

Spazio Mochi~💙
Uhm, perché non so mai cosa dire—?
Non mi so dare una risposta, perciò potete pensarci voi che ora devo andare a— ehm...
La regia dice che devo andare ad aiutare Jin a cucinare gli spaghetti con le polpette, adios!
Alla prossima~💙

Ꭺd un passo dalla libertà - Ꮪaschefano Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora